“Quando crollerà il governo/ Fuoriposto” è il primo doppio singolo del nuovo viaggio artistico de La Municipàl, la band composta dai fratelli Carmine e Isabella Tundo. Si tratta del primo passo verso la pubblicazione di cinque doppi singoli in vinile 45 giri, a tiratura limitata e con un forte dualismo tra lato A e lato B di ogni uscita.
Anticonvenzionale? Sicuramente, non a caso il progetto si intitola “Per resistere alle mode”.
Noi di Indie Life ne abbiamo parlato con Carmine.
Ciao, grazie per la disponibilità. Iniziamo da “Quando crollerà il governo”: è un brano che parla di amore fraterno, ma ha varie chiavi di lettura, ci spiegheresti come si può interpretare?
Ciao. Dunque, il brano parla della distanza tra me e Isabella, poiché lei vive e lavora in Sicilia e io invece qui a Lecce: nei giorni in cui lei mi raccontò che sarebbe andata in Sicilia, stava cadendo il governo: c’è un parallelo tra sentimento e politica.
Al brano sopracitato segue “Fuoriposto”. Dalle sonorità più scure, parla di solitudine e consapevolezza. Come si può stare bene anche se “fuoriposto”?
È una questione appunto di consapevolezza di se stessi e dell’accettazione dei propri difetti, del proprio carattere attraverso un percorso. Scrivere questo disco è stato un vero e proprio percorso interiore che mi ha portato a stare meglio con me stesso.
Parlando dunque di sonorità, la vostra musica è rock con una forte attitudine melodica. Per alcuni i vostri brani sono dei pugni nello stomaco. A che pubblico vi rivolgete?
Sinceramente non penso molto al pubblico quando scrivo dei brani, cerco di suonare per me stesso, come ho scelto parecchi anni fa per cercare di essere più sincero possibile. Quando scrivo qualcosa, specialmente se molto intimo, come accade per La municipàl, poi devo sentirmi a mio agio quando la suono. Alcuni brani possono piacere o meno al pubblico, che sto cercando di educare a un certo tipo di ascolto così come cerco di far cogliere anche le varie sfumature dei nostri brani.
Domanda obbligatoria: come nasce un testo de La municipàl? Sappiamo che vi ispirate molto alla realtà…
Nasce quando sei sottopressione per un’urgenza artistica di dover dire qualcosa.
Come sei giunto alla scelta di essere un musicista? E cosa vuol dire essere un musicista al Sud Italia?
È un percorso che porto avanti da circa 17 anni, è stata una scelta di vita. Qui al Sud è ancora più difficile. Si tratta di un’attitudine, di una sfida. Spesso parlando in famiglia dico di considerarmi come un prete, come se avessi una vocazione, una profonda fede verso qualcosa anche se non si manifesta.
Domanda tecnica: accordo preferito?
Bella domanda! Re minore.
Un po’malinconico!
Sì, sicuramente.
In questi giorni un po’ particolari un vostro brano dà voce alla speranza”, finirà tutto quanto”: da dove ripartirà La municipàl?
Direi che concettualmente non ci siamo mai fermati, sto continuando a scrivere e registrare. C’è stato l’annullamento del tour ma finchè avremo canzoni e qualcosa da dire si troverà la possibilità di suonare in giro. Speriamo che questo momento storico passi presto e non lasci cicatrici molto profonde.
Un aneddoto memorabile nella storia del gruppo?
Sicuramente le notti in albergo: io purtroppo sono sonnambulo e mia sorella Isa si doveva spesso sorbire i miei discorsi notturni e ha anche iniziato a studiarli (ride).
Immagino che voi abbiate anche scritto qualcosa a partire da questi discorsi.
Ho pubblicato due album a nome Carmine Tundo, che sono più sperimentali e in cui ho messo in musica i miei incubi notturni. Poi è una circostanza che dipende da come stai psicologicamente e in questi giorni particolari ho ripreso a scrivere per un progetto un po’ più oscuro.
Va bene Carmine, ti ringrazio!
A presto, grazie a voi!
Come stare bene anche se “Fuoriposto”: queste sono le risposte de La Municipàl.
Fonte: Ufficio stampa e promozione Big Time.