La musica incontra la moda parigina

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Oggi andiamo a farvi scoprire, come sempre, dei nuovi artisti emergenti. Questa volta però non lo saranno in campo musicale, ma in quello della moda. Ad una settimana dalla fine della Paris Fashion Week Autunno/inverno 2023-2024 vi portiamo all’interno di alcuni nuovi nomi di stilisti e/o brand. Naturalmente ci siamo soffermati anche ad analizzare quali sono state le scelte musicali per presentare le loro collezioni.

Pabepabe

il primo brand che vi andiamo a raccontare si tratta di una linea di moda che ha reso la musica parte integrante della sua visione artistica. Strumenti musicali più o meno noti sono infatti coloro che hanno ispirato il versante accessoriale del brand, e sono stati traslati così in delle borse. Lo stile di Pabapabe é minimalistico, chic e molto puntato verso il genderless che identifica la nuova generazione. I tessuti semplici, senza troppe lavorazioni, ma importanti. Interessante come la matrice asiatica del brand abbia trovato ristoro nella scelta di rappresentare abiti di divise scolastiche molto comuni nei loro istituti

Demo

Un sottofondo di musica d’opera ci accompagna alla presentazione rinascimentale di Demo. Lo stile barocco é imperniato in ogni oggetto della stanza, dalle poltrone ai fiori, e regala quell’atmosfera da ballo in maschera a palazzo (d’altra parte ci troviamo nel regno di Maria Antonietta). Stoffe pesanti, balze e pantaloni palazzo che rievocano l’epoca sono messi a contrasto con paillettes, trasparenze e camicie di tessuto jacquard. Insomma, una rivisitazione in chiave moderna della moda di una nobiltà deceduta. Molto bello il lavoro di manipolazione dei tessuti: conchiglie cucite a mano con perle finte dentro ricascano su pantaloni lisci. Solo magari la prossima volta portiamo delle stufette alle modelle e ai modelli, che tremavano dal freddo…

Yat Pit

Un omaggio alla Terra e in particolare a quella cinese, alle spezie ed al riso che essa ci offre e all’importanza della natura. Ad accompagnare la sfilata troviamo un documentario che raffigura tutto ciò, dove la lavorazione del thè, con cui sono state colorate alcune maglie, e l’operato delle api viene supportato da una musica avvolta da percussioni. Non si riesce ben a definire le parole sottostanti, tranne per la parte finale, in cui viene gridato un “Pray For Tomorrow”. Cosa ci abbiamo trovato: un abito bianco ispirato da Issey Miyake, pantaloni in seta con balze nella parte finale, maschere rosse che coprono gli occhi a tre modelle, simboli legati al taoismo e tuniche solenni che, sebbene siano costruite sulla base dei lavoratori della terra, richiamano all’imperialismo.

Anne Isabelle

Lo stile bohemien chic sta ritornando e con esso il rock soft anni settanta. Scarpe cowbow, vestiti con la stessa fantasia a stelline ci incorniciano uno scenario in cui Esmeralda del gobbo di Notte Dame incontra la donna d’affari che lavora alla San Paolo. E ad entrambe piace la stessa marca. Un po’ un mix tra Missone e Massimo Dutti.

Anne Isabelle, indielife

Nehera

La sfilata ha vito luogo nel Palais du Tokyo, dove anche altre grandi firme note, come Giambattista Valli o Paco Rabanne, hanno sfilato. Ovviamente anche qui l’amore per l’oriente ha fatto da padrone e si é riversato in uno stile minimalista e dark. Lunghe maglie toccano a terra, con linee semplici, dritte ed essenziali. Color blocks con ristretto margine di spazio, non si va più in là del bianco, grigio e nero; al massimo verso la fine troviamo linee intrecciate. La musica di sottofondo, gestita da due dj, é calma e ritmata, ed accompagna il passo svelto degli/lle indossatori/trici. Per quanto riguarda i tessuti, Nehera rende onore cercare ed esplorare nuovi materiali sempre più eco-responsabili, seguendo il loro sviluppo ecologico. Less is more é il mantra che lo scandinavo ha scelto

Nehara Paria Fashion week autumn/winter 2023-24

Thebe Magugu

Brand che é riuscito ad arrivare a conquistare la nota casa francese Dior, tanto da farci una collaborazione insieme. Stampe tribali sono il segno che contraddistingue il designer di origini africane, e che vanno a decorare le lunghe gonne plissettate di seta che propone quest’anno. La sua musica é la poesia, che riversa in proverbi africani scritti sugli abiti.

Veronique Leroy

Capi di sartoria classica, con qualche eccezione più moderna come le giacche di jeans rimodernate, vengono accolte in una atmosfera soft e casalinga. Una musica dolce e suonata a basso volume ci accoglie dentro quella che potrebbe essere una libreria ed un salotto comune, invece ci ritroviamo nello studio della stilista (non presente allo showroom). Sciarpe e collari sono sicuramente i punti forti della collezione, eleganti e semplici, fatti con materiali pesanti mohair, lana e linchen. L’elemento interessante e che contraddistingue il brand é sicuramente la scelta della palette di colori adoperata.

Spero che questo articolo un po’ diverso dal solito vi sia piaciuto, é sempre bello dare spazio a chi ce la mette tutta per emergere con la sua arte.

Bianca Cela

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