Sanremo non è mai stato così indie: (ri)scopriamo i protagonisti del 2022

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Ci siamo. La 72° edizione del festival di Sanremo riapre le porte al meglio della musica italiana: Amadeus rimane in carica a guidare la nave dopo essersi sobbarcato il peso di presentare le due edizioni precedenti, pesantemente penalizzate dalla pandemia.

Un uomo, una certezza: il suo lavoro è stato doppio in tutti questi anni. Non solo ha presenziato tutte le sere con i suoi immancabili smoking brillantinati e quel sorriso che gli spettatori dei Soliti Ignoti conoscono così bene. Si è pure accolato il non facile compito di Direttore Artistico: la musica, con Amadeus, si è ringiovanita. Diodato e i Maneskin – ultimi vincitori di Sanremo – ne sanno qualcosa.

E chi l’avrebbe mai detto?

Che cosa aspettarsi quando si aspetta: i nomi più indie di Sanremo

Da qualche anno ormai la distanza tra i buoni – quelli legati a etichette indipendenti – e i cattivi – i figli di Sanremo legati alle major – si sta dissolvendo. Proprio Amadeus, uno dei volti della Rai, ha aperto le porte ai barbari invasori. Andiamo a vedere in dettaglio, quindi, questi barbari che sono pronti a presentarsi al grande pubblico e che noi invece conosciamo così bene.

RKOMI

Pseudonimo di Mirko Manuele Martorana, nasce nel 1994 e cresce a Milano. Finisce la scuola in anticipo e inizia a fare di tutto, ma letteralmente di tutto: barista, lavapiatti, muratore.

Ma sapeva benissimo di avere qualcos’altro, qualcosa di più profondo: inizia a credere nel suo progetto – e che progetto – musicale dal 2012, e non si ferma più. Oggi collabora con artisti e produttori del calibro di Mace, Venerus, Dargen D’Amico. E continua a crescere.

Un rapper alla sua prima partecipazione al festival di Sanremo, che arriva in Liguria con l’onere dell’album più venduto del 2021, ‘Taxi Driver’. Un rapper sui generis, un giocoliere che si districa tra ritmi e parole sempre diversi, sempre incalzanti. E lo fa con una voce semplice, che lascia spazio alla cosa più importante: quello che ha da raccontare.

Con una faccia pulita e un tatuaggio sul collo, occhi chiari e un passato nelle periferie di Milano, ecco uno degli outsider/favoriti del festival: la contraddizione è il suo pane quotidiano. E di sicuro ci saprà sorprendere, come sempre fa.

LA RAPPRESENTANTE DI LISTA

Gruppo composto da 2 elementi: Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina. Originari di Palermo, sono alla seconda partecipazione del festival di Sanremo, e l’anno scorso non sono decisamente passati inosservati: la stessa Malyka, in un evento organizzato a Faenza dal Post, ha detto che il gruppo siciliano era la realtà che più l’aveva colpita al festival passato.

Talento, fame – tanta fame – e tantissimo entusiasmo. Con un’identità forte e una voce, la voce di Veronica, che non si dimentica facilmente. Sicuramente tra le tre voci più belle che abbiamo in Italia in questo momento.

Uno specchio che riflette quello che la cantante porta sul palco: energia e accoglienza al tempo stesso. Veronica e Dario scrivono di loro, della loro sessualità, della loro vita, e lo fanno con una rabbia dolcissima, la rabbia dei figli messi da parte.

E dopo l’anno scorso – guarda caso il titolo della loro canzone era “Vita” – sono pronti a ripetersi.

DARGEN D’AMICO

Non sappiamo se infilarlo nella categoria indie, non sappiamo se presentarlo come rapper, e non sappiamo neanche se relegarlo solo all’ambito musicale. Come Balto non è cane e non è lupo, sa soltanto quello che non è.

Nascosto sempre dietro ai suoi occhiali da sole a specchio, Jacopo D’Amico – Corvo d’Argento per i fedelissimi del rap – è una delle grandissime incognite del festival di Sanremo: di lui sappiamo solo che porterà La Bambola di Patty Pravo nella serata delle cover.

Un genio (in)compreso, un animo unico che con le parole fa quello che vuole, come se rifuggisse alle leggi degli incastri e del ritmo. Da autore di artisti come Fedez, Danti, a cantante a rapper, Dargen arriva per la primissima volta in un contesto che sembra molto distante da lui.

Ma siamo sicuri che quelle regole che da anni non infrange, modifica, sarà in grado di cambiarle ancora una volta, per la magia più grande di tutte.

E quale palco migliore per il suo più grande numero di prestigio?

GIOVANNI TRUPPI

Cantautore napoletano classe 1981 è una delle personalità più particolari del festival di Sanremo– e come stupirci, visto che siamo nel panorama indie che più indie non c’è?

Scrive da sempre, e suona da sempre. Cinque album all’attivo e tanti, tantissimi progetti che rivelano tutte le sfaccettature della sua anima: tra le collaborazioni con Calcutta, con la Rappresentante di Lista, Brunori Sas, Niccolò Fabi.

La voce ricorda tantissimo quella di Francesco Bianconi, il cantante dei Baustelle, e nel corso degli anni ha modificato il suo stile più e più volte: da Rino Gaetano alla musica più leggera del teatro canzone di Gaber, fino alla dolcezza malinconica del suo ultimo album. Un artista più unico che raro, che finalmente si sente pronto per fare il grande salto. Speriamo che porti la seconda parte di “Come una cacca secca” di fronte agli smoking di Amadeus e al ciuffo di Fiorello.

E siamo sicuri che, dietro al loro aplomb timbrato Rai, tutti e due si divertirebbero come pazzi.

L’indie ormai è arrivato: è entrato sottopelle al festival di Sanremo, prova ne sono gli ascolti sempre più alti da parte dei giovani, e gli artisti che continuano a presentarsi, edizione dopo edizione, continuano a portare avanti quella che sta diventando una tradizione.

E allora non ci resta che sederci, preparare bibite e patatine, e prepararci: li conosciamo tutti, sappiamo a memoria le loro canzoni. E siamo pronti a vederli sul palco più importante di tutti dopo aver visto i loro concerti in giro per l’Italia.

Vestiti bene, certo, ma con la loro musica che rimane intatta.

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