Metanoia: “Questo disco parla di noi, anzi, siamo noi”

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Oggi vi parliamo di “64018” il nuovo album dei Metanoia. Questo numero è il CAP di Tortoreto, paese in cui il gruppo si è formato e dove hanno preso vita le prime canzoni. Nell’album troviamo sei fotografie, ognuna delle quali racconta un frammento preciso di vita; da un tradimento subito si passa alla voglia d’estate, si aspetta l’alba con la speranza di un giorno migliore e ci si interroga sul valore del tempo. Questo disco è un viaggio dove non ci sono fermate, ma solo esperienze.

Ciao ragazzi, piacere di avervi sulle pagine di Indie Life. Come nasce il progetto dei Metanoia?

Siamo noi che ringraziamo voi per lo spazio. La band nasce circa 8 anni fa tra i banchi del liceo, poi tra chi è andato a studiare fuori e chi ha preso altre strade siamo arrivati a questa formazione da 3 anni. Enrico, il cantante, scriveva già canzoni e ha trovato degli amici con cui iniziare questa avventura.

Nel 2019 il vostro esordio con l’album “L’Equilibrio dei numeri primi”. Come si è evoluta la vostra musica in questi anni?

La nostra musica si è evoluta con tanta esperienza, ascolto continuo e confronto costante con i nostri produttori. Siamo passati dal rock al pop in maniera naturale, sentendoci noi stessi, senza nessun problema. Anche noi come band siamo sempre alla ricerca di migliorarci e alzare l’asticella continuamente.

Sappiamo che avete aperto concerti ai Meganoidi, Cosmetic e Cisco, ex leader dei Modena City. Ci raccontate queste esperienze?

Esperienze magnifiche, soprattutto l’apertura a Cisco. Suonammo davanti ad una piazza piena di persone per la prima volta e l’emozione, a pensarci, è ancora molto viva. Conoscere musicisti di professione ti fa capire tante cose e ti aiuta a migliorare sia nel live che nell’organizzazione dei concerti.

Quali sono, e sono state, le vostre fonti di ispirazione?

Ce ne sono molte, dal cantautorato italiano al pop internazionale, non mancano il funky e l’indie, per fortuna siamo un mosaico d’ispirazione, piacendoci generi diversi dobbiamo giungere ad una conclusione quando ci mettiamo a fare un pezzo nuovo.

Potete raccontarci la genesi del vostro nuovo disco “64018”?

È un album pop, suoni moderni, ricercati e soprattutto suonati. Abbiamo avuto il piacere di stare in studio e dar fuoco ai ferri di lavoro, suonando nota dopo nota. Questo disco parla di noi, delle nostre esperienze e delle emozioni che abbiamo vissuto. Quel bellissimo numero è il CAP del nostro paese, Tortoreto, dove siamo nati e abbiamo iniziato a provare le prime volte. È nato partendo da “Mezzanotte”, primo pezzo che abbiamo fatto in questo nuovo percorso, poi da lì il resto è venuto in maniera naturale.

C’è un filo conduttore che lega le tracce della tracklist?

Sì, il filo che lega le canzoni è l’esperienza. Possiamo sembrare ripetitivi, ma ogni canzone l’abbiamo vissuta, non c’è niente di ispirato o non vissuto.

Avete date live in programma?

Il 18 marzo a Chieti, poi per le altre ci potete seguire sui social, ci trovate come storiedimetanoia

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