La consapevolezza che cura le ferite: “Pietra” di AMarti – Intervista

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AMarti è un’artista sicuramente piena di sfumature e l’ha dimostrato bene nel suo ultimo singolo, “Pietra“, un pezzo indie-folk nato da una profonda riflessione. Pietra è uscito l’8 novembre e ha dimostrato tutta la potenza creativa e vocale di Martina Alberi, in arte AMarti.

Testo e melodia sono in un rapporto che va al di là della musica, perché si fanno portavoce di un messaggio, prendendosi per mano. Ogni elemento di “Pietra” ha un significato nascosto: dal lento e malinconico inizio c’è un momento di rinascita e di consapevolezza – musicale, vocale e, scopriremo, anche psicologico – che portano alla gioia.

Il tutto è traslato in musica.

“Quando ho iniziato a scrivere Pietra credevo di liberarmi di un’illusione d’amore. La musica è arrivata, invece, a scovare un cassetto più nascosto, dove ho trovato l’infelicità di mia madre, nutrita dalle stesse illusioni ed effimera come la sabbia. Avrei voluto richiuderlo subito, ed invece sono rimasta lì, in silenzio, nel nostro dolore. L’ho ringraziato. Senza, non avrei mai potuto scegliere la mia felicità, sentirmi più solida, come la pietra” 

Abbiamo voluto approfondire con l’artista.

Copertina di “Pietra”

Intervista ad AMarti su “Pietra”

“Possa ringraziar di non esser pietra, ma di tanti granelli leggera e che sull’aria approderò su una terra più vera”: questo lo snodo di “Pietra”, il tuo nuovo singolo: quando arriva la consapevolezza e tutto cambia. Ce ne parli?

In quel punto, dove la musica si fa più serena, c’è un’inversione di approccio al dolore, dalla chiusura del giudizio presenti nella prima parte (non sopporto questo mio modo di essere uguale a lei, che mi fa sempre vacillare) all’ascolto, che percepisce nel silenzio, lascia andare e si nutre di forze potenti capaci di scaldare di amore. Queste due situazioni non possono coesistere nello stesso momento.

Hai detto che senza un dolore che nemmeno cercavi, ma che hai trovato quasi fosse destino che lo scoprissi, non avresti potuto scegliere la tua felicità. Trovo che felicità e dolore abbiano un rapporto molto più stretto di quanto pensiamo, sei d’accordo?

La consapevolezza è un’azione, una volontà di zittire la mente, e sintonizzarsi su vibrazioni più profonde, dove la vita stessa può curarci se solo abbiamo la pazienza di chiedere e ringraziare, senza pretendere.

Sì, come ogni cosa non esiste senza il suo opposto, la felicità non esiste senza dolore. Ma per essere felici, bisogna accettare e saper trasformare quel dolore. Non è automatico che chi sente dolore lo riconosca come un’opportunità. Spesso per insegnamento viene sotterrato e rimosso facilmente (Non é giusto sentirlo il dolore…)e così si manifesta nella vita di tutti i giorni in mille forme, e tanto più ci abituiamo a rimuoverlo tanto più non sapremo da dove proviene, di quali veri bisogni ci parla e trovare modi per ascoltare i suoi preziosi consigli per una vita felice.

Non lo cercavo perché faceva troppo male vedere che veniva da chi mi aveva generato, certo inconsapevolmente, e con un impatto altrettanto inconsapevole sulla mia stessa vita. Quando l’ho accettato mi ha reso cosciente che posso scegliere di essere entrambe le cose, pietra e sabbia, senza esserne dominata.

Parliamo di musica: è lampante come suoni e parole viaggino sullo stesso binario e questo amplifica la profonda capacità evocativa del brano. Ci spiegheresti questa scelta?

Sono stata fedele a me stessa, senza alcun limite, questa é stata la vera scelta. La canzone è arrivata da sola, ho solo ascoltato con pazienza e senza altrettanto giudizio. Ho sentito che quella melodia cercava mia madre dentro di me e ho usato parole che avevo scritto per lei su un quaderno di poesie.

Ad aiutarmi ad essere “integra” con me stessa c’è poi il fatto che non essendo colta musicalmente mi concedo la libertà di sperimentare completamente. 

Accanto a questo c’è un super lavoro di empatia musicale di Maria e Giulio, miei collaboratori, che hanno inquadrato più strutturalmente la canzone, dando colore e soprattutto climax.

Dove vuoi che arrivi “Pietra”?

Ovunque 🙂 , qualcuno la sentirà col cuore.

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