Faccio un cinema: il nuovo album di inediti del Triangolo è uscito il 17 gennaio per Ghost Records. La band, composta da Marco Ulcigrai (chitarra e voce) e Thomas Paganini (basso, voce), ritorna dunque con il terzo capitolo di un percorso iniziato nel 2012 con un lavoro discografico dal titolo “Tutte le canzoni”.
“Faccio un Cinema”: il nuovo album di ienditi del Traingolo
Faccio un cinema non è solo un progetto dal sound ricercato e fortemente riconoscibile, ma una vera e propria narrazione di un approccio più maturo all’esistenza.
Cantautorato italiano, mondo del cinema e anni ’60 si mescolano a creare un linguaggio immediato e contemporaneo, un po’ come quello dei social network. Il tutto con un’anima rock n’roll.
Nella testa – Il Triangolo
E così sin dal primo ascolto i brani continuano a suonare continuamente Nella testa, come “la tempesta che ognuno di noi si porta dentro” spiega la band.
Non mancano i toni palesemente malinconici, Il giorno sbagliato capita a tutti. Il Triangolo ce lo racconta allora in chiave tragicomica e spiega inoltre “Non è quello che pensi ma è come lo dici”
Infatti la band ci dice di una storia d’amore passionale in Messico, un brano dai toni western che però lascia in sospeso qualcosa che va nascosto, perchè forse va bene così.
Ma allora è tutta una questione di attitudine! Attitudine che deve essere giusta, come quella che ha portato il duo a poter affermare: “nel 2019 abbiamo deciso di spegnere la TV e saltare giù dal divano per combinare qualcosa di grande”.
“Il futuro è scritto anche dentro agli occhi” racconta il brano Siamo Diversi. Allora risolviamo l’analfabetismo emozionale e leggiamo negli occhi che guardiamo nello specchio.
E tu, che stai aspettando?
“È più di un anno che non faccio un sogno, l’unico che ho nel cassetto è anche davanti agli occhi tutto il giorno.”
Tracklist:
“Faccio un Cinema”: il nuovo album di inediti del Triangolo.
Nel lontano 31 marzo del 1300 una figura storica conosciuta a tutti come Dante, esce dal suo viaggio nell’aldilà, così, il 31 marzo 2020, due dei più grandi artisti della scena rap italiana, hanno unito le forze per far uscire, a mio parere, il miglior album dell’anno.
Si, stiamo parlando di Murubutu e Claver Gold che, finalmente hanno deciso di collaborare per il loro primo concept album: INFERNUM.
Uscito per la Glory Hole Records, in quest’album i due artisti intraprendono un viaggio musicale tra le atmosfere e i personaggi più suggestivi della prima delle tre cantiche del poema di Dante, con il duplice obiettivo di leggere la contemporaneità e tributare la grande opera del padre della lingua italiana.
Anticipato dal singolo “Paolo e Francesca”, l’album inizia e si conclude con le produzioni de Il Tenente e gli scratch di DJ Fastcut.
Tracklist:
1)Selva oscura
“Selva Oscura”, traccia d’apertura dell’album, ha un’intro recitata da Vincenzo di Bonaventura, attore teatrale che già in passato aveva realizzato una versione teatrale dal suo punto di vista dell’Inferno di Dante. Il titolo trae origine dai notissimi primi tre versi del Canto I dell’Inferno di Dante.
Si tratta di un’introduzione all’album: esso, infatti, consiste di alcuni estratti recitati dell’Inferno, relative a quasi tutte le parti della Commedia trattate nell’album dei due rapper.
Dante si addentra nella selva oscura
2)Antinferno
Il pezzo, che vanta la collaborazione di Davide Shorty, prende ispirazione sia dal terzo Canto, sia dal primo, della cantica dell’Inferno della Divina Commedia di Dante. In particolare, tratta degli ignavi, cioè degli uomini che in vita non hanno preso alcuna scelta.
3)Caronte
Nella religione greca e nella religione romana, Caronte era il traghettatore dell’Ade. Nel brano la sua figura diventa metafora dell’eroina, sostanza che traghetta le anime nel viaggio verso l’aldilà.
Lo spostamento del beat da destra a sinistra e viceversa, tra le varie strofe, può simboleggiare Caronte che traghetta tra le anime tra un argine e l’altro del fiume Acheronte.
Caronte
4)Minosse
Il quarto pezzo dell’album trae ispirazione dalla prima parte del Canto V.
La canzone ripercorre molte delle pene subite dai dannati ed è una riflessione sulla vita dopo la morte e sulla possibilità di essere giudicati.
Minosse
5)Paolo e Francesca
È la quinta traccia del disco e il primo singolo estratto e, vanta la collaborazione di Giuliano Palma.
È stato pubblicato il 25 marzo, data da ricordare perché infatti nel 25 marzo del 1300 Dante si addentra nella famosissima selva oscura.
La canzone trae ispirazione dal Canto V della cantica dell’Inferno della Divina Commedia, nel quale Dante attraversa il secondo cerchio, dove vengono puniti i lussuriosi, trascinati in eterno da un’implacabile tempesta. Qui incontrerà poi due figure spiccanti, appunto Paolo Malatesta e Francesca da Polenta.
Il brano rievoca la vicenda, soffermandosi in particolare sul sentimento assolutizzante ed eterno che legava i due dannati.
Paolo e Francesca
6)Pier
Il brano è ispirato al Canto XIII della cantica dell’Inferno della Divina Commedia, dove sono puniti i suicidi.
Nello specifico la figura d’ispirazione è Pier delle Vigne, qui utilizzata per raccontare la storia di un adolescente che decide di togliersi la vita perché vittima di bullismo.
7)Malebranche
Oltre a partire con un extrabeat che ci ha fatto sognare un po a tutti, la canzone trae ispirazione dai Canti XXI e XXII della cantica dell’Inferno.
Qui Dante e Virgilio attraversano la quinta bolgia dell’ottavo cerchio, dove vengono puniti i barattieri, chi cioè sfrutta il fatto di coprire una carica pubblica per fini personali.
I due poeti sono raggiunti dal gruppo di diavoli chiamati “Malebranche”, capeggiati da Malacoda.
Essi, tra gesti volgari e burle, uncinano i dannati che provano a uscire dalla pece.
I due canti sono caratterizzati da uno stile comico, in parte ripreso anche nella canzone. Essa, inoltre, contiene anche la condanna dei moderni barattieri nella musica, cioè di chi canta solo di droga, soldi e lusso.
8)Ulisse
Il pezzo prende ispirazione dal Canto XXVI dell’inferno principalmente in relazione al personaggio di Ulisse.La canzone ripercorre la sua vicenda, soffermandosi in particolare sul suo desiderio di conoscenza, che supera i confini posti dagli uomini e da Dio.
Ulisse
9)Taide
Il brano trae ispirazione dalla figura di Taide, incontrata da Dante nella seconda bolgia dell’ottavo cerchio, nel Canto XVIII dell’Inferno, qui descritta come prostituta e quindi costretta ad essere immersa nello sterco perché adulatrice.
La canzone, invece, dipinge elegantemente la psiche di una Taide moderna e malinconica, divisa tra la volontà e l’incapacità di amare, con pochi riferimenti alla Taide dantesca.
10)Lucifero
Il pezzo trae ispirazione dal Canto XXXIV, ultimo della cantica dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri. In questo canto Dante e Virgilio si trovano nella Giudecca: qui vengono puniti i traditori dei benefattori, completamente conficcati nel ghiaccio come per ricordare la durezza del loro cuore. Nello stesso ghiaccio è immerso Lucifero, il principe dei demoni dall’aspetto mostruoso che fu l’angelo più bello, scagliato sulla Terra da Dio dopo esserglisi ribellato.
La canzone riprende la vicenda del demone, tratteggiandolo però in modo diverso dalla tradizione dantesca: non come automa senz’anima, incarnazione del male assoluto, ma come titanico essere tanto crudele quanto sofferente.
11)Chiaro Mondo
L’ outro consiste in estratti da pezzi precedenti dei due artisti a tema “Inferno” e deve il proprio titolo alla conclusione del Canto XXXIV dell’Inferno della Divina Commedia di Dante e con esso della stessa cantica.
Sabato 4 e Domenica 5 Aprile andranno in onda su Rai Radio2 i concerti di Rancore e The Zen Circus realizzati per Radio2 live, come contenuti scelti all’interno delle trasmissioni della campagna #IORESTOACASA con Rai Radio2.
Sabato 4 Aprile, dalle ore 21 alle ore 22, andrà in onda il concerto di Rancore, realizzato esattamente un anno fa per Radio2 live nella sala B di via Asiago a Roma.
Il rapper reduce di Sanremo e del premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo per la canzone Eden, vanta numerose collaborazioni nonché un importante apprezzamento da pubblico e critica. Nel Radio2 live ha portato in scena il suo ultimo album “Musica per bambini”, che lo riconferma tra i rapper più interessanti nel panorama italiano.
Rancore
Domenica 5 Aprile, invece, dalle ore 21.00 alle ore
22.00, sarà possibile ascoltare il Radio2 live di The Zen Circus,
trasmesso e registrato a Luglio 2019 in occasione della loro esibizione a Rock
in Roma.
The Zen Circus, in venti anni di carriera e oltre mille concerti, hanno conquistato un pubblico affezionato e sempre più transgenerazionale, grazie alla potenza espressiva e alla forza catartica che riescono a creare salendo sul palco. Mai ripetitivi, ma sempre performanti, sono divenuti, nel tempo, una certezza del rock italiano.
“Quando crollerà il governo/ Fuoriposto” è il primo doppio singolo del nuovo viaggio artistico deLa Municipàl, la band composta dai fratelli Carmine e Isabella Tundo. Si tratta del primo passo verso la pubblicazione di cinque doppi singoli in vinile 45 giri, a tiratura limitata e con un forte dualismo tra lato A e lato B di ogni uscita.
Anticonvenzionale? Sicuramente, non a caso il progetto si intitola “Per resistere alle mode”.
Primo singolo del progetto
Noi di Indie Life ne abbiamo parlato con Carmine.
Ciao, grazie per la disponibilità. Iniziamo da “Quando crollerà il governo”: è un brano che parla di amore fraterno, ma ha varie chiavi di lettura, ci spiegheresti come si può interpretare?
Ciao. Dunque, il brano parla della distanza tra me e Isabella, poiché lei vive e lavora in Sicilia e io invece qui a Lecce: nei giorni in cui lei mi raccontò che sarebbe andata in Sicilia, stava cadendo il governo: c’è un parallelo tra sentimento e politica.
Al brano sopracitato segue “Fuoriposto”. Dalle sonorità più scure, parla di solitudine e consapevolezza. Come si può stare bene anche se “fuoriposto”?
È una questione appunto di consapevolezza di se stessi e dell’accettazione dei propri difetti, del proprio carattere attraverso un percorso. Scrivere questo disco è stato un vero e proprio percorso interiore che mi ha portato a stare meglio con me stesso.
Parlando dunque di sonorità, la vostra musica è rock con una forte attitudine melodica. Per alcuni i vostri brani sono dei pugni nello stomaco. A che pubblico vi rivolgete?
Sinceramente non penso molto al pubblico quando scrivo dei brani, cerco di suonare per me stesso, come ho scelto parecchi anni fa per cercare di essere più sincero possibile. Quando scrivo qualcosa, specialmente se molto intimo, come accade per La municipàl, poi devo sentirmi a mio agio quando la suono. Alcuni brani possono piacere o meno al pubblico, che sto cercando di educare a un certo tipo di ascolto così come cerco di far cogliere anche le varie sfumature dei nostri brani.
Domanda obbligatoria: come nasce un testo de La municipàl? Sappiamo che vi ispirate molto alla realtà…
Nasce quando sei sottopressione per un’urgenza artistica di dover dire qualcosa.
Come sei giunto alla scelta di essere un musicista? E cosa vuol dire essere un musicista al Sud Italia?
È un percorso che porto avanti da circa 17 anni, è stata una scelta di vita. Qui al Sud è ancora più difficile. Si tratta di un’attitudine, di una sfida. Spesso parlando in famiglia dico di considerarmi come un prete, come se avessi una vocazione, una profonda fede verso qualcosa anche se non si manifesta.
Domanda tecnica: accordo preferito?
Bella domanda! Re minore.
Un po’malinconico!
Sì, sicuramente.
In questi giorni un po’ particolari un vostro brano dà voce alla speranza”, finirà tutto quanto”: da dove ripartirà La municipàl?
Direi che concettualmente non ci siamo mai fermati, sto continuando a scrivere e registrare. C’è stato l’annullamento del tour ma finchè avremo canzoni e qualcosa da dire si troverà la possibilità di suonare in giro. Speriamo che questo momento storico passi presto e non lasci cicatrici molto profonde.
Un aneddoto memorabile nella storia del gruppo?
Sicuramente le notti in albergo: io purtroppo sono sonnambulo e mia sorella Isa si doveva spesso sorbire i miei discorsi notturni e ha anche iniziato a studiarli (ride).
Immagino che voi abbiate anche scritto qualcosa a partire da questi discorsi.
Ho pubblicato due album a nome Carmine Tundo, che sono più sperimentali e in cui ho messo in musica i miei incubi notturni. Poi è una circostanza che dipende da come stai psicologicamente e in questi giorni particolari ho ripreso a scrivere per un progetto un po’ più oscuro.
Va bene Carmine, ti ringrazio!
A presto, grazie a voi!
Come stare bene anche se “Fuoriposto”: queste sono le risposte de La Municipàl.
Una brillante carriera musicale a fianco di artisti come Cristiano de Andrè, Franco Battiato, Eros Ramazzotti e un’esigenza comunicativa molto forte: stiamo parlando di ciò che ha portato il musicista Osvaldo Di Dio a intraprendere un percorso da cantautore col nome didio. Sono infatti disponibili sulle maggiori piattaforme di streaming i singoli Mi gira la testa, Naufraghi e Inevitabile che anticipano l’album in prossima uscita. Ecco la nostra intervista a didio, chitarrista e cantautore eclettico.
Ciao, grazie per la disponibilità! Sappiamo che hai una formazione musicale molto ampia e variegata. Da dove deriva la scelta di intraprendere un percorso da cantautore?
Ciao! Dunque, in pochi lo sanno, ma nasco come cantautore. Alla fine degli anni ’90 mi sono trasferito a Milano e quello che era il piano B è diventato il piano A: così mi sono ritrovato per anni a suonare come chitarrista. In seguito ho percepito che il momento fosse propizio per riafferrare il progetto.
Quali sono gli artisti che ti hanno influenzato maggiormente a livello chitarristico e quali per quanto riguarda la scrittura di testi?
Il motivo per cui ho imbracciato la chitarra è stata la musica di Pino Daniele, ma poi ci sono stati molti altri chitarristi, tra cui quelli “storici” come J. Hendrix, D. Gilmour ecc. Per quanto riguarda la scrittura ho appreso molto tramite l’esperienza musicale con Cristiano De Andrè e Franco Battiato: due artisti dai linguaggi diversi, ma egualmente profondi.
Domanda molto tecnica: qual è il tuo accordo preferito?
Bella questa! (ride) Cambia a seconda dei giorni, in genere è quello che rispecchia il momento. Poi mi piace creare contrasti: ho utilizzato un accordo “solare” con la settima maggiore per scrivere un brano dal titolo A Milano non c’è il sole, che inoltre sarà contenuto nell’album. E questo era uno spoiler.
“Sentiti libera di dire no alle regole che cambiano continuamente ” canti nel brano Naufraghi. Mi piacerebbe sentire una spiegazione di questa frase molto densa di significato.
Per regole intendo ciò che viene imposto dall’esterno a bloccare le possibilità dell’altro: mi riferisco alla violenza psicologica sulle donne, una questione da dissipare.
Se dovessi definire un tuo genere musicale di riferimento, quale sarebbe?
Ho una doppia anima, come si noterà maggiormente in seguito: il mondo elettro-pop, che si può avvertire nei primi due brani che deriva dall’esperienza con Battiato; poi c’è un mondo prevalentemente acustico che potete ascoltare nel nuovo singolo Inevitabile.
Secondo te cosa significa oggi l’espressione musica indie?
Secondo me vuol dire essere fuori dagli schemi, indipendenti e proporre quello che si vuole. Prendiamo come esempio Brunori Sas, che va dal moderno allo stile anni ’70: un tempo questa versatilità non era possibile. Indie è libertà, creatività.
Quindi si tratta di un’attitudine più che di un genere?
Sì. Il termine deriva da una questione di etichetta discografica, ma ad oggi è diventato sinonimo di indipendenza. Ci sono artisti indie capaci di riempire i palazzetti senza essere passati dalla televisione! La rete ha reso possibile tutto questo: il pubblico ha un potere decisionale senza filtri.
Cosa diresti ai giovani che vorrebbero intraprendere un percorso di studi musicale?
Direi innanzitutto di intraprendere un percorso di studi musicale: si apprende la disciplina e il rispetto per la musica, prima ancora di un virtuosismo. Siamo nella società del tutto e subito ma un successo veloce, si brucia inevitabilmente.
Sappiamo che nella tua carriera di chitarrista si annoverano nomi della musica italiana molto importanti. C’è un artista con cui ti piacerebbe collaborare?
Mi sarebbe piaciuto collaborare direttamente con Pino Daniele, ma ho partecipato al tributo Pino è. Ci sono artisti con cui si potrebbe pensare a un featuring, si vedrà!
Va bene Osvaldo, grazie e a presto!
Grazie a voi, ciao!
Fonte: Ufficio Stampa Parole & Dintorni
Ti è piaciuta l’intervista a didio, chitarrista e cantautore eclettico? Leggi anche l’intervista a Ceroli
Dal 17 Marzo possiamo ascoltare sulle principali piattaforme streaming Il fraintendimento di John Cage, nuovo brano dell’ecclettico cantautore Lucio Leoni. Si tratta di un’anticipazione di “Dove sei pt. 1”, album in uscita ad Aprile, nonché primo capitolo del suo nuovo doppio disco di inediti.
Il titolo del brano rimanda a una caratteristica del compositore americano John Cage: l’essere frainteso a causa delle molteplici interpretazioni possibili delle proprie opere. Ma forse sono le stesse che lo rendono un simbolo. Perché? Saper percorrere sia il rumore che il silenzio è uno dei motivi.
Lucio Leoni ci racconta queste osservazioni nel suo stile inconfondibile e col tono visionario, parlandoci di un momento di incertezze che si avverte sin dal primo verso “dove sei?”
Tra sperimentazioni sonore e teatro, bastano pochi istanti per ritrovarsi immersi in una narrazione che si potrebbe definire cantautorap.
“Guarda che tu sei felice solo quando decidi di esserlo” è un inciso rilevante presente nel testo, che potrebbe risultare inverosimile, ma anche brillante e autentico.
Autenticità che si ritrova negli interrogativi posti: “e secondo te, sono felice?”
Mai come in questo periodo abbiamo bisogno di rassicurazioni e di certo il brano di Mosè Santamaria Salveremo questo mondo potrebbe suggerirci qualcosa: si tratta di un titolo piuttosto esortativo, lo stesso che designa l’album dell’artista. Cantautore genovese al suo secondo album, a questo proposito afferma che si tratta di un “messaggio propositivo” per condurci nelle piccole battaglie della vita quotidiana.
Una vita in cui probabilmente il contatto umano è sempre più filtrato da uno schermo: siamo sempre più connessi ma lontani, da un mondo in cui ci si conosceva fuori dallo spazio di una chat. Era solo un bla bla car è il brano che parla di quel “vivere zen” che si è perso nella rete dei social.
Ed è proprio in un’ atmosfera stile beat generation che la voce calda di Santamaria ci racconta di una storia d’amore alla ricerca di una presa di coscienza vera. Kerouac è la canzone-cortometraggio da ascoltare per comprendere questa fuga dalle convenzioni sociali.
Convenzioni che spesso non ci permettono di alimentare il fuoco interiore che ognuno di noi dovrebbe percepire, come possiamo ascoltare in Brucia ragazzo. Dalle sonorità allegre, il brano ha varie chiavi di ascolto e interpretazione.
Dai toni più malinconici è invece Piccola madre, che partendo dalle “meccaniche di questa mediocrità” esprime sorprendentemente un percorso evolutivo madre-figlio molto profondo.
Visionario e inverosimilmente attuale L’ultimo grido del Kali Yuga pone un interrogativo chiaro: assistere coscientemente all’apocalisse o abbandonarsi all’ebrezza di una fine?
Si cambia scenario invece con Fiore di loto, canzone d’amore in cui sembra possibile salvarsi a vicenda, nonostante i contrasti possibili in una relazione.
Circuiteria è una lettera alle generazioni future come avvertimento del circuito “sesso, soldi e potere” che troveranno in eredità.
Chiude l’album un brano forte, scritto all’alba, quando tutto finisce ma anche quando tutto inizia; senza giri di parole Pregare al sole è un segno di gratitudine.
Non è forse la gratitudine il segreto per salvare questo mondo?
Non tutto il male vien per nuocere: in questi giorni difficili, in cui tutti dobbiamo fare gioco di squadra e preservarci per preservare noi e chi ci sta intorno, forse l’idea di restare chiusi in casa non è poi così cattiva.
Sono molti gli artisti che si sono uniti in un unico grido (o meglio hashtag) #iorestoacasa: da Fiorello a Jovanotti, dai Pinguini Tattici Nucleari a Giuliano Sangiorgi, che per l’occasione ha addirittura composto una canzone, pubblicando il video sul proprio profilo Instagram.
Quindi, il modo migliore per sconfiggere l’ansia e la noia date dal non poter uscire è questo: #iorestoacasa e metto su un po’ di musica per sopravvivere all’isolamento.
Che poi, pensiamo a quante volte abbiamo desiderato di avere un po’ di tempo per noi, di stravaccarci sul divano per ascoltare quel brano che “è uscito da più di una settimana ed io ancora non l’ho sentito”, oppure quell’album cult di quel gruppo storico che conoscono tutti, o ancora per metter su un po’ di musica spazzatura da riprodurre su Spotify rigorosamente impostato su “Sessione privata”.
La musica ci salva la vita, ci fa compagnia da sempre, fa da sottofondo alle nostre giornate. Ed anche oggi, in un periodo così delicato, è soprattutto alla musica che possiamo affidarci per chiederle di riempire i momenti vuoti che il dover restare a casa ci rende costretti ad affrontare.
Allora siediti, trova la posizione più comoda, sdraiati sul letto o resta in piedi se vuoi cominciare a ballare. Metti le cuffie o accendi le casse. Se fumi, accendi anche una sigaretta. E lasciati trasportare.
Una delle nuove uscite di questi giorni che è rientrato perfettamente fra i miei “lo ascolto dopo” è il nuovo singolo di MOX assieme a Fulminacci per Maciste Dischi.
Pure se oggi il cielo è triste mi leggo le riviste non avrei pensato mai che la pioggia servisse fino a quando il cielo esiste non è l’apocalisse penso troppo, mi fa male penso che stanotte ci ballo su ma solo se balli tu
Meglio di così?
Altro pezzo novità, che sicuramente avranno già ascoltato più o meno tutti, è NEON – Le Ali di Marracash feat. Elisa:
C’è poi un album che tutti dovrebbero ascoltare almeno una volta, che risale al 2011. Un album non per tutti, anzi per pochissimi. Un disco che contiene dentro di sé le basi di quello che oggi definiamo Indie/ It Pop/ Indietronica. Un album che per i tempi era davvero Underground, che in parte si distanziava dalla musica che girava in Italia in quegli anni. Ovviamente, sto parlando de Il Sorprendente Album D’Esordio De I Cani.
Altro pezzo fresco fresco del panorama Indie italiano che viene a farci compagnia è Malpensa, di Solo Campa con lemandorle.
Per tutti quelli che hanno invece un animo più rock, si potrebbe pensare di rispolverare delle vecchie glorie. Noi abbiamo pensato a Blood Sugar Sex Magik dei Red Hot Chili Peppers. What else?
Un brano che invece conosciamo molto bene e che può tornare utile riascoltare in questo periodo è sicuramente Andrà tutto bene di Levante. Da ripetere come un Mantra.
Se invece vi va di movimentare un po’ le vostre giornate, spostare i mobili di casa e cominciare a ballare, Cosmo è sempre un’ottima idea:
Abbiamo tantissimo materiale a cui poter attingere. La musica è infinita, ce n’è per ogni gusto ed emozione. Può davvero aiutarci a non pensare, a riempire il nostro tempo. La musica ci fa cantare, ci fa piangere, ci fa ballare. Teniamola sempre con noi, soprattutto ora. #iorestoacasa e metto su un po’ di musica.
Fabio e Lello in onda tutti i Sabati dalle 14:00 ci raccontano il meglio della settimana Indie e della musica in generale. Ascoltaci in diretta sulle frequenze di RadioPunto FM!
In questi giorni un po’ caotici, in cui sembra difficile poter essere davvero sereni e spensierati, Frah Quintale è tornato con indosso un sorriso ed un cappellino blu ed ha deciso di essere Contento.
Contento è infatti il titolo del brano che il cantante bresciano, all’anagrafe Francesco Servidei, ha rilasciato ieri, giovedì 5 marzo, pubblicato per Undamento.
Frah Quintale si lascia andare e ci racconta di essere uscito da un periodo non proprio sereno. Come quando ti svegli una mattina e lasci tutto alle spalle, non ci pensi più e decidi semplicemente di essere Contento. Dopotutto il paradiso è qui ed ora, e non ha senso restare sdraiati su un pavimento freddo a fissare il soffitto.
Puoi ascoltare Contento, il nuovo brano di Frah Quintale, direttamente da qui:
Testo:
Non ricordo dove sono stato tutto questo tempo Mi sono svegliato con due dita di polvere addosso Casa mia più che casa mia è un bombardamento Ma se mi impegno sono pure bravo a rimettere a posto
La luce in fondo al tunnel Io ricomincio a correre Scrollo di dosso la polvere Ho un po’ di cose da risolvere
Se non assaggi il fondo Non ti fai un giro all’inferno Come puoi dire che bello Che il paradiso è già questo
Oggi io sono contento Oggi io sono contento Ho tutto quello che ho chiesto Oggi io sono contento
Non ricordo dove sono stato tutto questo tempo Ma ora che ho rimesso i piedi a terra giuro non mi sposto Ho perso il sorriso, non ricordo dove l’ho messo Forse è stato sempre fermo nello stesso posto
La luce in fondo al tunnel Io ricomincio a correre E vado sempre più forte Ho un po’ di cose da risolvere
Io non ci resto sul fondo Lascio i miei diavoli all’inferno Per poter dire che bello Il paradiso è già questo
Perché oggi sono contento Oggi io sono contento Ho tutto quello che ho chiesto Oggi io sono contento
Quando sono caduto a terra m’ha fatto male Sopra ad ogni ferita aperta verso del sale Guarderò i tagli scomparire, cicatrizzare Ritornerò a starci dentro Perché ogni cosa ha il suo tempo
Ma oggi io sono contento Oggi io sono contento È tutto quello che ho chiesto Oggi io sono contento
Frah Quintale è anche nel nostro articolo dedicato agli artisti che devi assolutamente conoscere.