Abbiamo voluto fare focus su un pezzo in particolare di LALA: “Inchiostro“, quello che era stato il primo singolo ad anticipare l’album.
Il brano parla di ricordi che fanno male e di come ti fanno mancare il fiato. L’inchiostro di cui LALA parla nel suo brano è una terapia che si svolge su due livelli: sulla pelle, con gli indelebili tatuaggi, e sulla carta, richiamando le notti passati a scrivere.
INCHIOSTRO è il brano più scuro e introspettivo di LALA.
Intervista a LALA su “Inchiostro”
Lala in questa canzone parli di inchiostro, quello che trovi sulle mani dopo aver scritto un pezzo e quello sulla pelle, che traccia la storia dei tuoi tatuaggi. Da cosa ti è scattata questa idea?
Penso che le canzoni e i tatuaggi abbiano in comune molto con le nostre vite, fanno parte di noi in un momento preciso e ci restano addosso per quello che ci rimane, possono creare un cambiamento in noi come una sorta di marker nella nostra linea temporale.
La musica ha influenze fortemente elettroniche ed R&B, hai scelto sonorità affatto scontate. Com’è nata la musica di “INCHIOSTRO”?
Inchiostro è nata in due momenti diversi: tre anni fa quando l’ho scritta e un anno fa quando ha preso vita realmente. Eravamo insieme con Tenp, produttore, e Antonio Falanga, chitarrista eccelso, e l’ho cantata a cappella mentre loro hanno iniziato ad arrangiarla. Poi siamo andati dal Produttore Mark Ceiling che ha creato il mondo sonoro in cui INCHIOSTRO è riuscita a sbocciare. Abbiamo cercato di mantenere un mondo R&b con una ritmica che si rincorre come il fumo di una sigaretta in una serata umida.
I ricordi “freddi come una pistola sulla tempia”, un’immagine forte, quasi un’esecuzione. A volte siamo vittime dei nostri ricordi, che diventano forse più dolorosi anche della realtà dei fatti. Sei d’accordo?
I ricordi, i rimorsi, le occasioni che ci sono sfuggite di mano sono tutte le cose che creano in noi un’insicurezza e danno modo alla depressione di prendere il sopravvento. Le immagini scritte fanno parte della mia vita ed averle scritte su un foglio hanno alleggerito il loro peso dentro di me.
Hai detto che INCHIOSTRO per te è stata come una terapia, che ti ha permesso di arrivare a un punto in cui non è che non cadrai mai più, ma non toccherai più quel fondo. Che consiglio daresti a chi sta passando un momento del genere?
È molto facile cadere in questa vita, siamo persone fragili, non siamo robot. Il mio consiglio è di lasciarsi aiutare. L’inchiostro è una metafora sul trovare in ognuno di noi il nostro sfogo che può essere anche l’aiuto di un professionista per creare una soglia sotto il quale non cadere.