DaveBrain è il nome d’arte di Davide Russo, artista che dopo il disco d’esordio “Origini” e il singolo “Corona”, ha pubblicato il singolo “KIT KAT (Carriera da solista). Si tratta di un brano manifesto dello stile musicale che caratterizza DaveBrain. Tra metriche hip-hop e melodie, definisce l’inizio di un nuovo capitolo del suo percorso musicale.
Ne abbiamo parlato con DaveBrain
La tua musica mescola hip-hop a melodie più cantabili. Da dove deriva la tua esigenza di sperimentare?
Penso che la radice della mia sperimentazione sia la conseguenza della mia voglia di esprimermi. Cerco sempre di evolvermi, di provare nuovi approcci nella musica e di crescere come artista. Non do molta importanza al genere musicale ma l’hip hop è una forma di espressione che utilizzo per manifestare le mie emozioni e per comunicare un contenuto che io reputo forte.
Quali sono gli artisti ascoltando i quali hai sviluppato il tuo stile?
Sono stato fortunato da piccolo, mia madre ascoltava molto il cantautorato italiano da De Gregori a Dalla, passando per Mango e arrivando anche a Battisti. Ascoltando di riflesso questi artisti (riscoperti in età più avanzata) mi affacciai già ad una scrittura poetica e ad un’espressione cantautorale di rilievo. Mio padre invece fan di Pino Daniele, tra i pochi, penso, ad avere tutta la collezione in vinile di Bob Marley & The Wailers di riflesso mi ha fatto conoscere altre forme di espressione.
Io puntai sull’elettronica, ascoltando artisti come Gorillaz e Daft Punk e mi avvicinai all’hip hop italiano grazie a Fabri Fibra. Alle medie, tra il 2006 ed il 2007, consumai l’album “Bugiardo” e l’anno dopo “Tradimento”. Di Fibra mi ha colpito la sua ironia, il fatto di riuscire a comunicare con tanta semplicità dei contenuti così forti quasi scherzandoci su; questo mi ha affascinato da subito.
Nel processo creativo, è difficile incastrare la metrica dei versi con l’incommensurabilità dei pensieri?
Io scrivo per necessità, succede che a volte mi ritrovo con pagine e pagine piene di pensieri e da lì cerco di dare ai miei pensieri una forma più artistica. Sicuramente posso dire che scrivere una canzone non è così facile come sembra, soprattutto quando vuoi comunicare tante cose. Ho quaderni pieni di testi e pensieri che nel tempo trasformo in canzoni.
Nei miei testi parlo di tante tematiche e non sempre le descrivo con un nome e un cognome perchè mi piace utilizzare un linguaggio più misterioso con l’aiuto di metafore e analogie.
“Sei tutti i limiti che superi”
Come si può riemergere dall’essere schiavi dei propri limiti, secondo te?
Io penso che i limiti siano una cosa positiva perchè ti permettono di spingerti oltre le tue aspettative e le tue capacità per poterli superare. In “Kit-Kat (Carriera da solista)” con la frase “sicuramente sono schiavo dei miei limiti” parlo di quelle imperfezioni che fanno parte di noi e che difficilmente riusciamo a cambiare ma che spesso sono proprio quelle imperfezioni che ci rendono unici a livello sia artistico che umano.
Rispondo con una citazione dei Negramaro, “sei tutti i limiti che superi tu”. Io ho iniziato questo percorso un anno fa, non mi aspettavo di fare un album e, con tutta sincerità, non mi aspettavo di rispondere a delle interviste. Ho sempre creduto di avere qualcosa da dire, ho sempre avuto dentro di me una creatività che sentivo di dover alimentare a tutti costi.
Ti definiresti un artista razionale?
Come concetto in sé direi che definire un artista razionale può sembrare un ossimoro. Si può dire che il flusso creativo sia razionale? A questo non so rispondere, ma quello che posso dire è che parlo sempre di tematiche reali e le racconto attraverso il mio punto di vista che rimane fedele a Davide Russo e di conseguenza a DaveBrain. Anche quando parlo di me rimango nella sfera del verosimile, non sono un marziano, non vengo dalla Luna, cerco solo di essere me stesso e di portare un contenuto che abbia un’identità ben definita e che si distacchi dai soliti stereotipi.
Cosa ci dobbiamo aspettare da te?
Novità, sto lavorando al secondo album e sarà qualcosa di nuovo anche per me. “Kit-Kat” è già una prova di cosa vorrei creare, e di quali mondi vorrei spaziare.
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