Subaru: un viaggio emozionale con “Un paio di polaroid”

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“Un paio di polaroid” di Subaru è un brano che si presenta come un affascinante viaggio attraverso i ricordi di un amore ormai concluso, intervallato dalle immagini indelebili di due foto polaroid. Il rapper riesce abilmente a dipingere una storia d’amore complessa, esplorando le emozioni che accompagnano il declino di una relazione.

Ciao Subaru, siamo qui oggi per parlare del tuo ultimo singolo, “Un paio di polaroid”. Cominciamo con la prima domanda: cosa ti ha ispirato a scrivere questa canzone?

Ciao! Questa canzone è dedicata ad una ragazza ed ispirata a lei, in particolare l’idea per questo singolo nasce in una passeggiata lungo via Sacchi, dove mi sono ritrovato queste due foto con lei nel portafogli.

Nel brano, si sente una dualità tra la prima strofa, che sembra celebrare la ragazza, e la seconda, che mostra una visione più critica della relazione. Puoi raccontarci di questo contrasto?

Mi piace raccontare sempre visioni diverse in quello che scrivo. Qui la prima strofa è raccontata attraverso gli occhi di un giovane innamorato, nella seconda si nota l’ambivalenza della relazione, più legata alla visione di chi ha avuto il tempo di analizzare luci e ombre del rapporto.

Parliamo ora del videoclip, che è stato diretto da Cosimo Sterlacci. Come hai lavorato con lui per creare le quattro scene che rappresentano le fasi del loop della relazione?

Questa volta sono arrivato da lui con l’idea del video già ben strutturata, grazie all’aiuto di un ragazzo che lavoro con me al progetto. Questa volta abbiamo fatto in modo abbastanza lineare foto e video insieme, sfruttando tutto il materiale possibile per l’uscita.

La tua passione per la letteratura e la scrittura è evidente nella tua musica. Come influisce la tua esperienza poetica sulla creazione dei testi delle tue canzoni?

Cerco sempre di inserire un po’ di quello che leggo o che ho letto in ciò che scrivo. Credo che gran parte del mio stile di scrittura e delle mie preferenze attuali derivino dalle poesie. 

Hai menzionato di essere cresciuto artisticamente nell’underground hip-hop torinese. Come ha influenzato questo contesto la tua musica e il tuo stile?

Ho conosciuto un po’ di ragazzi che fanno musica e continuato a confrontarmi con loro qui a Torino, sicuramente il dialogo con loro influenza le mie scelte e anche i miei gusti, spesso mi fanno scoprire cose che non ascolterei altrimenti.

Infine, cosa possiamo aspettarci dalla tua musica in futuro? Ci sono progetti o collaborazioni interessanti in cantiere?

Adesso voglio ancora fare qualche esperimento, nei prossimi mesi pubblicherò sicuramente di nuovo.

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