Club kids: i party newyorkesi dopo Warhol

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Glamour, fashion e personalità esuberati: questo è il ritratto della New York alla fine degli anni ’80, inizio ’90. Una night-life estrema e un gruppo in ascesa, i Club Kids, che rivoluzionano -anche se per un lasso di tempo brevissimo- la cultura club giovanile.

Un nome, una leggenda: Andy Warhol

Facciamo un passo indietro fino ad arrivare al 1962 quando, a Midtown Manhattan al 231 East 47th Street, il mitico Andy Warhol comincia una rivoluzione. Artisti, fotografi e personaggi di ogni tipo si ritrovano al The Factory (o The Silver Factory): un luogo affascinante, sede della più grande innovazione artistica di quegli anni. Un “ritrovo per artisti”, insomma, dove Warhol ospita personalità elettriche soggetto delle sue opere. Fu proprio qui che la famosissima copertina di The Velvet Underground & Nico prese vita…
Non solo uno studio d’arte, però. Il The Factory, di notte, si trasforma radicalmente diventando sede di feste frequentatissime- indimenticabile la Exploding Plastic Inevitable– fino a diventare il cuore della scena Factory, la prima club life newyorkese.
La morte dell’artista, il 22 febbraio del 1987, sembra rappresentare la fine di un’era. Tuttavia, la scia inarrestabile della cultura pop non si ferma. Nonostante il crack economico dello stesso anno (e la conseguente chiusura di molti locali notturni) si crea una subcultura decisamente trasgressiva: quella dei club kids.

Club Kids- The Silver Factory

​Michael Alig e l’ascesa dei club kids

È il 1984 quando a New York arriva un ragazzo destinato a cambiare le sorti della vita notturna e dei club della città: Michael Alig. Trasferitosi dall’Indiana per studiare al college gli basta poco per abbandonarlo. In un’ intervista rilasciata ad i-D, infatti, dichiara: “Nel momento in cui ho iniziato ad andare in discoteca ho smesso di prestare attenzione a scuola. Non potevo concentrarmi sui libri e sull’apprendimento una volta venuto a conoscenza dei club”.
Fu proprio con questi presupposti che Alig divenne la punta di diamante del movimento dei club kids, ignaro di ciò che avesse creato. Una coterie di personaggi stravaganti, eclettici che saranno poi definiti freaks; un gruppo di reietti dediti all’inclusività e ad un unico obiettivo: far parlare di sé.

Il limelight e i party

La figura di Alig è indissolubilmente legata a quella del Limelight, una chiesa sconsacrata destinata a diventare la culla della nascente cultura giovanile. Fondamentale per il diffondersi di tale subcultura è Peter Gatien, proprietario di locali notturni -Palladium, Club USA- che insieme al già citato Limelight saranno sede dei party più esclusivi ed esagerati del tempo: è proprio grazie a Gatien che Michael Alig si fa spazio e trova il suo posto in quello che sarà, poi, il suo circolo. Ed è proprio Gatien che darà il via libera all’estero creativo di Alig.
Musica house, vestiti scandalosi, drag queen e chi più ne ha, più ne metta: non c’è limite ai party stravaganti organizzati da Alig; chiunque poteva esserne parte integrante, parola d’ordine? Il look eccentrico. Tuttavia, entrare nella stretta cerchia dei club kids preferiti da Michael era piuttosto complicato: bisognava essere audaci! James St. James, Richie Rich, Leigh Bowery, Kenny Kenny, Amanda Lepore e Ru Paul sono solo alcuni tra i membri della sua cerchia.

Il declino e il debutto a Hollywood

Siamo nel 1994 quando Rudolph Giuliani viene eletto sindaco di New York grazie ad una campagna elettorale fondata sul miglioramento della qualità di vita: sarà proprio questo il primo colpo inferto al movimento dei club kids. Con il passare del tempo (e inevitabilmente) il destino dei kids sembra essere quello del declino. Droga, casi di AIDS, l’omicidio, da parte di Alig, di Angel Melendez -membro della cerchia e spacciatore di quest’ultima- segnano la fine di un’era. Il processo e la condanna del leader del gruppo sono una batosta e rappresentano il tracollo definitivo della nuova cultura underground.

I club kids a Hollywood

Nel 2003 arriva sul grande schermo Party Monster, un film biografico diretto da Fenton Bailey e Randy Barbato e interpretato da Macaulay Culkin (Kevin in ‘Mamma ho perso l’aereo’).
Presentato al Sundance Film Festival, il film racconta la storia di Michael Alig, il Re dei club kids, partendo dal libro di James St. James Disco Bloodbath: una biografia che arriva fino all’assassinio di Angel.

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