Il costruttore di cose

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Neil Mendoza e le sue creazioni tra arte e tecnologia

Nel suo sito, Neil Mendoza si autodefinisce, con atteggiamento più che modesto, ‘costruttore di cose’.
In realtà è un abilissimo programmatore che applica le proprie conoscenze informatico-ingegneristiche all’arte creando installazioni sempre nuove e sorprendenti.

Ecco alcune delle domande che gli ho posto e la descrizione dei lavori che mi sono piaciuti di più:

Nelle tue opere sono presenti sia una parte oggettuale e concreta, sia una informatica. Quali sono le differenze nel creare con ciascuna?

Entrambe hanno aspetti che mi piacciono e che non mi piacciono. La differenza maggiore è che nel mondo reale, quando c’è un problema, non può essere risolto semplicemente riscrivendo una parte di codice come avviene nei programmi informatici.

È per questo che, ad esempio, per The Tyranny Of Birds Neil ha dovuto fare molti esperimenti di cottura del pane per capire come realizzarlo a forma di uccello in grado di sbattere le ali.
Voleva infatti dare al pane la possibilità di volare via dai suoi “predatori” pennuti quando questi si palesavano sugli schermi del museo.

Come riesci a creare tutto facendolo sembrare così semplice quando invece c’è molto studio e lavoro dietro ogni decisione che prendi?

Penso che fare arte riguardi le idee e non i materiali; è come quando un pittore realizza un dipinto: il soggetto non è la pittura, perciò sono convinto dovrebbe essere lo stesso con la tecnologia.
Quando la si usa per scopi artistici, dovrebbe sempre rimanere in secondo piano.

Non posso nemmeno immaginare quanto sia stato difficile creare tutti i meccanismi dell’installazione House Party: una festa in casa i cui partecipanti sono degli oggetti e non delle persone.
All’interno di questo salotto retrò dotato di vita propria si possono infatti vedere una tv che mostra il loop di una trasmissione, delle scarpe, dei libri, delle lampade, un cappello e un cappotto che tengono il ritmo, il Golden Gate di San Francisco e un cane che si incurvano oscillando dentro le foto in cui sono immortalati, il livello dell’acqua di un vaso di fiori che si alza e si abbassa come le pulsazioni della musica, una cornice e dei fiori che ruotano su se stessi come se danzassero e un caminetto che si illumina ad intermittenza.

Come si può notare in House Party, la musica è una componente molto importante nei tuoi lavori. Come mai? È perché hai composto dei brani con lo pseudonimo Apex?

In passato sono stato un deejay e ho prodotto musica elettronica. Recentemente, invece, sto passando più tempo a creare opere artistiche e meno a comporre musica. Voglio ancora però dedicarmi ad essa, perciò la inserisco all’interno della mia arte.
Inoltre, è interessante notare come la musica trasformi le relazioni tra le persone e gli spazi o gli oggetti che le circondano.
In due installazioni musicali, in particolare, hai scelto canzoni famose i cui titoli sono legati all’aspetto estetico delle opere.

The Electric Knife Orchestra consiste di 16 coltelli e una mannaia mossi tramite meccanismi programmati dall’artista per riprodurre il successo dei Bee Gees Stayin’ Alive. Il titolo vuole infatti avvertire gli spettatori che, sebbene quest’orchestra risulti affascinante e innocua quando suona, è comunque formata da lame taglienti in grado di ferire o uccidere.

Hai anche realizzato una Rock Band letteralmente formata da frammenti di roccia e pietre lanciate o ‘schiaffeggiate’ da alcuni strumenti in modo da suonare Here Comes the Sun dei Beatles. È come se fossero le pietre stesse a descrivere l’arrivo del sole sul prato in cui si trovano.

Ho visto che nelle tue installazioni non utilizzi soltanto oggetti riciclati ma anche animali, sia fisicamente sia in modo figurato. Come mai?

La tecnologia è un aspetto che ci differenzia dal resto del mondo animale e ci separa dalla natura, perciò penso sia necessario riportare gli animali nel nostro ambiente perché siamo animali anche noi.
Alcune delle mie opere riguardano quindi la nostra relazione con il mondo naturale.
Inoltre, affrontare tali temi non direttamente, ma attraverso l’ironia e l’arte, permette di rendere questi messaggi molto più efficaci.

Fish Hammer, in particolare,dà ad un pesce rosso la possibilità di distruggere un’abitazione umana così come noi ci arroghiamo il diritto di distruggere ogni giorno l’habitat naturale marino.
L’artista ha reso possibile ciò tracciando tramite una telecamera il movimento di un pesce all’interno di un acquario e collegando i suoi spostamenti ad un martello che si muoveva attorno per attivarsi quando l’animale si fermava e ridurre in frantumi gli arredi in miniatura di ambienti abitati dall’uomo.

Grazie alla sua arte, Neil Mendoza ci porta in mondi surreali o ci permette di interagire con gli oggetti in modo inaspettato.

Nell’installazione Mechanical Masterpieces riesce a fare entrambe le cose permettendo agli spettatori di agire su dipinti famosi riempiendoli di acqua, accendendo e spegnendo le loro luci e molto altro.
Qui sotto potete scoprire l’opera. Riuscite a riconoscere tutti i celebri quadri che ha utilizzato?

Link utili: sito web di Neil Mendoza
canale Vimeo di Neil Mendoza
Instagram di Neil Mendoza
Facebook di Neil Mendoza

English version: The Maker of Stuff

Photo e video courtesy dell’artista

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