Tra Lucio Dalla e Rino Gaetano: i “Coralli” di Maelstrom

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In occasione dell’uscita del suo primo singolo per Revubs Dischi, abbiamo fatto qualche domanda al cantautore Maelstrom, che venerdì scorso ha dato luce al suo secondo brano pubblicato dopo l’esordio da indipendente con “Pecore Nere”: oggi, invece, “Coralli” giunge da dare nuova vita ad un progetto certamente interessante, che avrete modo di scoprire meglio nelle righe che seguono. Ne vale la pena.

Maelstrom, “vortice leggendario”. Direi che è la prima volta che mi imbatto in un nome d’arte così avvincente. Partiamo di qui: in che senso e perché, “maelstrom”?

Ti ringrazio per il complimento! Maelstrom deriva da Malen “girare” e Stroom “corrente”. E’ un vortice leggendario della cultura nordica. Maelstrom è un racconto di Edgar Allan Poe. E’ un film di Denise Villeneuve ed è il frutto dell’amore incondizionato che provo nei confronti del mare e delle leggende dei marinai.

Il tuo nome, però, è Alessandro. E allora viene naturale chiederti: quali sono i punti di continuità tra Maelstrom e Alessandro, e in cosa invece differiscono, le tue due personalità?

Indubbiamente Maelstrom e Alessandro vanno d’accordo. Ho scelto questo nome, al di la delle motivazioni di cui parlavo prima, perché sono sempre stato soggetto ad accumulare sensazioni ed emozioni che spesso necessitavano di venire allo scoperto, o forse sarebbe meglio dire “a galla” e in questo processo Maelstrom è stato indispensabile, ma non riesco a trovare una vera e propria differenza tra le due personalità se non che Alessandro non va sempre in giro con il basco e il cappotto rosso.

Raccontaci di te: ricordi la prima canzone che hai scritto? Di cosa parlava?

La prima canzone che ho scritto risale al terzo anno del liceo, quando suonavo le tastiera in una band che si chiamava “La canaglia e il Gentiluomo” e parlava di un giullare che faticava a riscattare la propria condizione sociale all’interno di una corte corrotta. Ricordo chiaramente ancora tutto il testo!

Oggi, invece, “Coralli”. Anche qui, il corallo assume un valore simbolico ben preciso, che aiuta ancor di più a comprendere la fascinazione che sembri avere per tutto ciò che è nascosto, e in qualche modo “esoterico”. Ci ho azzeccato?

Più che azzeccato. Ho sempre provato un senso di attrazione e allo stesso tempo di timore in tutto ciò che ci è estraneo e nascosto e il brano “Coralli” è la voglia di azzardare, ma anche in una qualche maniera la consapevolezza di andare in contro ad una mareggiata.

Passiamo al brano. Raccontacelo, e dicci qualcosa sul pezzo che, magari, non si può evincere semplicemente dall’ascolto.

Ho iniziato a scrivere “Coralli” un po’ per rispondere alla necessità di intraprendere un nuovo viaggio, di concedermi il rischio di sbagliare senza farmene una colpa. Nel testo cito inoltre Lucio Dalla e Rino Gaetano, che oltre ad essere tra i cantautori che ho sempre ascoltato, simboleggiano il conflitto di una voce emergente che sente di non avere ancora trovato la forza e le parole giuste per esprimersi, ma che nonostante questo decide di intraprendere la propria traversata.

Ho visto che il brano è stato firmato anche da Nube, tuo compagno di etichetta. Come vi siete conosciuti, e come sei entrato in contatto con Revubs Dischi?

Nube è mio fedele amico da diversi anni, abbiamo frequentato lo stesso liceo e suonato per circa quattro anni nella stessa band e ha curato l’arrangiamento del brano in fase embrionale. Sono riuscito ad entrare in contatto con Revubs Dischi un po’ anche grazie a lui, che mi ha fatto ascoltare i loro lavori, poi ho scoperto che alle produzioni c’era il nome di Altrove che avevo iniziato a seguire da un pò di tempo e gli ho subito mandato il mio progetto.

Consigliaci un libro, un film e un album che raccontino chi è Alessandro, e anche un po’ chi è Maelstrom.

Difficile essere così selettivo, ma vai. Come libro non vado su un romanzo e ti dico “Amleto” di Shakespeare, come film “I colori dell’anima” sulla vita del pittore Amedeo Modigliani e come album “Mio fratello è figlio unico” di Rino Gaetano.

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