Con il cuore in gola, quattro chiacchiere con Manila

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Ho conosciuto i Manila ben prima che portassero questo nome (che ha il fascino esotico delle cose lontane, che tornano vicine per mostrare quanto ogni distanza, dopo tutto, sia solo una questione di punti di vista).

Giovanissima band della zona dell’alta Toscana, i Manila sono stati capaci, nell’ultimo anno, di concedersi una tripletta di rinascite che portano il nome dei tre singoli fin qui pubblicati: dall’esordio con “Francesca” a “Cuore in gola”, il sound dei Manila si è trasformato seguendo il filo di un’evoluzione passata attraverso le mani di collaboratori niente male (uno su tutti, Leo Caleo, produttore dei brani e nome già conosciuto ai lettori di Indielife) fino ad arrivare all’oggi, che li vede alle prese con una voglia matta di salire sui palchi per tornare a fare ciò che ogni musicista anela.

Non è un caso, in effetti, che “Cuore in gola” sembri sgorgare proprio dalla ferita aperta di una condizione pandemica che ci sta lasciando senza fiato, e immobili nella nostra impossibilità di ridarci una spinta verso l’alto, capace di riportare in superficie desideri, passioni e amori che ormai paiono sopiti sotto litri e litri di distanze; nella liquidità del tempo che fugge, i Manila provano a galleggiare con un brano che sa di preghiera all’universo, ma ancor prima al “prossimo”: se sei abbastanza vicino ai Manila, se provi anche tu a tendere l’orecchio (e il cuore) verso “Cuore in gola”, potresti accorgerti che i quattro stanno parlando proprio (e anche!) a te.

Manila, benvenuti su Indielife Allora, partiamo dalle cose semplici: spiegateci il perché del vostro nome.

Intanto vi ringraziamo dell’ospitalità! Il nome “Manila” è stato scelto perché sia a livello di sonorità che di immagine, ci richiama una visione nuova, colorata e calda e rappresenta per noi la voglia metterci in gioco con una veste del tutto nuova e inesplorata.

Dalle vostre note stampa, scopriamo che venite dalla provincia toscana, in particolare da Carrara. Ecco, mi piacerebbe sapere quanto una città con una tale cultura e storia artistica abbia potuto influenzare il vostro avvicinarvi alla musica.

Premetto che Carrara è una cittadina che noi amiamo, ma allo stesso tempo è da riconoscere come in realtà sia particolarmente difficile qui emergere a livello musicale ed artistico da un tale contesto. Ma proprio perché siamo affezionati a questi posti non ci siamo persi d’animo e abbiamo continuato in tutto e per tutto nel nostro intento di farci conoscere e dimostrare che, anche in province del genere è possibile ottenere qualcosa. Sì, ok, è vero siamo la città natale di Francesco Gabbani… e non vogliamo che lui sia un caso isolato… (ahaha).

Tra l’altro, avete all’attivo già una discreta discografia, fatta di singoli che testimoniano l’evoluzione del sound verso quello che oggi potrebbe definire “mainstream”. Ma ci sono anche echi autorali forti in quello che fate: quali sono le principali ispirazioni dei Manila?

Un’analisi molto dettagliata e veritiera, e siamo molto contenti di quello che avete detto. Per rispondere alla domanda… noi in realtà cerchiamo sempre di fondere le nostre idee e di creare qualcosa… certo ognuno di noi ha delle ispirazioni differenti ma la cosa che ci unisce è di sicuro l’amore per la musica e di quello che può trasmettere… e quindi tutti cerchiamo di vivere con e tramite la musica che oggi rischia sempre più di essere sottovalutata.

Come si legano fra loro i brani fin qui pubblicati? Esiste un filo rosso capace di congiungere le parti?

Sì …sicuramente sì. Dove sperimentiamo di più è il punto di vista sonoro, per quanto riguarda i testi, beh, “una canzone da perdere” era l’incipit ideale con cui si spiegava una chiusura di una parte della vita, mentre con “Francesca”, che a livello sonoro è anche più aggressiva, si spiegava il perché della fine e soprattutto si rivelava la persona. “Cuore in gola” invece rappresenta l’attesa delle conseguenze di ciò che è stato ma soprattutto di quello che potrebbe essere.

cuore in gola manila indielife.it

Arriviamo a “Cuore in gola”. Ciò che colpisce fin da subito è la copertina. Ci raccontate cosa si cela, dietro questa potente immagine? Cosa volevate comunicare con questo “gelato al cuore”?

Sì, abbiamo scelto un’immagine di sicuro non ordinaria… alla fine, l’attendere può portare benissimo a far svanire le immagini e impressioni, siano esse positive o negative, che si sono create al primo incontro. Possiamo anche vederlo come un vero e proprio conto alla rovescia che ci spinge ad agire prima che tutto si “sciolga”.

Il fulcro del brano è di certo il concetto di attesa. Quali sono le cose che i Manila aspettano da sempre, e che talvolta temono possano non arrivare mai?

Eccoci al dunque, bellissima domanda. La cosa che temiamo più di tutte è di non avere la possibilità di farci sentire e con “Cuore in gola” siamo arrivati finalmente dove volevamo a livello di crescita, costanza e creatività. E non finisce qui…aspettatevi nuovi “segnali”.

Sentite, chiudiamo con una domanda utile a sciogliere i nervi. Consigliatevi un film che, secondo voi, potrebbe avere come colonna sonora il vostro nuovo singolo.

Questa domanda sta particolarmente a cuore a Edoardo, il nostro cantante, che quando componiamo fantastica sempre sulla possibilità che possa succedere una cosa simile e “Cuore in gola” sarebbe ideale per una di quelle puntate di serie tv, come “How I Meet Your Mother”. Ma non una puntata qualsiasi, ma una di quelle in cui si arriva a momenti cruciali che vengono ricordati e segnano la serie intera.  

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