Riproduzione vietata è il primo disco di Mattak
Se non è completo, poco ci manca. Il disco d’esordio di Mattak, Riproduzione vietata, è la consacrazione di un talento che da anni militava nell’underground del rap e che ora, finalmente, si prende la scena. Quattordici tracce che spaziano dall’Hip-hop alla Trap, con collaborazioni illustri sia in sede di produzioni che al microfono: la perfezione non esiste ma il primo lavoro sulla lunga distanza di Mattia Falcone, questo il nome all’anagrafe del rapper svizzero, ci si avvicina parecchio.
Tra superificie e profondità
Uno dei principali pregi di Riproduzione vietata è che Mattak ha saputo bilanciare l’equilibrio tra narrativa e complessità testuale da un lato e leggerezza e tecnica metrica dall’altro. Forse è l’esperienza “lontano dai riflettori” che gli ha permesso di sperimentare, tentare e costruire un’identità poliedrica e al contempo solida che, in questo album, trova piena espressione.
È così che si passa dall’intimismo di L’anima giusta a Il buco dell’Odds On passando per la profondità di Cibo capolavoro (con E1S) e la tecnica di Capitan Ametrica.
Lo spirito che connotava i primi singoli di Mattak non viene meno nel suo primo tentativo discografico e questo permette di apprezzarne le doti senza temere filtri dovuti all’inserimento nel mondo commerciale; anzi, le radici della carriera di questo rapper sono ben presenti in Riproduzione vietata.
Swiss Side Squad
Funky Nano, Marteena, Limon Willis e tutto il resto della crew ticinese con cui Mattak ha collaborato per anni non potevano mancare nel suo lavoro d’esordio. E infatti sono diversi i featuring con questi rapper che sono parte integrante del percorso artistico di Mattak.
Funky Nano, compagno di Matiia Falcone nei Poche Spanne, appare quindi in Uh Beibi, Marteena in M&M’s pt.II, sequel dell’ormai storica (per gli addetti ai lavori) M&M’s; l’intero collettivo invece rappa in Swiss Side Squad. Mattak, con i suoi compagni storici di musica, fa quello che vuole: fedele alle origini, anche in Riproduzione vietata non viene meno l’idea di tecnica e divertimento che ha fatto la fortuna dei suoi esordi.
Ma in questo disco, questa componente ludica e talentuosa è una parte, non più il tutto.
Dj Fastcut e Murubutu: Narciso
Che Mattak abbia fatto il salto di qualità con il suo primo album è chiaro. Il sigillo lo mettono il più grande produttore Hip-hop in circolazione e una delle penne più raffinate e complesse della scena rap italiana.
Narciso non è un semplice brano, è una storia (quella del mito di Narciso appunto), rappata e narrata in pieno stile del professore-rapper reggiano. Mattak si cala nelle vesti del cantastorie sfornando una strofa carica di incastri e significati profondi. Murubutu è una garanzia e anche stavolta colpisce con l’eleganza che ne contraddistingue i testi.
Con Dj Fastcut Mattak vanta un rapporto che prosegue da anni, sia da solo che con i Poche Spanne e altri membri della crew svizzera; la base di Narciso è un perfetto contenitore per i versi scritti dai due artisti, non è invasiva e contribuisce ad impreziosire una canzone a dir poco stupenda.
Al di là del gusto, è con Narciso che si certifica il salto di qualità di Mattak che, da rapper “tra i tanti” e astro nascente dell’Hip-hop si staglia come penna agile, tecnica e capace di una profondità che però non emerge dalla classica narrazione del ragazzo che emerge dal nulla. In questo pezzo si vede la capacità di far proprie storie altrui e raccontarle come proprie, dote che solo i grandi autori (di musica e non) hanno.
Riproduzione vietata è un grandissimo disco Hip-hop.