In occasione dell’uscita del loro debutto discografico “Surf in Maremma”, abbiamo fatto qualche chiacchiera con quei folli degli Unkle Kook, veri pionieri di un nuovo “surf rock mediterraneo”.
Benvenuti su Indielife, Unkle Kook! Allora, come state all’alba di questo esordio (discografico) e sopratutto: chi sono gli Unkle Kook?
Gli Unkle Kook principalmente sono cinque amici con esperienze musicali diverse uniti dal rock’n’roll. Tre di noi suonano insieme da molto tempo quindi si può dire che gli Unkle Kook sono diventati la famiglia allargata di quello che era un trio molto affiatato.
La vostra consapevolezza musicale sembra affondare le radici in una gavetta che ha anticipato, eccome, la pubblicazione di “Surf in maremma”. Oggi, il percorso sembra essere il contrario: si va in studio, e poi si cercano sbocchi live… Quanto e in che direzione pensate sia cambiata la musica negli ultimi anni?
Quello che cambia credo che siano soprattutto le intenzioni dei musicisti, quelle stesse intenzioni influenzano molto il modo di fare musica. Per noi è molto importante la sinergia della band, l’idea che si fa musica perché è quella che ti viene da fare, senza “inscatolare” nulla. Porti un tema in studio e la band lo fa diventare un brano. Questo per dire che sulla direzione che prende la musica c’è una grossa responsabilità di chi la fa.
Qual’è la situazione più imbarazzante che avete vissuto su un palco?
Hai mai provato a fare 400Km per andare a suonare in formazione totalmente autonoma e a pochi metri dall’arrivo renderti conto che hai dimenticato il mixer a Bologna? Per il resto il livello di tolleranza all’imbarazzo è molto alto.
E invece, il ricordo più bello che serbate legato alla vostra musica?
Ascoltare il pre mix dei brani. Ci siamo stupiti tutti, abbiamo sentito che non c’erano soltanto delle buone idee musicali ma che c’era una band che suonava.
Consigliate al nostro lettore “Surf in Maremma” nel modo più irriverente possibile. Secondo me potreste stupirci…
“Surf in Maremma” è il lubrificante perfetto per ungere la gola quando l’ostia è troppo asciutta.
Qual’è la cosa che, secondo voi, conta di più per fare musica nel 2021.
Fare musica, questo conta. Fare in modo che la musica resti un espressione autonoma, prima fai la musica e poi ci crei uno spettacolo. L’intrattenimento musicale ha decisamente annoiato.
Consigliateci tre artisti che valgano il nostro tempo. Più sono sconosciuti, meglio è.
Bè mettiamone tre tanto sconosciuti quanto diversi tra loro: Gianluca Gill; Zaraf; 220 e perché no, i Parco Lambro.