ALESSANDRO ORLANDO GRAZIANO, “Fiumi di parole” che definiscono il mio mondo [L’INTERVISTA]
Artista eclettico e non catalogabile in alcun genere prestabilito, torna sulle scene (in streaming) in questi giorni ALESSANDRO ORLANDO GRAZIANO, con “FIUMI DI PAROLE“, una bella ed intima reinterpretazione del brano dei Jalisse, che vinse Sanremo nel lontano 1997.
Come nelle sue corde l’artista affronta un testo classico della musica italiana, plasmandolo come un tassello del suo mondo onirico e surreale, riuscendo a dare un nuovo punto di vista (e di ascolto) della canzone.
Un bel omaggio che oltre ad esaltare il successo di Fabio Ricci e Alessandra Drusian, ce lo restituisce in una forma nuova. Rendendo il brano pop più lento e cadenzato, introspettivo… mostrando della composizione diverse sfaccettature e sfumature.
Incuriositi dall’operazione musicale, abbiamo intercettato Alessandro Orlando Graziano, per parlarci della sua musica e delle sue tante collaborazioni:
Ciao Alessandro, partiamo subito parlando della tua biografia perché sfogliandola è molto ricca di accadimenti e collaborazioni importanti. Quando è iniziata la tua carriera, e come è stato possibile approcciare così tante cose e persone…?! Vivere così tante esperienze?
Gli incontri sono molti, vero, se mi guardò indietro vedo un percorso in continuo mutamento, ho avuto la fortuna di realizzare il mio primo album ben 22 anni fa, in un mondo diverso, in epoca pre social network anche se sono stato uno dei primi artisti italiani ad avere avuto un sito personale. La mia è una attitudine alla curiosità filantropica, mi interessano le storie degli altri e tra le poche qualità che ho, semmai ne ho, c’è quella di saper interagire con tutti, di non far sentire mai a disagio il prossimo ma anche di sentirmi sempre a mio agio. Ho sempre da imparare da chiunque, sicuramente sono stati i più grandi, come Carla Boni, Ivan Cattaneo o Roberto Colombo ed Antonella Ruggiero che mi hanno insegnato il rigore, la fantasia, lo studio ma anche l’arte di osare.
La tua musica è certamente molto originale. Si possono individuare dei tuoi punti di riferimento (Battiato forse) ma l’impressione è quella di una tua impronta, puculiare ed unica. Tu cosa ne pensi? Hai dei punti di riferimento? Ed avverti questa tua originalità? Ne sei consapevole?
Nominate Franco Battiato, un esempio di libertà creativa e di cultura, tra l’altro ho fatto un omaggio al suo sodalizio con Milva nel mio lavoro in uscita (realizzato precedentemente alla sua scomparsa) ma mi vengono in mente anche Joni Mitchell, David Bowie, i Matia Bazar, gli Eurythmics, Kate Bush, Lucio Battisti, Angelo Branduardi. Sono davvero onnivoro di musica (oltre che di cinema). Posso ascoltare il suono delle Launeddas sarde, i canti gregoriani o i Ricchi e Poveri con la stessa attenzione e rispetto.
Torniamo alle tue collaborazioni, con tantissimi personaggi che tu riesci ad assimilare al tuo modo di fare musica. Come riesci a coinvolgerli? E come riesci a proiettarli nella tua dimensione musicale?
Le collaborazioni non nascono mai a tavolino ma possono arrivare da una amicizia, da un’idea musicale o da un fatto casuale, tutto segue il suo flusso naturale e bisogna apprezzare i momenti difficili come quelli spensierati. Amo lo spirito dei Giapponesi che di fronte ad una giornata di maltempo dicono “che bella pioggia!”…
L’impressione, ascoltando i tuoi album, è quella di trovarsi di fronte ad un’unica opera concettuale. Un universo ben strutturato che tu hai creato e dove l’ascoltatore viene accolto capitolo dopo capitolo, canzone dopo canzone… E’ così…?
Se accade a qualcuno con la mia musica, penso di aver raggiunto il più grande successo che potrei mai desiderare.
Veniamo alla tua ultima uscita: “FIUMI DI PAROLE”. Anche in questo caso, il successo dei Jalisse, pur rimanendo sostanzialmente aderente alla versione originale, assume dei contorni più intimi… Una porta d’ingresso per la tua dimensione più introspettiva… Cosa puoi dirci a riguardo?
Approcciandomi, dopo molti anni, all’esperienza di brani non miei ho immaginato di passare nello specchio come accadde ad Alice nel paese delle meraviglie. Ecco, il mio racconto è una identità parallela, di un brano molto popolare che si riflette nello specchio in un modo diverso ed alternativo.
Senza cercare improbabili paragoni, ma dando una chiave di lettura diversa. Persino Dante letto da Benigni ci mostra dei colori diversi da un’interpretazione di Carmelo Bene o Vittorio Gassman…
Non resta che chiederti, come proseguirà questo tuo progetto di così ampio respiro…?!
“Fiumi di parole” rappresenta l’inizio di un percorso che porterà al mio LP “Scontate Libertà Occidentali“. Un album in vinile che è un gesto d’amore verso la Musica Italiana, con un inedito e nove cover, canzoni che spaziano senza soluzione di continuità, in maniera naturalmente trasversale, dai Jalisse a Giovanni Lindo Ferretti, da Milva ad Alan Sorrenti…
Nel mio futuro invece vorrei realizzare un album di musica per cani, anzi lancio un appello a tutti i musicisti che vogliano aiutarmi in questa impresa!