Un simposio con Federico Cacciatori a base di “Punti Fermi”

Music Factory
La prima piattaforma di Project Management Musicale ti aspetta! Scopri di più

Sono ormai da qualche anno amico di Federico, e ogni volta che esce un suo brano siamo soliti ritrovarci per farci due chiacchiere, parlare del più e del meno e, magari, tirare fuori dal cilindro dell’artista apuano qualche risposta riguardo al suo futuro che possa dare profondità ad un progetto in crescita, e in costante evoluzione.

Non ce ne siamo sottratti, da questo nostro reiterato rituale, nemmeno in occasione di “Punti Fermi”: quello che segue, in effetti, è il resoconto di un qualcosa che assomiglia più ad una chiacchierata tra amici che ad una vera e propria intervista; tanto basta, però, per capire quali siano le ambizioni e la quotidianità di una sensibilità musicale tutta da scoprire.

Federico, bello ritrovarti qui dopo così tanto tempo di silenzio. Insomma, qual è il bilancio di questo 2021 appena passato e quali sono i “buoni propositi” per l’anno che ci aspetta?

E’ stato un 2021 con alti e bassi e diciamo che la musica mi ha fatto un pò da equalizzatore, mi ha sempre dato da fare. Sono stato completamente inghiottito dalla monotonia della mia routine e mi sono un po’ perso. Dopo l’uscita di “Veste di colori” sono andato in letargo con le mie pubblicazioni, anche se in realtà non ho mai smesso di scrivere, ma aspettavo solo il momento giusto. Tra queste, e quindi tra i buoni propositi per l’anno che ci aspetta, più che la canzone in sé, c’è il messaggio del brano che ormai per me è diventato come un mantra: “Riuscirò in questo 2022 a puntare la rotta verso i Punti Fermi? riuscirò a ritrovarmi?”. Lo scopriremo solo quando il tempo farà il suo “sporco lavoro”.

L’anno scorso, dopo “Moments from Space”, eri tornato a far parlare di te con “Veste di colori”. Oggi, invece, inauguri il 2022 con “Punti Fermi”. Ci racconti qualche aneddoto sul brano che non può emergere dal semplice ascolto?

Un aneddoto che non emerge dall’ascolto del brano è sicuramente questo: esiste l’inamovibile, anche se tante cose cambiano e anche noi cambiamo con esse, esistono delle cose, delle persone, degli affetti, dei ricordi e delle sensazioni che non cambiano mai.  Per molto tempo mi sono rifiutato di chiedermi cosa conti per davvero, chi c’è, e rimane, e chi è meglio che tolga il disturbo. Per anni mi sono incazzato con la vita ribellandomi al destino stesso, poi ho capito che non dovevo più combattere, ma accettare la vita per quella che è. Il mondo e le persone cambiano molto velocemente e visti i tempi in cui viviamo, dove tutto dura nell’istante di un secondo, è fondamentale avere dei “Punti fermi”.

Di questi tempi, ribadire i propri “punti fermi” sembra essere un esercizio necessario per non perdersi, e per non dimenticare chi siamo. Quali sono le cose che di te hai capito, durante questa crisi globale?

Sono diverse le cose che ho capito durante questa crisi, tra queste sicuramente c’è la l’importanza dell’ascoltare, sarò sincero, prima di questa pandemia, le mie orecchie non erano così attente alle notizie come adesso. Ho rivalutato e cercato di capire il ruolo dei media, e per quanto siano messi tutti i giorni in discussione, nel bene o nel male, hanno la responsabilità di diffondere, buona informazione o, al contrario, amplificare la cattiva informazione o perfino disinformare. Credo in generale, che la pandemia possa darci una bella lezione sul rapporto tra scienza, società e informazione.

E se dovessi invece dire tre cose che hai capito di non volere, che proprio non ti appartengono?

La calma, certi amici e la voglia di “fuggire nello spazio”.

Tra l’altro, “Punti fermi” si accompagna ad una serie di soluzioni grafiche che hai messo a punto per poter stare più vicino ai tuoi ascoltatori. Ce ne vuoi parlare?

Assolutamente sì, sembra scontato da dire, ma l’idea era quella di rappresentare dei punti ovviamente, ma come si può mettere in evidenza il fatto che questi punti non si muovano? In video è relativamente semplice, basta tenere un “Punto Fermo” e far muovere lo sfondo, attraverso le immagini è molto difficile da riprodurre.

Descrivendo bene alla mia grafica la storia del brano, è nato spontaneamente questo simbolo, caratterizzato da un cerchio più grande, che è stato preso e modellato nella forma di una bussola, e al centro di esso, si trovano dei punti, che a seconda delle grafiche, visibili su tutti i miei social, cambiano.

Non è un errore d’immagine, abbiamo voluto proprio far trapelare questo concetto: “Non tutte le persone sanno di avere dei punti di riferimento, o proprio non ce l’hanno e in quel caso il cerchio è vuoto. Per tutti quelli invece che hanno dei propri punti fermi, nel simbolo possono trovarci i puntini.

Il simbolo è una sollecitazione a trovare dei riferimenti per chi non li avesse, e un’allusione a quelli che già li hanno. Tramite questo simbolo, le persone possono rendere condivisibili i propri “Punti Fermi”Questo simbolo può essere anche condivisibile semplicemente copiandolo dalle descrizioni dei post. 

Prima di salutarci, consigliati un film che, secondo te, potrebbe avere come colonna sonora la tua “Punti fermi”!

Un film che potrebbe avere “Punti Fermi” come colonna sonora  è “Perfect Sense” di David Mackenzie, un film che in fin dei conti riesce a comunicarti che ciò che rimane, sopravvive ad ogni altra cosa.

Iscriviti alla nostra newsletter

Iscriviti per rimanere aggiornato su tutte le nuove uscite e per non perderti nemmeno un articolo dei nostri autori! Basta solo la tua mail!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Music Factory
La prima piattaforma di Project Management Musicale ti aspetta! Scopri di più