Leo Lennox è un artista particolare, capace di mescolare più linguaggi nella resa efficace di un lavoro che fa della contaminazione la base della sua essenza: “Souvenir Altrove” è un’opera densa, che raccoglie anni di produzione nella tracklist corposa di un album ben pensato, genuino e dotato delle chiavi giusti per aprire più “porte”, a partire dal cuore dell’ascoltatore. E non serve essere amanti dell’hip hop per lasciarsi trascinare dal groove e dalla penna di Leo: basta saper ascoltare, e aver la volontà di trovare nell’inferno “ciò che inferno non è”; Lennox, in tal senso, potrebbe essere la primavera inaspettata di cui la scena ha bisogno da un po’.
Bentrovato ai nostri “microfoni” virtuali Leo, e grazie per questa chiacchierata. Partiamo subito dalle domande importanti: quanto hai aspettato questo momento, l’uscita del tuo disco d’esordio?
Ciao e grazie a voi dell’invito. Ho aspettato questo momento sin dal primo giorno in cui ho deciso che avrei fatto musica. Mi risulta davvero difficile descrivere il mio stato d’animo ma sono molto emozionato dal fatto che il mio primo progetto ufficiale sia finalmente uscito.
“Souvenir Altrove”, il tuo nuovo disco, è un lavoro che mescola rap, alt-rock, trap e un certo gusto nella scrittura che rimanda, a suo modo, alla figura del cantautore. Un bel mix di idee: ma chi è davvero Leo Lennox?
Sembra assurdo ma probabilmente nemmeno Leo Lennox sa chi sia Leo Lennox. Mi piace il fatto che quando creo musica io non mi ponga dei limiti e che possa assaporare veramente la libertà della creatività. Sicuramente è molto forte la matrice urban, genere da cui provengo, però è sempre stato cool per me contaminare il rap con tanti stili differenti.
Hai scelto di lavorare, per questo tuo debutto, con i ragazzi di Revubs Dischi, etichetta che negli ultimi tempi ha cominciato a consolidare il proprio nome sulla scena indipendente. Come ti sei trovato con loro? Cosa significa per te “avere un’etichetta”?
La realtà di Revubs Dischi è molto stimolante e lavorare con loro è un piacere. Ho piena libertà in ogni mia scelta artistica, ma con il team cerchiamo sempre di valorizzare ogni progetto. Credo che ciò sia fondamentale. Potermi interfacciare con un’etichetta del genere è come sentirmi a casa, consapevole di star perseguendo un obbiettivo comune a tutti i ragazzi.
Dodici brani, un disco denso per essere un esordio. Esiste, secondo te, un filo rosso capace di collegare tra loro le tracce del disco? Qualcosa che, insomma, possa dare un senso narrativo a “Souvenir Altrove”?
Sì, è un disco corposo ma il goal è sempre stato quello di dare vita ad un progetto vario e coeso, che rendesse giustizia ad ogni sfumatura di Leo Lennox.
Il filo conduttore esiste ed è principalmente legato alla mia penna e al mio modo di scrivere, di sapermi approcciare a sound diversi con una matrice comune. Ho voluto creare un album con sonorità che mi hanno sempre contraddistinto ma continuando a sperimentare. Sicuramente le due anime del disco sono il rap e la synthwave.
Nel disco, si sentono echi di più riferimenti, che si mescolano tra loro come detto in apertura di intervista. Quali sono i dischi con i quali sei cresciuto?
Posso subito affermare che il mio artista preferito è Stromae, che con il suo album “Racine Carrée” ha notevolmente plasmato il mio gusto musicale. Tra i dischi più importanti per la mia carriera ci sono sicuramente “Laska” di Mecna, “Swimming” di Mac Miller e “La Voce Del Padrone” del maestro Battiato.
Ti muovi comunque sulla scena frequentando il linguaggio tipico dell’hip hop: cosa ne pensi della scena italiana? E tu, ti senti “hip hop”?
Provengo da un ambiente fortemente hip-hop e il linguaggio del rap è sicuramente quello che più mi appartiene. Sin da subito, però, ho provato a sperimentare nuovi sound, sicuramente più melodici.
Trovo che la scena italiana sia molto interessante, nonostante in questo momento stia vivendo una fase di passaggio e di rinnovo che porterà a delle novità importanti. Staremo a vedere.
Grazie del tuo tempo, Leo. Quasi sono ora gli step del tuo progetto?
Vi saluto ringraziandovi e dicendovi che il prossimo step è sicuramente quello di portare dal vivo Souvenir Altrove, sperando di suonare il più possibile in giro per l’Italia.
Il live è una dimensione a cui tengo tantissimo e che mi ha già dato grandi soddisfazioni. Spero di far divertire il pubblico e non vedo l’ora!