Cinema e musica. 10 film ispirati al mondo della musica

Se la musica è la vostra passione ma anche il cinema rientra tra i vostri interessi, questo è l’articolo che fa per voi.
I film ispirati al mondo della musica sono tantissimi. Ecco una piccola guida per restare sempre aggiornati.

Film in uscita

1) Yesterday – (2019)

Cominciamo con una vera novità. Yesterday è atteso per il 28 giugno negli Stati Uniti, mentre debutterrà in Italia il 4 luglio, con ben due mesi di anticipo rispetto alle previsioni iniziali. Il film presenterà, con tutta probabilità, caratteristiche diverse rispetto ai prossimi che vi mostreremo.

Pare, infatti, che il regista Danny Boyle abbia adottato un prospettiva insolita per un film dedicato alla storia di un gruppo musicale: si tratta di un film sui Beatles, senza Beatles! Come è possibile? La storia comincia con un ragazzo che, in seguito ad un apparentemente innocuo incidente e ad un blackout mondiale, si risveglia in mondo in cui lui è l’unico a conoscere le canzoni dei quattro musicisti. Naturalmente, sarà l’occasione per ottenere la fama, riproponendo e spacciando per proprie le canzoni della band inglese. In breve tempo diventerà una vera e propria star mondiale, ma si sa bene che tutto ha un prezzo e questa volta il costo potrebbe essere il legame con la sua vita precedente.

2) Io sono Mia (2019)

Il film è stato distribuito sul grande schermo tra il 14 e il 16 gennaio e trasmesso in prima visione, su Rai 1, il 12 febbraio. È certo che la pellicola rimane maggiormente adatta al piccolo schermo, mentre sono numerosi gli episodi rilevanti della vita dell’artista che sono stati tagliati, come l’esperienza del carcere, i rapporti tesi con i famigliari, il sodalizio con Fossati o l’amicizia con Renato Zero. Tuttavia, l’interpretazione di Serena Rossi e la biografia stessa di Mia Martini rendono il film meritevole di essere visto, soprattutto per la proposta di un modello femminile indipendente e anticonvenzionale, sebbene appena accennato.

3) Rocketman (2019)

Il film apparirà nelle sale dei cinema a breve, il 29 maggio negli Stati Uniti. Il protagonista è un giovane e timido pianista Reginald Kenneth Dwight che da ragazzo di provincia, attraverso una storia incredibile, riesce a diventare una figura iconica della musica pop, meglio noto come Elton John.

I grandi classici

4) Amadeus (1984)

Siamo nella Vienna del 1823 per raccontare la vita di uno dei musicisti più grandi di sempre: Amadeus Mozart. La storia è rivissuta attraverso un lungo flashback di un ormai anziano Antonio Salieri, anch’egli musicista apprezzato, che trenta anni dopo i fatti narrati tenta il suicidio invocando il perdono di Mozart, della cui morte di autoaccusa.
Il film ripercorre tutta la breve e difficile vita del musicista, un po’ sfacciato e rozzo ma dal talento straordinario. Ben presto quel ragazzino riesce ad ottenere una grande fame, tanto da oscurare lo stesso Salieri che comincerà a provare un sentimento di astio e invidia. Nonostante ciò, un profondo legame di odio e amicizia legherà i due sino alla fine, tra solitudine e povertà.

5) La vie en rose (2007)

Il film vanta la brillante interpretazione dell’attrice francese Marion Cotillard nei panni di Edith Piaf. Dalla fama alla disperazione, la sua vita è ripercorsa sino all’ultima apparizione pubblica, dove ormai la cantante è irriconoscibile se non fosse per la sua grandiosa e splendida voce.

6) Bird (1988)

Il film racconta la vita di uno dei più famosi jazzisti della storia: il sassofonista Charlie Parker. Dal talento straordinario, inventore del bebop, capace di far emozionare tutti con la sua musica nella quale riportava la sua personalità complessa e i suoi tormenti, il giovane musicista cadde nel baratro dell’alcol e della droga. Interessante in questo film è anche la sceneggiatura, che privilegia ambientazioni notturne, e la fotografia di Jack N. Green, ricca di contrasti che ben rendono il carattere drammatico del film.

Gli imperdibili

7) Bohemian Rhapsody (2018)

Apparso sul grande schermo a fine novembre 2018, la pellicola ripercorre la vita di Freddie Mercury, attraverso le sue iconiche canzoni, compreso il concerto Live Aid del 1985. In questa occasione Freddie conduce la sua band in una delle performance più grandiose della storia del rock, nonostante sia afflitto da una gravissima malattia che da lì a breve sarebbe degenerata.

8) Florence (2016)

Chi ha detto che bisogna essere intonati per diventare una cantante famosa? È la storia incredibile di Florence Foster Jekins, una ricca donna che si ritiene portata per il canto. Il marito e l’entourage decidono di tacere sui “difetti” canori e la donna assume persino un maestro per perfezionare il suo grande “talento” in vista del debutto sul palcoscenico. Meryl Streep riesce ad interpretare grandiosamente la parte, rendendo il desiderio bruciante della donna di diventare cantante, la sua incapacità, il lavoro accanito per perfezionare la tecnica, il silenzio del marito sino al concerto fallimentare. Eppure per Florence il canto non è un capriccio, ma una cura per l’anima che le permette di vivere pienamente e di allontanare le paure e quella malattia che nasconde perfettamente dietro ad un trucco accurato e alla sua collana di perle ma che emerge con grande forza nella penombra della sua stanza.

9) 8 Mile (2002)

La pellicola porta in scena una vera e propria icona musicale, un giovane ragazzo bianco con il sogno di diventare un grande rapper: Eminem. Tra la speranza di una svolta, la difficile situazione famigliare, il rapporto con la complicata Alex e la paura del palcoscenico, lui e i suoi amici continuano a nutrire la speranza di diventare qualcuno nei club di Detroit dove i migliori rapper cercano di ottenere il rispetto dei loro pari.

10) Straight Outta Compton (2015)

Dal ghetto al successo, il film racconta la storia di un gruppo rap formato da tre ragazzi di Compton, nella contea di Los Angeles: i N. W.A., celebre gruppo degli anni ’80-’90. Ispirati dalla sofferenza a cui assistono quotidianamente, tra droga, violenza e criminalità, i ragazzi danno vita alle loro canzoni che presto li condurranno al successo. Eppure, i loro problemi non sembrano risolversi così facilmente. La pellicola tenta di dare una forma cinematografica compiuta a quel fenomeno che ha cambiato lo stile, il modo di pensare e di comunicare di più di una generazione, anche al di fuori dal ghetto, cercando di analizzare questo fenomeno per capire cosa lo ha generato e alimentato, nel tentativo di creare un racconto veritiero.

Certamente, i film sui cantanti e sulle band più famose non sono l’unico legame tra cinema e musica. Un altro punto in comune sono sicuramente le colonne sonore legate ad un film, anzi spesso la fama di questo è associato proprio ad una canzone, che spesso ha conosciuto una fortuna duratura anche al di là del film stesso. (Alcuni esempi sono ricordati in questo articolo:
https://indielife.it/2019/03/28/i-film-che-hanno-ispirato-le-canzoni-piu-belle/ )

Liberato, 9 maggio: è tornato.

9 maggio 2019: tutti lo aspettavano ma lui sembrava non arrivare.
Poi, alle 23.56 circa, quando ormai si era persa ogni speranza, una foto di una rosa bianca e un frame in bianco e nero vengono pubblicati sui profili social dell’artista.

Da lì, tutto è subito chiaro: Liberato è tornato.

Ovviamente il ritorno dell’artista non è stato assolutamente banale.
Sono stati pubblicati infatti cinque video, diretti da Francesco Lettieri, che visti in sequenza raccontano una vera e propria storia, intitolata “Capri Rendez-Vous”.
La storia raccontata è quella che spesso troviamo nei video di Liberato: quella di una coppia che si cerca e si desidera senza aversi mai.

I protagonisti sono Marie, un’attrice francese che sta girando un film a Capri, e Carmine, un giovane barcaiolo che ha il compito di accompagnare la donna in albergo; l’amore nasce proprio durante questo giro in barca fra i Faraglioni. I primi due episodi ci presentano quindi questi personaggi e ci mostrano il loro incontro; i video sono in bianco e nero e la storia è ambientata nel 1966. Le canzoni che fanno da sottofondo nei primi due video sono “Guagliò” e “Oi Marì“.

"Capri Rendez-Vous" - Liberato

Il terzo episodio fa un salto nel 1975: il video è a colori e i due si incontrano in una discoteca; la canzone che ascoltiamo è “Nunn’a voglio ‘ncuntrà“.

Il quarto episodio ci porta ancora più avanti, nel 1993: Carmine, diventato un carabiniere, è ormai sposato. Mentre è in servizio incontra Marie ubriaca in un bar; i due staranno insieme per la seconda volta, dopo quel momento in barca nel 1966. La canzone legata a questo episodio della storia è “Tu me faje ascì pazz’“.

Il quinto è l’episodio risolutivo, ambientato nel 2019. La musica passa dai ritmi neomelodici, a tratti pop e latini, delle canzoni precedenti a suoni più calmi. Marie, ormai invecchiata, torna ancora una volta a Capri per recarsi al funerale del regista con il quale lavorava nel 1966. Girando per il cimitero, la donna fa visita anche alla tomba di Carmine, “L’unico uomo che abbia mai amato”. Il titolo della canzone che accompagna l’ultima parte della storia è “Niente“, l’unica cantata per intero solo in napoletano.

"Capri RDV Ep. 05" - Liberato

Sempre fra le 23.56 del 9 maggio e la Mezzanotte del 10, i nuovi brani sono comparsi anche su Spotify, confluiti in un album intitolato semplicemente “Liberato”. Al suo interno troviamo anche le canzoni precedenti, come “Tu t’e scurdat’ ‘e me” e “Je te voglio bene assaje“, più una nuova versione di “Gaiola portafortuna“, suonata al pianoforte e intitolata “Gaiola“.

Sono passati ormai già due anni dalla prima comparsa di Liberato sulle scene, se così si può dire di un artista la cui identità è tuttora sconosciuta. Il primissimo brano lanciato dall’artista si intitola appunto “9 maggio“, il cui video attualmente conta oltre 15 milioni di visualizzazioni.

Se la storia dell’anonimato aveva inizialmente creato una grande curiosità nei fan, adesso sembra quasi non avere più molta rilevanza: non importa chi ci sia sotto quel cappuccio, l’importante è che continui a cantare.

Anche se lo scorso anno si sono già tenuti dei live in cui l’artista, sempre col volto celato, cantava le sue canzoni, il primo concerto in cui Liberato canterà il suo nuovo e vero primo album per intero si terrà il prossimo 22 giugno a Roma.
Nonostante la location sia ancora segreta, i biglietti sono già sold out.

Prima di andare, non dimenticate di leggere il nostro articolo sui 10 artisti indie da conoscere assolutamente.

Big Bang Music Fest: 5 giorni di musica indimenticabili

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L’ora zero scatterà mercoledì 29 maggio e fino a domenica 2 giugno a mezzanotte e mezza Nerviano si colorerà di musica e intrattenimento con il Big Bang Music Fest. Questo è lo scopo dell’Associazione Giovani Nervianesi , al momento formata da 150 soci volontari e con a capo Stefano Arbore, per la settimana più attesa dell’anno arrivata alla settima edizione. “L’ingresso è gratuito solo grazie al lavoro instancabile di tutti i volontari. L’organizzazione per quest’anno è iniziata il giorno dopo l’edizione 2018. I concerti si terranno nell’area verde di Viale Papa Giovanni XXIII a Nerviano. Il divertimento è assicurato. L’anno scorso i ragazzi di Nerviano ci avevano lasciato al grido di “Ci vuole più Big Bang” e quest’anno li ritroviamo con il mantra “Una manifestazione musicale. Cinque giorni di concerti. Un’esperienza da vivere”.

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Chi salirà sul palco del Big Bang? Ecco il programma completo

MERCOLEDì 29 MAGGIO
-Ruggero de i Timidi
-Auroro Borealo

GIOVEDì 30 MAGGIO
-Colle der Fomento
-Stokka & Madbuddy + djshokka
-Pepito Rella

VENERDì 31 MAGGIO
-Cimini
-Rovere
-Margerita Vicario
-Mox
-Masamasa
-Jurijgami

SABATO 01 GIUGNO
-2manydjs
-Splendore
-I miei miglioricomplimenti

DOMENICA 02 GIUGNO
-Derozer
-Andead
-Samo
-ITR

Non perdetevi anche il Mi Ami Festival 2019: tutto ciò che c’è da sapere

“Di tutte le cose che abbiamo perso e perderemo”: un album per chi viaggia in metro.

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Ebbene sì: ho iniziato ad ascoltare il nuovo album dei sardi Quercia dentro la stazione buia di una metro, mentre aspettavo il treno che da lì a poco mi avrebbe condotto nel luogo dove lavoravo.

Abituato al sound del primo disco, molto più melodico, con un’incisione vocale netta e chiara, è stato difficile cedere al primo ascolto ad un suono molto più aggressivo e cupo, caratterizzato dalle linee vocali più disperate, messe in secondo piano rispetto alle distorsioni dal missaggio eseguito da Riccardo “Paso” Pasini, che in passato ha curato gli album piuttosto “pestati” degli Storm{O} e degli Raein. Dunque, a questo secondo turno il pop viene distrutto, stracciato pezzo per pezzo; complice forse la voglia di distanziarsi il più possibile da una scena indie che non rappresenta affatto l’approccio emotivo che la band ha adoperato durante il percorso che ha portato la maturazione dei propri album e che invece si è impossessata del gruppo iglesiente facendola passare, specie per quanto riguarda Non è vero che non ho più l’età, quasi come una indiepop band qualunque, volta solamente allo scopo di far gridare qualche ragazzina dall’ormone sballato.

C’è da dire che con questo nuovo lavoro le spensieratezze – rappresentate in passato dal videoclip di Mida, dove un’eccentrica e meravigliosa Chiara Marcis balla, suona e s’incupisce in maniera del tutto disinibita, impersonando magistralmente il pezzo – e la parte più indie della band sono state eliminate del tutto. L’album risulta essere, non dico di nicchia, ma per pochi intenditori; il pubblico a cui si rivolge il lavoro è più attento a certe dinamiche sociali – più che sociali, esistenziali -, quali la depressione, la solitudine e le difficoltà nel vivere giorno per giorno affianco alle incertezze che la nostra frenetica generazione è tenuta a sopportare: un lavoro precario e che non risulta essere inerente a ciò che vorremmo, delle relazioni instabili e quasi sempre fallaci, delle amicizie che si interrompono per cause maggiori, quali una partenza o un decesso, o quelle che semplicemente si spengono col passare degli anni; l’inspiegabilità della vita e tutti gli errori che ci ostiniamo ripetutamente a commettere. Il videoclip di Altalene/Pozzanghere che vede protagonisti tre attori, tra cui fa da protagonista Massimiliano Sassi (Che possiamo riconoscere anche nel videoclip della canzone Mary dei Gemelli Diversi, ma anche nei film A Deadly Compromise e La Vita Continua), riassume tutte queste violente turbolenze esistenziali – e non più adolescenziali! – attraverso una fotografia quasi sempre dai colori freddi, ad eccezione di un albero natalizio che sembra riflettere solo il colore blu e di una porta che si apre e riporta la luce calda, luce soppressa poco dopo dal pianto del protagonista e dai muri blu della stanza.

Frame del videoclip Altalene/Pozzanghere. Regia di Marco Berton Scapinello

Ed è stata la coincidenza di ritrovarmi in una delle tante fasi down della mia vita, con un lavoro precario e non adatto, lontano dagli amici di sempre e dalla famiglia, in una città che ti chiede sempre di stare allegro, pimpante ed estroverso che ho iniziato, lentamente (lo ammetto!), ad apprezzare Di tutte le cose che abbiamo perso e perderemo sotto i bassifondi di Barcellona. Ed è stato nel lasso di tempo in cui attraversavo il sottosuolo di Eixample che ho colto il significato di Buio; mentre cercavo il mio treno all’interno della labirintica Diagonal che hanno acquisito importanza “le occasioni mancate al momento del bivio”. Non so quanto in superficie il disco avrebbe potuto parlarmi: Barcellona è davvero una città fin troppo allegra e spensierata per questo genere di cose e la superficialità regna sovrana in ogni angolo della città. Ma là sotto, nel sottosuolo, quel disco ha iniziato a prendere forma, a dare senso a quella parte vuota di me stesso che aveva bisogno di essere confortata, o forse cullata; aveva bisogno di sentirsi dire “tranquilla, là sopra è tutto gioia e colori, ma io ci sono ancora!”.

Ed è forse questo il senso del nuovo disco dei Quercia: non si tratta di scavare a fondo, perché i pezzi sono già scavati da sé e più a fondo di così non potrebbero penetrare; si tratta invece di una discesa lenta verso la parte più nera di noi stessi, anche se il nero non è il colore con cui definirei questo lavoro, bensì grigio. Perché di fatto non c’è una visione del tutto pessimistica del mondo, – In copertina, l’automobile non è completamente ribaltata, bensì capovolta per metà! – bensì solo un’opacizzazione di questo, dove il bianco è dato dalla speranza che è ben nascosta tra i testi della giovane band. Insomma, per farla breve, non è un mondo completamente nero quello dei Quercia, dove si parla di morte e distruzione, bensì è un mondo difficile, drammatico, pesante, dove c’è una possibilità remota per uscire dagli affanni della vita ma questa possibilità “la vedo grigia”.

PROSSIMI LIVE DEI QUERCIA:
https://www.facebook.com/events/691160107968695/

Legno – Titolo Album ed altri ricordi del duo indie-pop

Le canzoni sono come delle scatole, che al loro interno conservano sentimenti emozioni e ricordi. Ce lo insegnano i Legno, il duo musicale della scuola Indie Italiana che avete potuto ascoltare nella playlist di Spotify.

I Legno hanno debuttato con Titolo Album, prodotto dall’etichetta Matilde Dischi, distribuito da Artist First, un album che lascia posto alla musica e mette da parte l’immagine.

Cover Titolo Album
Cover Titolo Album

Titolo Album è un disco che mixa ballad e sonorità anni ‘80, un prodotto fresco e radiofonico che racconta una generazione che rivive la sua vita nelle canzoni indie.

Chi sono i Legno?

Legno è un progetto indipendente nato da un duo che ha volutamente coperto il volto con l’intento di creare un nuovo personaggio, una sorta di super eroe, della musica indie/pop italiana.  Il misterioso gruppo ha debuttato nel 2018 on la “trilogia”, ossia i 3 primi brani:

Sei la mia Droga (parte uno)

Tu chiamala Estate (parte due)

Mi devasto di Thè (parte tre)

Le canzoni dei Legno hanno come filo conduttore una mini-serie di videoclip, realizzati dal regista Angelo Capozzi, che raccontano e mostrano per la prima volta Legno e la sua storia.

Quest’ anno a febbraio esce il singolo “Febbraio”, un brano entra subito nella Playlist Scuola Indie e successivamente nella prestigiosa Indie Italia. 

Titolo Album

Legno in Tour

Il duo “inscatolato”, celato dietro una maschera un po’ come i Gorillaz o i Duft Punk, di cui non si sa il volto, non si ferma davanti ai concerti. L’11 Maggio saranno a Roma, presso ”Le Mura”, tutte le info> qui.

Il duo Legno vuole fotografare con la sua musica, le parole semplici i cliché della vita quotidiana rappresentata dalle simboliche scatole che vestono i loro volti, che mascherano ma preservano allo stesso tempo la loro intimità.

Claver Gold: Sbocciano i Calicanto.

Calicanto è il nuovo singolo di Claver Gold ad anticipare l’uscita del suo prossimo EP “Lupo di Hokkaido”; su una toccante produzione di Kintsurugi immergiamoci ad ascoltare la brezza di una spiaggia al tramonto.

Credo che siano pochi i rapper italiani a eguagliare Claver Gold per scrittura, ricerca di musicalità nelle parole e creazione di immagini forti e poetiche allo stesso tempo. Questo singolo ne è l’ulteriore prova, gradita quanto attesa.

Il suo timbro, molto particolare, calza a pennello con i testi. La sua voce suona ruvida come l’asfalto di una periferia ma al tempo stesso vellutata come si sfiorasse la cocaina.

Come in tutti i brani dell’artista è difficile trovare in “Calicanto” un significato univoco da attribuirgli. Nelle strofe di Claver suona il malessere dell’uomo, si cerca di dare forma a delle ombre comuni in ognuno di noi e nel farlo non cade mai in rime o immagini banali.

La sua penna trasuda di esperienze di vita vissuta, i ragionamenti e le scelte lessicali sono sintomo di maturità e ricerca. Parla spesso di droga senza elogiarla né demonizzarla, semplicemente descrivendone gli effetti su giovani vite. Si rivolge con rammarico ad una storia ormai finita, sembra conoscere bene la solitudine…

Mi piacerebbe definirlo un rapper “Naturalista” e dopo la sua rima “Io che ti nascondevo i grammi e ti leggevo Svevo” penso possa capire anche lui ciò che intendo.

Claver Gold è a mio avviso un artista con la a maiuscola, e sono certo sia ancora tanto il contributo che darà alla scena rap italiana (anche a breve).

Intanto spero rimanga sempre intatta la sua integrità poetica, la sua ricercata semplicità, le sue intriganti fotografie alla realtà… a prescindere da tutto.

Io dal canto mio gli auguro che i suoi testi rimangano, un po’ come quelli di Svevo, scritti nella storia.

Ma com’ è nata la musica di intrattenimento?

La musica è spesso la nostra “amica” migliore in tanti momenti, ci accompagna durante il corso delle giornate ed è semplice trovare la canzone giusta per ogni occasione o emozione. Tuttavia, non è stato sempre così. Infatti, la musica di intrattenimento, così come la conosciamo noi, è nata abbastanza recentemente: solo nel corso dell’Ottocento!

Un mondo senza musica?

In realtà, non si può certo dire che la musica, un tempo, non rivestisse una grande importanza culturale e sociale. Aristotele riteneva che la musica fosse in grado di recare sollievo, di purificare, di ricreare ed educare l’uomo. Mentre, Jeremy Montagu, docente presso l’Università di Oxford, considera la musica una presenza costante anche presso i nostri vecchi antenati: gli ominidi!

Naturalmente, non si può parlare di note, armonia e canzoni ma il professore americano, in base a studi archeologici e anatomici, è profondamente convinto che i nostri antenati fossero in grado di produrre suoni simili a espressioni musicali. La loro più grande funzione? Riunire i membri di una società, creare legami ed alleggerire le fatiche.

Sono esistiti precursori della nostra musica leggera?

La risposta è sì! In tutte le culture è rintracciabile una forma musicale, quasi sempre di origine popolare, utilizzata come elemento di intrattenimento. Basti pensare ai menestrelli medievali e andando ancora più indietro nel tempo ai cantori (o rapsodi).

Ad esempio, fu grazie a loro che poemi come l’Iliade e l’Odissea furono conosciuti in tutta la Grecia! Le imprese di dei ed eroi erano cantate con l’accompagnamento della lira o della cetra dagli aedi. Ad avvalorare questa ipotesi è la stessa struttura dei due poemi, caratterizzata da formule o elementi ripetitivi (talvolta intere frasi, naturalmente lo scopo era quello di memorizzarle facilmente).

Ma allora perché diciamo che la musica leggera è un’invenzione recente?

Tra il ‘700 e l’800 accade un cambiamento radicale. Infatti, prima l’opera musicale era perlopiù destinata ad esecuzioni uniche, realizzata su commissione ed eseguita in un’unica occasione, ad esempio durante particolari cerimonie legate all’ambiente nobiliare.

Con la nascita dei concerti pubblici si modifica anche il rapporto che il compositore ha con la propria opera, c’è bisogno di attirare il pubblico e di creare opere durature ed eterne. È in questo periodo che fioriscono le opere di geni come Mozart e Beethoven!

Cosa ha incoraggiato lo sviluppo della musica leggera?

Ad incoraggiare lo sviluppo della musica di intrattenimento ci sono motivi sia culturali che tecnologi. Sicuramente, durante il Romanticismo in particolar modo, furono rivalutate tutte le forme di canto e danza popolare (pensiamo al valzer, la polka o la mazurka) che si andarono diffondendo presso la nuova classe sociale: la borghesia!

A questo si aggiunse lo sviluppo industriale e l’invenzione del fonografo di Thomas Edison. Il fonografo era una sorta di precursore del jukebox e divenne sempre più accessibile comprarne uno. Già prima dello scoppio della prima guerra mondiali molti musicisti potevano incidere dischi!

E la canzone?

Anche le canzoni cominciarono a diffondersi in quel periodo, verso la fine dell’Ottocento: melodiche, orecchiabili e facilmente cantabili.

Anche in Italia conobbero una rapida diffusione, grazie alla radio, al grammofono e in parte anche al cinema sonoro. Siamo però negli anni Venti e Trenta del Novecento, sotto il regime fascista che incoraggiava la creazione e diffusione di canzoni e melodie allegre e spensierate ma a patto che fossero prodotte da italiani!

Sebbene il fine fosse quello di trasmettere l’immagine di un’Italia senza problemi è innegabile che già da allora era riconosciuto il potere della musica: rallegrare, allontanando le paure e le preoccupazioni.

La canzone fino ad oggi

Dagli anni Cinquanta, periodo in cui in Italia nasce Sanremo, la canzone ha acquisito sempre più importanza. Canzoni e artisti, italiani e non, conobbero una sempre maggiore fama e diffusione. È in questo periodo che nascono le prime mode musicali e lo sviluppo tecnologico favorisce la trasformazione della musica in compagna ufficiale delle nostre giornate. Le canzoni di band e solisti entrano, sempre più, nelle nostre case.

Oggi, grazie a supporti tecnologici o semplicemente ad Internet e applicazioni varie possiamo portare la nostra canzone preferita sempre con noi, ovunque andiamo e in qualunque momento.

(Sui vari cambiamenti che la tecnologia ha portato al nostro modo di percepire e ascoltare la musica:
https://indielife.it/2019/03/21/come-la-tecnologia-ha-cambiato-larte-e-la-musica/ )

L’ASMR per rilassarsi: la moda del momento


Negli ultimi anni si è diffuso un curioso fenomeno: l’ASMR per rilassarsi (acronimo di Autonomous Sensory Meridian Response). Questo produce delle sensazioni molto piacevoli, soprattutto per il nostro cervello. Infatti, la musica ha tantissimi effetti: può rallegrarci, farci sentire meglio quando siamo tristi, farci sfogare. Ma la musica è un campo vasto che accoglie varie frequenze per allietare l’animo umano. Nello specifico, con l’ASMR si percepiscono dei veri e propri brividi nella zona del cuoio capelluto, anche se possono poi raggiungere ogni parte del corpo.

L’ASMR e la reazione del corpo

Anche se non si tratta di vera e propria musica o di melodie, l’ASMR è in grado di rilassare il nostro corpo e sono varie le situazioni che rientrano in questa dicitura. In italiano, l’acronimo può essere tradotto con “Risposta del Meridiano Sensoriale Autonomo”: ciò vuol dire che quando ascoltiamo determinati suoni, il nostro cervello risponde facendoci sentire dei “brividi” come risposta a questi stimoli. Anche se l’ASMR può riguardare azioni come coccole e carezze, ciò che di recente ha preso piede sono i rumori che vengono prodotti intenzionalmente. Un professore dell’Università dell’Ohio, David Huron, ha distinto l’effetto provocato dall’ASMR, secondo lui differente dai brividi provocati dal freddo:

L’effetto [asmr] è chiaro sia fortemente correlato alla percezione di un atteggiamento non minaccioso e di un’attenzione altruista.

Per esempio, una sensazione che molti avranno provato è uno stato di calma insieme a dei brividi quando qualcuno parla in modo soave o sussurra. Ebbene, anche questo è l’ASMR per rilassarsi!

ASMR microfono e voce, esempio di soft-whispering

Cos’è l’ASMR per rilassarsi e quali sono i trigger?

Dare un nome alla pratica dell’ASMR ha permesso di categorizzare il mondo dei social network, principalmente quelli in cui si caricano video. Il termine ASMR ha fatto la sua prima comparsa in una conferenza nel Regno Unito, nel 2012. Da allora, sempre più persone hanno creato canali su Youtube dedicati all’ASMR nell’intento di far rilassare i propri seguaci. Questi stimoli sonori, detti anche “trigger”, possono essere di varia natura: si passa dal rumore della carta accartocciata, al taglio delle saponette per arrivare alla modellazione dello slime. Insomma, questi sono solo alcuni degli innumerevoli esempi che si possono trovare sul web quando si parla di ASMR per rilassarsi.

Un’altra pratica è poi quella del soft-whispering (sussurro): in questi video particolarmente diffusi sul web, il soggetto principale sussurra oppure parla in modo particolarmente dolce e soave.

Perché l’ASMR può essere benefico?

I video e gli audio che rientrano nella categoria ASMR destano una grande curiosità. Anche se al momento non ci sono degli studi ufficiali a riguardo, sembra che l’ASMR sia in grado di apportare benefici quali la riduzione di ansia e attacchi di panico. Inoltre, i rumori prodotti sembrano avere un effetto positivo anche sulla qualità del sonno, aiutando a dormire di più e meglio. In generale, comunque, molte persone si dedicano all’ASMR più che altro per questioni di intrattenimento. Infatti, i video di questo genere possono risultare particolarmente ipnotici!

ASMR ascolto di frequenze piacevoli all'orecchio

Insomma, l’ASMR per rilassarsi è una modalità per lasciarsi andare, per raggiungere la pace dei sensi grazie a degli input di natura sensoriale. Anche se si tratta di sensazioni estremamente soggettive, tutti sono in grado di percepirle in modo più o meno intenso. Ma, soprattutto, l’ASMR può veramente essere utile per la mente, in modo particolare nei periodi più intensi e stressanti.

68…(till the end)?: Ernia si racconta attraverso una linea del bus.

68 (till the end)

Quando parliamo degli album di maggior successo nel 2019 non possiamo non parlare di 68 (till the end).

Ma torniamo un po’ indietro nel tempo…

Il 7 settembre dello scorso anno Ernia pubblicò il suo secondo album in studio con l’etichetta “Island Records” chiamandolo 68 come l’unico autobus che passa nel paesino dove il rapper è cresciuto, unico mezzo che gli permetteva di evadere da una realtà provinciale, portandolo nella sua più grande fonte di ispirazione data dalla città di Milano.

68

Esso si compone di 12 brani e non allarmatevi se non doveste trovarne un filo logico perché è un album da ascoltare al contrario; da “La paura” (ovvero le sue sensazioni all’inizio della lavorazione di 68) a King QT (dove vorrebbe arrivare).

Con l’ultima data del “68 tour” all’Alcatraz di Milano il rapper meneghino ha voluto annunciare l’uscita della riedizione del disco, denominandolo “68 (till the end)” (uscito poi lo scorso 5 aprile) e componendolo di 7 nuove tracce tra cui “Certi giorni”, il singolo apripista in collaborazione con Nitro.

Ernia & Nitro

Con ormai più di 850.000 ascolti in media, possiamo dire che Ernia è riuscito a catturare l’attenzione di tutti, destreggiandosi tra pezzi più conscious hip hop e quindi abbracciando il suo stile e brani più leggeri come “Phi” o “Mr. Bamboo”, facendo così risultare 68(till the end) poco banale o piatto e quindi di gradevole ascolto in ogni momento della giornata.

Ernia

Qui sotto la tracklist di 68 su spotify:

Instagram:

https://instagram.com/holyernia?utm_source=ig_profile_share&igshid=1ppydvshvyhq

“Radio radio” è il nuovo singolo dei Fast Animals and Slow Kids

Radio radio è la nuova canzone dei Fast Animals and Slow Kids, band perugina nota anche con il nome di Fask. Mercoledì primo maggio l’hanno cantata in anteprima sul palco del concertone, poi alla mezzanotte successiva è stata rilasciata su tutte le principali piattaforme streaming.

Come vi avevamo annunciato nel nostro articolo, i Fast Animals and Slow Kids si sono quindi davvero rimessi a lavoro.

Fask - Animali notturni

Radio radio è un brano figlio di “Animali Notturni”, il nuovo album dei Fask che uscirà il prossimo 10 maggio. Ma si tratta in realtà del loro secondo nuovo brano; a segnare il ritorno ufficiale della band, ad oltre due anni di distanza dall’album “Forse non è la felicità”, è stato infatti il singolo Non potrei mai.

Se nel primo brano si parla di una storia d’amore che non si riesce (o non si può) dimenticare, Radio radio è un pezzo che si concentra più sulla figura del cantante/musicista, che ha fatto della musica il centro della propria vita e della propria carriera. Ad emergere dal testo è sicuramente la difficoltà di farsi strada in un mondo difficile come quello della musica, l’ansia e la paura di raggiungere quel successo che poi si rivela essere un’arma a doppio taglio, portatore di gloria ma anche di falsi sostenitori che svaniscono quando la musica non vende più.
Tuttavia, rimane sempre la voglia di farcela, di rischiare e andare avanti, continuando sempre ad urlarsi in faccia “una canzone per farsi coraggio”.

Le premesse sono davvero buone, quindi non vediamo l’ora di ascoltare il nuovo album dei Fask e di rivederli urlare sopra un palco.

Potete preordinare il nuovo album “Animali Notturni” a questo link.

Di seguito invece trovate le date del Summer Tour 2019 (info e biglietti qui):

24 maggio – Milano MI AMI FESTIVAL

1 giugno || Tolentino (MC) || STRIKE UP FESTIVAL

4 giugno || Bologna || BIOGRAFILM PARK

8 giugno || Lucca || WØM FESTIVAL

28 giugno || L’Aquila || PINEWOOD FESTIVAL

9 luglio || Torino || FLOWERS FESTIVAL

10 luglio || Arezzo || MEN/GO MUSIC FEST

12 luglio || Parma || PARMA MUSIC PARK

17 luglio || Genova || GOABOA FESTIVAL

20 luglio || Schio (VI) || LINE FESTIVAL

30 luglio || Filago (BG) || FILAGOSTO FESTIVAL

3 agosto || Platania (CZ) || COLOR FEST

10 agosto || Brescia || FESTA RADIO ONDA D’URTO

12 agosto || Cast.na Grotte (BA) || FARM FESTIVAL

24 agosto || Vinadio (CN) || BALLA COI CINGHIALI

5 settembre || Empoli (FI) || BEAT FESTIVAL

E non dimenticate di leggere il nostro articolo dedicato ai dieci artisti del panorama indie italiano che dovete assolutamente conoscere.