Cristopher Bacco: intervista al produttore discografico

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Benvenuti all’intervista con Cristopher Bacco, tecnico del suono e produttore discografico di grande talento. Scopriremo le sfide e le passioni dietro la sua straordinaria carriera nel plasmare il suono della musica.

Cominciamo dall’inizio della tua carriera: cosa ti ha spinto a diventare un tecnico del suono e produttore discografico?
Fin da piccolissimo sentivo dentro una forte passione per la musica. Ho avuto la fortuna di iniziare molto presto come dj, all’età di 14 anni, e di conoscere i migliori producers di musica elettronica in circolazione, di conseguenza questo ha consolidato la mia ambizione e passione nel lavoro di tecnico del suono e produttore. Importante sicuramente anche il contesto in cui cresci, sono sempre stato circondato da parenti e amici amanti della musica, quindi questo settore lo respiravo fin da piccolo. Anche se pieno di insidie e difficile da portare avanti in Italia, ho sempre pensato fosse la mia unica strada e lo è diventata.

Come descriveresti l’atmosfera e l’energia che si respira all’interno dello Studio 2 di Padova durante le sessioni di registrazione?
Sicuramente cerco di lavorare con gente con cui si crea alchimia, dove ogni momento acquisisce valore aggiunto per il fatto di essere lì a creare musica assieme. Lo studio è accogliente ed è davvero pieno di strumenti nuovi e vintage che aiutano a far capire che tanti sono passati prima di te e che tanti ce ne saranno dopo, e che siamo nel presente a creare qualcosa di magico e di unico.

Parliamo dell’iniziativa per il 12° anniversario dello Studio 2: cosa ti ha ispirato ad offrire la promozione del primo singolo agli artisti che registrano un EP o un LP?
La promozione è il contrario di quello che poi molti colleghi fanno, ovvero svendere il proprio studio con sconti ridicoli ammazza-mercato. A volte vedo studi di registrazione e non riesco a distinguerli dai Discount. Penso che le promozioni debbano andare in direzione dell’artista, e in questo caso ho preferito offrire un servizio utile, che serva a promuovere la musica con una agenzia di professionisti. Lo trovo più elegante e importante che fare scontistiche aggressive che non portano a nulla. Dobbiamo fare crescere gli emergenti e cercare di aiutarli il più possibile.

Hai qualche aneddoto curioso da condividere riguardo alla tua esperienza di lavoro con artisti nel corso degli anni?
Di aneddoti ce ne sono molti, da Bobby Solo che mi chiama di sabato mattina e io riattacco più volte pensando sia uno scherzo, alla prima volta ad Abbey Road che ho pianto nell’appartamento sopra lo studio 3 dall’emozione. Ma ce ne sono molti in 12 anni, magari una volta organizziamo un intervista solo sugli aneddoti!

Come pensi che l’industria musicale sia cambiata nel corso del tempo, e come hai adattato il tuo approccio di produzione in risposta a questi cambiamenti?
L’industria musicale più che cambiata è stata stravolta. Ci sono stati dei grandi cambiamenti nel corso della storia, dal cambio dei supporti di ascolto al passaggio analogico/digitale in studio, passando per il problema pirateria e via dicendo. Il periodo attuale è dominato dagli Stream, dai social media, dall’ apparire in maniera sempre più veloce e frenetica ed in qualche modo astratta, facendo perdere molte volte il valore reale del prodotto e dell’arte. Tutto questo ha portato l’industria e gli artisti ad adeguarsi ai tempi, sfornando brani sempre più velocemente per stare al passo al nuovo tipo di utenza, che a volte non si sofferma più di dieci secondi sul contenuto prodotto. In ogni caso cerco sempre il risvolto positivo e questo periodo lo vedo come una sfida cercando di mantenere una qualità alta e il mio metodo lavorativo anche in condizioni di estrema frenesia.

Guardando avanti, quali sono i tuoi obiettivi per lo Studio 2 nei prossimi anni?
Sicuramente crescere come società e studiare, non si finisce mai di imparare in questo settore. Un altra cosa che trovo davvero fondamentale è stare al passo con i tempi e circondarmi di menti giovani che abbiano sempre nuove idee e riescano a farmi percepire i nuovi linguaggi musicali così da stare al passo con in tempi. Ovvio che il sogno è quello di avere più collaborazioni straniere ma penso si avvererà molto presto.

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