UNA STORIA PER IL MIO AMICO

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Un uomo anziano scende dalle scale di mattina presto e si reca al bar sotto casa. Saluta educatamente, abita in quel paese da molti anni e lo conoscono tutti.

<< Buongiorno signor Andrea, solito cappuccino e cornetto semplice?>>

<< Buongiorno Mirko, sì grazie sei molto gentile>>.

Come ogni mattina si mette seduto al tavolo, prende il giornale e lo sfoglia mentre fa colazione. È solo al mondo e fa quel rito praticamente ogni mattina, domeniche comprese. Andrea Poggini è un signore simpatico che non si è mai sposato. Nel corso della sua vita è sempre stato un grande amatore, ha avuto molte donne ma nessuna è mai riuscita a sposarlo. È un artista ed è stato un grande cantante. In Italia lo conoscono in pochi perché ha sempre cantato rock in America. Nel Bel Paese solo gli amanti del rock alternative conoscono le sue canzoni. Da anni ormai si è ritirato a vita privata. Nonostante i tanti soldi guadagnati negli anni, fa una vita modesta, gli stravizi li ha fatti in gioventù quando il fisico reggeva. Ora tutti i giorni esce di casa, fa colazione al bar e legge il giornale. Rimane lì per una buona mezz’ora e si gode qualche buona conversazione con il barista che, tra un caffè e l’altro, gli piace parlare di musica. Mirko ama il rock e ovviamente ha tutti i cd della band di Andrea. Ne ha anche un paio autografati direttamente da lui. Queste sono le fortune di essere il barista preferito di una rock star. Verso metà mattina Andrea si alza, si reca alla fermata dell’autobus proprio davanti al bar e salutando, aspetta pazientemente il piccolo pullman comunale. Porta sempre con sé un libro. A volte li cambia, ma la cosa strana è che nessuno lo ha mai visto leggere una sola pagina dei libri che porta sotto braccio. Tutti al bar si sono fatti la stessa domanda, perfino l’autista dell’autobus si è sempre chiesto perché Andrea va in giro con un libro in mano senza mai leggerlo.

Andrea è nato in quel piccolo paese vicino Roma, ma la sua passione lo ha portato a vivere in America per molti anni. Si trasferì a Los Angeles quando aveva poco più di vent’anni, dopo aver concluso il primo contratto discografico con una piccola casa californiana. Per lui la musica è tutto e fin da bambino studiò canto e chitarra per poter far diventare un giorno la sua passione, il suo lavoro. Cambiò molte band e suonò con tante persone, durante gli anni dell’adolescenza, ma il cambiamento radicale avvenne durante il terzo anno delle superiori. Un ragazzo si trasferì dal centro di Roma nel suo paese e venne a studiare proprio nella sua scuola. Ci fu subito un grande feeling tra Andrea e Davide, il nuovo ragazzo. Anche lui era un amante della musica rock ed era un grande chitarrista. Andrea studiava canto e suonava la chitarra ritmica, scriveva spesso delle canzoni o per meglio dire dei testi e delle melodie. Quando i due ragazzi si conobbero, Andrea aveva molti testi che potevano diventare delle belle canzoni ma gli serviva quella spinta in più per migliorarle e farle diventare dei veri pezzi. Davide invitò un pomeriggio Andrea a casa sua, incuriosito da quelle canzoni, e convinto di poter dare quella spinta che solo un chitarrista solista poteva dare. Da quel giorno Andrea e Davide formarono un gruppo e continuarono a scrivere canzoni. All’inizio formarono solamente un duo acustico ma ben presto, le inclinazioni rock dei loro testi li misero alla ricerca di altri membri e formarono un vero e proprio gruppo. Fecero molte serate, soprattutto nei locali di Roma, ma la svolta che avrebbe cambiato la loro vita, avvenne durante una Jam Sassion. Si ritrovarono, in un piccolo palco di un locale di Trastevere, a suonare con un batterista americano. James rimase letteralmente colpito dal sound che i due ragazzi tirarono fuori dai loro strumenti. Si fermò a parlare con loro. Mentre sorseggiavano tutti una birra, Davide e Andrea gli parlarono dei loro pezzi e gli consegnarono una demo con tre canzoni. James si annotò i loro numeri e se ne andò con la demo senza dire molto di lui.

Qualche giorno dopo James chiamò Andrea proprio mentre quest’ultimo aveva completamente dimenticato quel signore americano. Li convocò per un caffè e gli spiegò che oltre ad essere un batterista blues, James era un produttore musicale che avrebbe prodotto il loro primo cd se loro erano d’accordo. L’unico ostacolo era il trasferimento negli Stati Uniti. Decisero di finire quell’ultimo anno di superiori, prendere il diploma, e in seguito si sarebbero trasferiti in California per lavorare al loro primo cd. Da quel giorno la carriera di Andrea e del loro gruppo crebbe a dismisura negli USA. Aveva avuto molto dalla vita e per questo la ringraziava ogni mattina. Seduto sulla panchina, mentre aspettava l’autobus, ripercorreva spesso la sua carriera. Ripensava spesso agli amici che aveva visto lasciare questa vita terrena. Tutti i membri del suo gruppo gli mancavano terribilmente. Erano morti tutti, era rimasto solo lui ed avevano deciso di rimanere in America anche dopo morti. In particolare gli mancava il suo migliore amico, colui che era cresciuto con lui e che più di ogni altro, era stato un fratello per lui.

Le porte del piccolo autobus a gas si aprirono ed Andrea salì con un po’ di fatica.

<< Buongiorno signor Poggini>>

<<Buongiorno a te Roberto come andiamo oggi ? >>

<<Non male, c’è il sole e non fa tanto freddo per essere il mese di febbraio. L’unico neo è questo traffico tremendo>>

<< Il traffico ormai fa parte del tuo lavoro, come per me lo erano i giornalisti, paparazzi e fan molesti>>

<<Già, ha proprio ragione>>.

La conversazione finì lì, Andrea guardò fuori dal finestrino per tutto il tragitto senza nemmeno aprire il grande libro che aveva sulle gambe. Roberto osservava il tutto dallo specchietto retrovisore e, come tutti in paese, si chiedeva perché non apriva mai i libri che aveva dietro. Come ogni giorno, ad ampliare il mistero, Andrea scese davanti al cimitero comunale.

<<Arrivederci Roberto a domani. Buon Lavoro! >>

<< Arrivederci Signor Poggini, Buona giornata!>>

Roberto rimase lì a guardarlo entrare nel cimitero con sempre più domande. Andrea lesse distratto un cartello sul cancello aperto.

OGGI SABATO 18 FEBBRAIO IL CIMITERO CHIUDERÀ ALLE 13.00

Erano appena le dieci del mattino, aveva tutto il tempo per fare quello che doveva fare. Si recò diretto davanti ad una tomba e come ogni mattina la pulì e cambiò i fiori. Sulla lapide si leggeva accanto ad una foto:

Gino Coppa 18/02/1986

11/05/2056

Gino era stato da sempre il suo migliore amico, un fratello che aveva condiviso con Andrea ogni cosa fin da piccoli. Quando Gino divenne uno scrittore famoso, decise di trasferirsi in America vicino al suo amico Andrea. Molti suoi libri diventarono serie tv e film di successo. Era un divoratore di storie, gli piaceva leggere e non smetteva mai di farlo. Morì d’infarto un pomeriggio, ironia della sorte, proprio mentre stava seduto sulla sua poltrona a leggere un libro. Andrea dal giorno della sua sepoltura nel loro paese d’origine, si recava davanti alla tomba del suo amico e dopo averla pulita e riempita di fiori, leggeva a Gino qualche pagina dei suoi libri preferiti. Andrea si sedette davanti sulla sedia pieghevole che il custode metteva sempre vicino alla tomba.

<< Ciao Gino, oggi sarebbe stato il tuo compleanno e ti ho portato un regalo. Il tuo libro preferito>>

Andrea aprì la prima pagina e iniziò a leggere un grande romanzo americano che parlava di un pagliaccio assassino che terrorizzava una piccola cittadina del Maine ogni trent’anni.

Immagini prese da Google Immagini

Clementi Simone

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