Icaro, il nuovo singolo di Eramo Nubi – Intervista all’artista

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Eramo Nubi torna alla ribalta con un nuovissimo pezzo che prende spunto dalla classicità e si chiama “Icaro“, prodotto da MIND e distribuito da ADA Music Italia.

Questo è un brano che vuole essere un po’ il primo step di un nuovo percorso artistico del cantautore siciliano, che si destreggia abilmente in un genere miscellaneo, contaminato da influenze hip hop, jazz e black music.

Un progetto senza ombra di dubbio ambizioso e creativo, che parte da un passato mitico per parlarci di un presente che possiamo toccare con mano e che Eramo Nubi ci sa cantare su un sound ritmato, che scandisce e dà peso e dimensione ad ogni singola parola.

«Icaro è lo specchio della condizione umana contemporanea, privata ed universale – racconta Eramo Nubi – perciò ho cercato di costruirgli intorno un labirinto di versi in grado di dilatarsi e contrarsi. Il testo è scandito da un ritmo serrato, che analizza la dinamica di sofferenza e liberazione che unisce padre e figlio. La scelta della cassa dritta, invece, è una metafora dell’unica mossa possibile per i due protagonisti, che vedo come moderni pedoni degli scacchi, con un passo a disposizione alla volta». 

Icaro: intervista ad Eramo Nubi

Parliamo un po’ di questo “labirinto di Dedalo”. La citazione classica è palese, quindi, da che idea nasce “Icaro”?

Penso che il mito di Icaro e Dedalo sia di grande ispirazione. La traccia è un tentativo di risoluzione, il momento di sospensione in cui possiamo esentarci dal pendere una parte o un’altra. Il dualismo è affascinante come lo è la possibilità di stare in mezzo, di lasciare andare, che è in fondo il desiderio di liberarsi.

Dici: “Forse è il caso di prendersi una pausa, temporeggiare un po’”. Credi che fermarsi sia il segreto per ripartire avendo più a fuoco le cose?

Sto comprendendo che respirare bene mi rende più calmo e lucido nel viaggio. Il respiro è incondizionato ma ci tiene in vita: forse si tratta della consapevolezza più grande che abbiamo. Alle volte fermarsi equivale a rispettarsi, penso.

Eramo Nubi al Ballark di Palermo

A livello musicale, il tuo progetto è veramente interessante e unisce diversi generi. Questo pezzo in particolare mi ha ricordato molto qualcosa alla “Terapia di gruppo” di Davide Shorty coi Funk Shui Project. A questo proposito, mi chiedevo: c’è qualcuno che ti influenza o ti ha influenzato particolarmente nella scelta del genere?

Ti ringrazio per l’apprezzamento. La contaminazione è essenziale nelle arti: ce ne serviamo istintivamente per creare nuovi mondi. Davide è un grande artista e fratello: so che condividiamo un spirito molto affine. Qualcuno o qualcosa che mi ispira in particolare non direi, anzi tento di allontanarmi quanto posso dalle influenze per “forgiare” musica autentica.

Sperando di non bruciarci, ci aspettiamo che “Icaro” voli in alto. Qualche spoiler sul futuro?  

Speriamo se non altro di imparare a goderci il volo pienamente. Per il futuro la penso semplice: voglio suonare e far provare alle persone un po’ del mio microcosmo.

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