Intervista a didio, chitarrista e cantautore eclettico

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Una brillante carriera musicale a fianco di artisti come Cristiano de Andrè, Franco Battiato, Eros Ramazzotti e un’esigenza comunicativa molto forte: stiamo parlando di ciò che ha portato il musicista Osvaldo Di Dio a intraprendere un percorso da cantautore col nome didio. Sono infatti disponibili sulle maggiori piattaforme di streaming i singoli Mi gira la testa, Naufraghi e Inevitabile che anticipano l’album in prossima uscita. Ecco la nostra intervista a didio, chitarrista e cantautore eclettico.

Ciao, grazie per la disponibilità! Sappiamo che hai una formazione musicale molto ampia e variegata. Da dove deriva la scelta di intraprendere un percorso da cantautore?

Ciao! Dunque, in pochi lo sanno, ma nasco come cantautore. Alla fine degli anni ’90 mi sono trasferito a Milano e quello che era il piano B è diventato il piano A: così mi sono ritrovato per anni a suonare come chitarrista. In seguito ho percepito che il momento fosse propizio per riafferrare il progetto.

Quali sono gli artisti che ti hanno influenzato maggiormente a livello chitarristico e quali per quanto riguarda la scrittura di testi?

Il motivo per cui ho imbracciato la chitarra è stata la musica di Pino Daniele, ma poi ci sono stati molti altri chitarristi, tra cui quelli “storici” come J. Hendrix, D. Gilmour ecc. Per quanto riguarda la scrittura ho appreso molto tramite l’esperienza musicale con Cristiano De Andrè e Franco Battiato: due artisti dai linguaggi diversi, ma egualmente profondi.

Domanda molto tecnica: qual è il tuo accordo preferito?

Bella questa! (ride) Cambia a seconda dei giorni, in genere è quello che rispecchia il momento. Poi mi piace creare contrasti: ho utilizzato un accordo “solare” con la settima maggiore per scrivere un brano dal titolo A Milano non c’è il sole, che inoltre sarà contenuto nell’album. E questo era uno spoiler.

“Sentiti libera di dire no alle regole che cambiano continuamente ” canti nel brano Naufraghi. Mi piacerebbe sentire una spiegazione di questa frase molto densa di significato.

Per regole intendo ciò che viene imposto dall’esterno a bloccare le possibilità dell’altro: mi riferisco alla violenza psicologica sulle donne, una questione da dissipare.

Se dovessi definire un tuo genere musicale di riferimento, quale sarebbe?

Ho una doppia anima, come si noterà maggiormente in seguito: il mondo elettro-pop, che si può avvertire nei primi due brani che deriva dall’esperienza con Battiato; poi c’è un mondo prevalentemente acustico che potete ascoltare nel nuovo singolo Inevitabile.

Secondo te cosa significa oggi l’espressione musica indie?

Secondo me vuol dire essere fuori dagli schemi, indipendenti e proporre quello che si vuole. Prendiamo come esempio Brunori Sas, che va dal moderno allo stile anni ’70: un tempo questa versatilità non era possibile. Indie è libertà, creatività.

Quindi si tratta di un’attitudine più che di un genere?

Sì. Il termine deriva da una questione di etichetta discografica, ma ad oggi è diventato sinonimo di indipendenza. Ci sono artisti indie capaci di riempire i palazzetti senza essere passati dalla televisione! La rete ha reso possibile tutto questo: il pubblico ha un potere decisionale senza filtri.

Cosa diresti ai giovani che vorrebbero intraprendere un percorso di studi musicale?

Direi innanzitutto di intraprendere un percorso di studi musicale: si apprende la disciplina e il rispetto per la musica, prima ancora di un virtuosismo. Siamo nella società del tutto e subito ma un successo veloce, si brucia inevitabilmente.

Sappiamo che nella tua carriera di chitarrista  si annoverano nomi della musica italiana molto importanti. C’è un artista con cui ti piacerebbe collaborare?

Mi sarebbe piaciuto collaborare direttamente con Pino Daniele, ma ho partecipato al tributo Pino è. Ci sono artisti con cui si potrebbe pensare a un featuring, si vedrà!

Va bene Osvaldo, grazie e a presto!

Grazie a voi, ciao!

Fonte: Ufficio Stampa Parole & Dintorni

Ti è piaciuta l’intervista a didio, chitarrista e cantautore eclettico? Leggi anche l’intervista a Ceroli

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