Claudio Orlandi pubblica il nuovo brano “Così lontana”, e il nuovo disco si avvicina

Il 29 marzo 2024 è uscito Così lontana, il nuovo singolo di Claudio Orlandi, quarto e penultimo capitolo del disco Indelebile ma fragile che, tassello dopo tassello, si sta completando e che vedrà la luce nei prossimi mesi.

Così lontana, testo e musica di Marcello Marchetti, è un brano dall’anima rock che prosegue sullo stesso filone delle precedenti canzoni. Rappresenta infatti l’ennesima esperienza di vita, con amori non sempre o del tutto corrisposti e si conclude con una riflessione sulle difficoltà dello stare insieme che ogni ascoltatore può fare sua.

Ascolta il singolo Così lontana di Claudio Orlandi

Il disco Indelebile ma fragile conterrà 5 inediti: Indelebile ma fragile, Cosi lontana, Tu che ne sai, Ad occhi chiusi, In Settembre.

«Marcello Marchetti – spiega Claudio Orlandi è la mente di questo progetto, oltre che autore e arrangiatore dei brani che nascono da molti anni di collaborazione insieme. Io mi rispecchio molto nei testi dei brani racchiusi in questo disco. Chi in fondo non ha mai avuto momenti di riflessione sul perché un amore è finito e su cosa è andato storto oppure su cosa era giusto e cosa no? – prosegue Orlandi e conclude – Potremmo definire il progetto Indelebile ma fragile un insieme di storie d’amore che, al di là di come poi siano finite, hanno sicuramente lasciato delle tracce “indelebili ma fragili” nella nostra vita, arricchendoci e facendoci crescere».

Il singolo Così lontana è uscito per DELRIORECORDS ed è distribuito dall’etichetta VOCALAB.

Il penultimo brano del nuovo EP di Claudio Orlandi è disponibile su tutte le migliori piattaforme di streaming musicale dal 29 marzo 2024 insieme agli altri 3 singoli già editi nei mesi scorsi.

Biografia

Claudio Orlandi, classe 1977, nasce in Toscana a Pietrasanta (Lu) ma vive a Camaiore e di professione lavora nel mondo della Nautica.

Si avvicina alla musica sin da piccolo frequentando una scuola di pianoforte. Crescendo si appassiona anche al teatro e partecipa a diversi musical, ma per lui non era ancora abbastanza, non si sentiva un artista completo.

Orlandi desiderava fare il cantante solista: partecipa ad “Una Voce per l’Europa” arrivando in finale oltre che al programma televisivo The Coatch su La Sette Gold.

Il cambio di rotta avviene quando ad un certo punto della vita Claudio Orlandi incontra Marcello Marchetti dello studio DELRIORECORDS. C’è subito sintonia e i due iniziano una importante collaborazione. Nascono così i primi inediti che tra mille difficoltà oggi sono pronti per essere ascoltati.

Social e contatti

Chef Adami: “All Black” parla di un ragazzo di strada

“All Black”, il nuovo singolo di Chef Adami, è disponibile su tutte le piattaforme digitali per CUTCOMBO con distribuzione Believe.

Su una produzione musicale di Evan Parker, il rapper classe 2000 della provincia di Bologna in “All Black” fa l’identikit di un ragazzo formatosi in strada, che ama la bella vita ma non si crea illusioni sul futuro. Il testo trasmette un senso di autenticità e un sentimento di orgoglio nel rimanere fedeli a se stessi nonostante le pressioni sociali esterne.

CHEF ADAMI: LA BIO

Chef Adami ha iniziato a fare musica nel 2019 e, un anno dopo, è entrato a far parte del collettivo bolognese Uzibwoy Industry e ha iniziato a lavorare con il produttore musicale Evan Parker, co-fondatore dell’etichetta Magma. Nel periodo pieno di difficoltà causate dalla pandemia è nata la collaborazione con il collettivo Sugo Gang di Vicenza, che ha portato all’uscita del singolo “Mama”, prodotto da Nardi, attualmente il più ascoltato tra quelli pubblicati da Chef Adami.

Nel 2022 ha lavorato a nuovi brani con Evan Parker ma, quando stava per pubblicare il primo, ha avuto guai con la legge che lo hanno costretto agli arresti domiciliari, e ha subito reagito a questo periodo duro lavorando costantemente sulla musica per affinare sempre di più stile e tecnica. Durante il 2023 ha pubblicato quattro nuovi singoli e ha iniziato il 2024 con l’uscita di “America”, nato dalla collaborazione con Wech Puto, seguito da “Bunda”, in cui racconta la quotidianità della strada.

E.L.F.O.: il ritorno con il secondo disco ufficiale “Dream”

E.L.F.O. è un rapper originario di Reggio Calabria che vive a Ferrara dall’età di 14 anni dove si avvicina alla cultura Hip Hop. Ex membro de I Poeti Onirici (1999-2012) con cui pubblica alcuni dischi, studia canto con due jazzisti e si inserisce all’interno di progetti musicali e teatrali.

Dopo vari anni all’interno di progetti e band alternative, pubblica il suo primo disco ufficiale come solista dal nome Grafite per PMS nel 2019. Nel 2023 pubblica alcuni singoli che anticipano il suo secondo disco ufficiale Dream uscito qualche giorno fa.

In questa piccola intervista abbiamo avuto il piacere di scoprire di più sul suo passato e su come si è avvicinato alla musica.

Partiamo dall’inizio. Come mai il nome Elfo?

E.L.F.O. in realtà sta per “elemento liquido forza originale”. È uno dei primi brani che ho fatto… sono partito con questo flow e ho tenuto questo. Già mi chiamavano così perché vestivo sempre largo e non avevo da vestire. Mi donavano i vestiti. E quando mia madre riusciva a comprarli me li comprava più grandi così potevo indossarli anche l’anno dopo. Ero un abitante del bosco vestito largo con la camicia a quadri grandi. Le adoravo e tutt’ora mi piacciono molto. Elemento Liquido perché a Reggio Calabria liquido vuol dire pazzo (me lo dicono in molti perché sono iperattivo!). Forza originale perché ogni volta che la gente mi vede sul palco pensa che faccio uso di sostanze, ma in realtà Io sono così naturale, da quando mi sveglio, a quando vado a letto. Liquido anche per un altro motivo, perché si adatta ad ogni recipiente come io ad ogni forma musicale. Nella mia vita ho scritto di tutto… swing, rock, ska ,rap raggamuffin. E voglio continuare a farlo.

Ci dici qualcosa su di te inerentemente all’aspetto artistico? Non sarebbe male che ci facessi un piccolo excursus su come hai iniziato con la musica e come sei arrivato dalla Calabria a Ferrara.

Con la musica ho iniziato in quarta elementare con l’antoniano Don Bosco di Reggio Calabria. Era un Orfanotrofio in cui erano quasi tutti figli di mafia come descrivo in “Lifestyle”. Mio padre è morto quando avevo tre anni. Cantavo davanti a tantissima gente e in tutte le foto che mi hanno fatto sono con le mani davanti al volto! Mi vergognavo moltissimo.

Dalla Calabria a Ferrara non è stato semplice anche perché mia mamma mi ha letteralmente strappato da Reggio dopo la morte di mio fratello Filippo. Qui al nord mi chiamavano marocchino, c’era un razzismo esagerato. Se poi fossi venuto da una famiglia povera sarebbe stato la fine. Sono sopravvisto bene dai. Nulla al mondo è più pericoloso dell’ignoranza diceva Martin Luther King.

Al rap mi sono avvicinato qui. Ma sono introspettivo e mi piace variare su tantissimi generi musicali.

Guarda il video di Elfo

Se parliamo di identità geografica, ti senti di più Calabrese o Emiliano? Saresti la stessa persona se non ti fossi trasferito? Quanto ha influito l’aver cambiato città artisticamente?

Sempre” Calabrese della “Calabrifornia”! Scherzi a parte… non rinnego le mie origini e la mia terra. Sono ciò che sono grazie al mio sangue calabro. La verità però è che non posso rispondere a questa domanda: non ho la conoscenza assoluta che mi fa vedere il futuro o il passato come in un film. Se avessi fatto un’altra scelta? Sono sicuro che se vuoi prendere strade sbagliate le trovi in tutto il mondo, la parte difficile è starne fuori. Sicuramente avendo studiato con dei jazzisti molto forti mi ha permesso di diventare più eclettico. Ferrara e Bologna hanno un bel bacino di musicisti forti e una bella scuola di vita musicale.

Molti artisti affermano che al sud si parta svantaggiati nella vita e nella musica specialmente. Tu che opinione hai?

Sicuramente hai più difficoltà. Basta vedere dove sono le etichette più grosse, i talent, le tv, le radio e perfino l’università come ad esempio il DAMS. Poi se sei forte, in qualche modo la strada la fai lo stesso. Adesso è più semplice con la musica in streaming… arrivi in tutto il mondo! Diciamo che ha accorciato le distanze, anche se ha creato altri danni. Ma questa meriterebbe una domanda a parte.

Dream. Il nome del tuo nuovo disco. Come mai questo titolo?

“I sognatori hanno cambiato il mondo!” Uno dei miei mantra. Io sono sempre stato un sognatore e ho ottenuto tanto dalla vita. Anche se mi ha tolto tantissimo, mi ha dato tantissimo. I sogni sono una parte fondamentale della vita. Se smetti di sognare smetti di vivere. Lo dico sempre.

Quali sono i tipi di musicalità che troviamo all’interno? A quale pubblico credi che sia più adatto?

Trovi di tutto… dal rap conscious, al brano pianoforte e voce, al classic hip hop, alla street senza ritornello, a quello dance scherzoso, o a quello raggamuffin. Ho sempre pensato che quando ascolto un album non mi devo annoiare, devo consumarlo ascoltandolo all’infinito. Il mio stile è eclettico, allora perché fossilizzarsi su un unico mood? Molte volte mi è stato detto che i dischi dovrebbero essere uniformi… tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Non solo non ci riesco… ma non ho nessuna voglia di fare un album tutto dritto.

Ascolta il disco

Il Maestro è un brano che mi ha colpito. Molto breve essendo una intro, ma sicuramente un’ottima apertura per il disco. Parti subito dicendo che sei sul ring. A cosa ti riferisci?

Combatto da sempre sia nella vita che sul ring. Ho fatto due campionati italiani iaksa e due mondiali raggiungendo il terzo posti in entrambi. Sono un maestro terzo dan di Kick Boxing e l’orgoglio più grande è quello di aver portato i miei allievi a vincere tutto.

Cosa unisce rap e arti marziali?

C’è un legame forte tra arti marziali e hip hop. Il rispetto è una cosa fondamentale in entrambe le discipline.

Dove possiamo trovare Dream?

Su tutti digital store più importanti come Amazon music, Deezer, Spotify. Inoltre, sto già fissando date in Italia e dovrei riuscire a fare qualche tappa all’estero portando energie positive e good vibes.

Contatti

L’alternative rock degli Elaphi rock tra l’Italia e Dublino debutta con The Wind

The Wind” è il titolo del primo EP della band alternative rock Elaphi, disponibile in tutte le piattaforme digitali da venerdì 5 aprile. La band è composta dalla cantautrice e chitarrista Sara Barberio (Cagliari), dal chitarrista Jacopo Stofler (Brescia), dal bassista Federico Camici (Roma) e dal batterista Grim Nordahl (Svezia). Di base a Dublino, debuttano con il loro primo lavoro dopo due fortunati singoli che li hanno già fatti apprezzare dal pubblico e dai media irlandesi e UK.

Le tre tracce di “The Wind” accompagnano gli ascoltatori in un viaggio profondo. Questo per esplorare il potere dell’elemento naturale. La band combina vulnerabilità e forza nel proprio arrangiamento musicale, creando un’esperienza di impatto ed emotivamente suggestiva.

Chi sono gli Elaphi

Ogni membro della band ha condiviso il proprio cuore e la propria anima nella creazione di “The Wind”, rendendolo un vero riflesso delle proprie espressioni artistiche e visioni individuali. Dalla voce e chitarra di Sara, già nel progetto del cantautore Pier, al basso di Federico, musicista di lungo corso che negli anni ha collaborato con Motta, Piotta, Tonino Carotone e molti altri. La chitarra di Jacopo con un passato orchestrale, porta sonorità che spaziano dal post-rock allo shoegaze, passando dal dream pop e dal punk. Il batterista svedese Grim, invece, proviene da un percorso indie/alternative noise con la band GENMA.

L’EP nel suo insieme è una testimonianza del viaggio condiviso che Elaphi ha intrapreso. Con l’obiettivo di creare qualcosa di unico e significativo. Tra alternative rock, folk lunatico e velati elementi elettronici, “The Wind” è un disco che incapsula il viaggio collettivo di espressione artistica della band. Offrendo allo stesso tempo una connessione profonda e riconoscibile agli ascoltatori. “The Wind” è una delle tre composizioni dell’EP, ciascuna delle quali racconta la propria storia e riflette le esperienze personali dei membri della band. L’EP è stato registrato a Dublino presso Sonic Studios con il tecnico del suono Ber Queen e mixato con la collaborazione di Fabio Grande che è riuscito a dare vita alla visione della band. Le influenze musicali di Elaphi includono band e artisti come Slowdive, Verdena, Daughter, Warpaint, Radiohead, The Smile e Wolf Alice.

Statuto Football Club, musica e calcio nel nuovo disco da maggio in tour

Statuto Football Club è il titolo del nuovo album della storica band mod torinese Statuto, in uscita prima dell’estate per Egea Music.

Statuto Football Club è una raccolta di otto tra canzoni e sigle radio-tv a tema calcistico, riarrangiate con il tipico stile ska-soul-pop che da sempre è il marchio di fabbrica della band. Attraverso leggendarie melodie condivise da più d’una generazione di tifosi, questo progetto vuole ripercorre la storia del calcio italiano e non solo.

Tra le tracce la sigla di “Tutto il calcio minuto per minuto” e quella di “Novantesimo Minuto”, fino alla “Domenica Sprint” passando per la “Domenica Sportiva”. Nel disco anche l’iconica “La leva calcistica della classe ’68” di Francesco De Gregori e “Una vita da mediano” di Ligabue. La divertente “La partita di pallone” di Rita Pavone e la HIT internazionale “Un estate italiana” del duo Nannini-Bennato.

Il rapporto tra la band e il calcio

Il rapporto tra Gli Statuto e il calcio è un amore che dura da anni. Sfegatati tifosi del Torino, per primi nel 1988 hanno firmato una canzone (“Ragazzo ultrà”) che descrive la tematica delle tifoserie. Nel 2005 hanno pubblicato il brano “Facci un goal”, al cui videoclip partecipa anche lo storico attaccante del Torino Paolo Pulici. Con il collega Enrico Ruggeri hanno scritto nel 2010 il brano “Controcalcio”, che è un omaggio al calcio d’altri tempi. Inoltre il frontman della band oSKAr, è membro della Nazionale Italiana Cantanti dal 2017 con il ruolo di difensore.

Una passione che da sempre abbiamo voluto trasmettere al nostro pubblico commenta oSKAr-. Un connubio quello tra calcio e musica che passa dalle gradinate degli stadi ai palchi dei concerti, tra goal e chitarre, note e rigori passa un filo sottile che in questo nuovo tour trova la sua massima rappresentazione”.

Così dopo i sold out di Genova, Bergamo, Milano e Roma, la band torna sul palco con lo “Statuto Football Tour”, un vero e proprio spettacolo, dove oltre alla presentazione del disco, si aggiungono anche tre vere chicche per intenditori come “Dribbling” di Piero Umiliani, “Squadra Grande” di Tony Santagata e “È goal” di Edoardo Bennato. Inoltre saranno eseguiti i brani più famosi del loro repertorio come “Abbiamo vinto il Festival di Sanremo”, “Qui non c’è il mare”, “Piera” e “Ragazzo ultrà”. Tra i ritmi ska e la melodia del soul, la band darà nuova vita a quei motivi storici che abbiamo canticchiato un po’ tutti, che si ami il calcio oppure no.

Sul palco Oscar oSKAr Giammarinaro (voce), Enrico Bontempi (chitarra), Giulio Arfinengo (batteria), Alessandro Loi (basso), Gigi Rivetti (tastiere) e Lorenzo Bonaudo (tromba).

Le prime date dello Statuto Football Club Tour

mercoledì 1 maggio, Piazza Calcagnini Formigine (MO)
sabato 11 maggio, festa per Emergency Centro Polifunzionale Rueglio (TO)
sabato 8 giugno, Ippodromo Lonigo (VI)
domenica 16 giugno, Rocca Malatestiana Cesena (FC)

“Vorrei bastasse tutto questo” il nuovo album dei Mixotri

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Dal 2 aprile 2024 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in formato fisico “Vorrei bastasse tutto questo” (Overdub Recordings), il nuovo album dei Mixotri.

“Vorrei bastasse tutto questo” racconta il momento in cui l’imperatore Lao Shang, mentre congedava il suo ospite ringraziandolo della visita, si alzò dal suo trono. Avvolto nella sua tunica verde, si incamminò lento e implacabile verso la finestra del palazzo. I servitori cercarono di fermarlo, urlando e disperandosi, prostrandosi ai suoi piedi, lanciando fiori e stendendo tappeti rossi, ma non capirono: era già morto durante quei passi. Da quel momento in poi, il mondo non cambiò e l’universo continuò il suo corso. Poiché cadde senza sangue, non nacque nulla su quel terreno, né vennero eretti monumenti in suo onore. Perché non tutte le storie meritano di essere raccontate, ma questa sì.

Spiega la band a proposito dell’album: “Pensate a cosa rappresenti per voi, pensate a tutte le volte che ne avete avuto a che fare, pensate a tutte le volte che l’avete incontrata, la banalità”.

TRACKLIST:

1 – È Tutto Inverno

2 – Non Ti Piace Questo Posto Che Ti Piace

3 – Le Luci

4 – Levante

5 – Uscita

6 – Elvis

7 – Vivien

8 – Cassiopea

10 – Entrata

11 – Non So Chi Sono

Biografia

I MIXOTRI, band alternative rock, nascono nella primavera del 2018. Il gruppo è composto da Enrico Mercati (voce), Riccardo Palmieri (chitarra), Francesco Bertoni (chitarra), Andrea Barbari (batteria) e Alessandro Bottura (basso).

Nel 2019 “Prospettive dall’Oblio”, anticipato dal singolo “Mentre La Città Brucia”, rappresenta il loro primo lavoro discografico al quale fa seguito un tour promozionale di supporto all’album. Nel 2022 viene pubblicato il singolo “Sai”. Il brano ottiene un notevole riscontro da parte di pubblico, critica e addetti ai lavori e verrà inserito in varie playlist editoriali, tra le quali spicca quella di “Rock Italiano” a cura della V Rec, sancendo ufficialmente il ritorno post pandemico della band sulle scene. Segue un’intensa attività live in giro per la penisola e l’uscita di un secondo singolo: “BRYO”. Durante il 2023 la band continua ad esibirsi in numerosi concerti e si dedica alla scrittura e alla produzione di un nuovo lavoro discografico.

I singoli “Non ti piace questo posto che ti piace” e “Levante” hanno anticipato il secondo album “Vorrei bastasse tutto questo”, pubblicato da Overdub Recordings e distribuito da Ingrooves/Universal Music Group, disponibile sulle piattaforme digitali e in formato fisico dal 2 aprile 2024.

L’anteprima del videoclip di Nenné, il canto malinconico di Demonaco

Indielife ospita in anteprima il videoclip di “Nenné”, l’ultimo singolo di Demonaco, uscito il 22 marzo per Pluma Dischi.

Il videoclip di “Nenné” è una live session che enfatizza l’espressività vocale del brano e che mette insieme musica e arti visive, ospitando una performance di throw up, la tecnica del graffiti writing caratterizzata da velocità e semplicità.

«L’idea del video nasce per caso mentre girovagavo per mercatini dell’usato guardando due o tre quadri di fiori affiancati tra loro in una specie di magazzino polveroso»

La live session è ospitata dal Link di Bologna: una parete esterna dello spazio è quasi interamente ricoperta di quadri di fiori e diventa la tela dell’azione di graffiti writing, realizzata dai ragazzi di SorryMom Bologna. Il risultato ricorda la copertina stessa di Nenné, con la scritta colata di un dripper su di un quadro. In primo piano, il canto malinconico di Demonaco e il racconto a cuore aperto della fine di una relazione. L’esibizione è accompagnata dal pianista Giovanni “Baco” Cristino, curatore anche dell’arrangiamento del live.

Regia e idea: Demonaco
Throw up: SorryMom Bologna
Piano Wurtlizer: Giovanni Cristino
Camera: Fabrizio Ferraro
Fonico e post-produzione: Nicola Lanzani

Uscito il 22 marzo per Pluma Records (Irma Dischi) e distribuito da FUGA, “Nenné” è un brano che mette insieme strofe dal taglio narrativo e un ritornello intimo e diretto, in cui il dialetto napoletano si fa portatore di immediatezza e sincerità. Il racconto è quello di un distacco tra due persone, della progressiva incomunicabilità che si fa strada in una relazione, lasciando dietro di sé emozioni e sentimenti contrastanti.

Nella versione studio il canto di Demonaco, tra virtuosismi R&B e soul, si dispiega su una strumentale sincopata e incalzante, prodotta insieme a Bruno Bellissimo. Testo e musica sono cuciti insieme e si modellano perfettamente sulle oscillazioni emotive che caratterizzano il distacco, consegnando all’ascoltatore un’ambivalente malinconia.

Nel “Cerchio” di Scapigliati. Intervista all’artista.

Scapigliati ci trasporta nel suo “Cerchio“, un circolo vizioso che parla di un amore che è finito ma che forse non è nemmeno davvero iniziato.

Amanti che si cercano, si trovano, si lasciano e ricominciano da capo. Perché è sempre difficile mettere un punto in una forma che non ha un inizio e non ha una fine, ma gira attorno a se stessa.

Abbiamo fatto due chiacchiere con l’artista.

Intervista a Scapigliati su “Cerchio”

Il titolo che hai dato a questo pezzo non è contenuto nel testo: è arrivata prima l’immagine del cerchio o prima il resto?

Il Cerchio è l’immagine che mi ha ispirato, ho sempre un’ immagine che non so per quale scherzo mentale è ispiratrice dei miei testi.

Cosa consiglieresti a una persona che si trova in una situazione in cui inizio e fine sono confini labili?

Consiglierei probabilmente di guardarsi prima dentro e capire se i vari sensi che si possono porre alle situazioni hanno ragione di essere seguiti.

In quanto hai scritto “Cerchio”?

Cerchio è stata scritta molto velocemente dopo aver centrato l’obbiettivo emotivo per cui la stavo scrivendo.

Dal punto di vista musicale, il sound è molto coerente con il testo. Come è nata la musica?

La musica è nata in studio tra me e Vinx (il mio produttore), che ha iniziato a suonare il piano ed io improvvisavo la melodia. Ci è sembrata giusta, adatta, l’abbiamo registrata! P.s. Mi sento di dire che questo arrangiamento sia un’atmosfera; l’atmosfera che ha suggerito il testo.

scapigliati cerchio

“Resto sempre a debita distanza dai ricordi”. Ci riesci?

No, non ci riesco sempre. Ma quando ne ho veramente bisogno, per salvarmi, sì.

Chiuso questo cerchio, che cosa c’è nel futuro di Scapigliati?

L’EP conta ancora due brani inediti da pubblicare. Ma al futuro, meglio non pensarci. Voglio solo fare bene passo dopo passo.

Un saluto ai nostri lettori <3

Saluto tutti e spero di potervi incontrare uno per uno un giorno, se ascolterete quello che scrivo, per abbracciarvi. Un bacetto.

Un pomeriggio con Lunedì Notte

Molto probabilmente lo conoscete come chitarrista e produttore, quello che però magari vi é sfuggito é che Alessandro Cianci verso la fine del 2023 ha iniziato ad intraprendere parallelamente un progetto cantautorale tutto suo: Lunedì Notte. Dai sapori un po’ agrodolci, sentimentali e onirici ci racconta situazioni vissute o immaginate, con toni a tratti malinconici.

Durante le vacanze di Natale ci siamo potuti incontrare in un bar di Foggia, sua città natale e in parte anche mia. Abbiamo parlato del suo percorso, di ciò che lo ispira, delle sue pubblicazioni (e collaborazioni) e di cosa probabilmente serva ad un artista per avere una carriera soddisfacente, quali sono gli ingredienti e quanto conti la disciplina.

Inizi e studi

Partiamo dall’inizio proprio: come é iniziata la tua passione per la musica e quale é stato il tuo percorso

La mia passione per la musica nasce prima di qualsiasi tipo di studio chiaramente. Ho iniziato alle medie probabilmente e, un po’ più seriamente, durante il liceo. Amavo il punk-rock, sulla linea dei Blink-182 e Sum 41, e volevo diventare quel genere di musicista, anche se poi ovviamente ci si evolve. Forse il disco che più mi ha fatto decidere ciò che volevo diventare é stato Californication dei Red Hot Chili Peppers. Da lì ho capito che volevo diventare bassista. Ho così iniziato a suonare con le band del liceo, tra cui c’era anche Mecna, che suonava la batteria

Dopo aver imparato a suonare la chitarra ho iniziato quindi a studiare il basso, facendo sempre tutto da privatista. Se devo suonare in una band mi diverto molto di più a suonare il basso. Chiaramente poi alla fine sono un autore, per cui per scrivere le canzoni é indispensabile utilizzare la chitarra. Spesso però, quando le scrivo, c’é magari il giro di basso che le caratterizza, oppure addirittura inizia tutto da lì.

Se ti dovessi chiedere il tuo bassista preferito?

Flea dei Red Hot Chili Peppers, sicuramente non é il più tecnico però é quello che mi piace di più.

Spostamenti

Quando hai lasciato Foggia ti sei trasferito subito a Milano?

In realtà no, ho fatto tantissimi giri. Sono stato prima a Roma, dove mi ero trasferito per studiare architettura, lavoro tutt’ora come architetto. Dopodiché mi sono spostato a Londra per sei mesi dove ho fatto un tirocinio e quello é stato un momento che mi ha molto formato, anche da un punto di vista musicale. Avevo 23 anni ed iniziai a girare tutti i club e a vedere quali fossero le tendenze: Londra é sempre un po’ una città in cui si settano i trend. Da lì mi sono poi spostato a Milano, città che mi ha cresciuto di più dal punto di vista musicale, perché ho incontrato molte persone che mi hanno aiutato a coltivare la passione, anche se ormai é diventato un lavoro.

Produzione

Come sei entrato nel mondo della produzione?

Tra le persone che ho incontrato a Milano ci sono Iamseife e Lvnar. Prima di allora ero esclusivamente musicista, avevo suonato la chitarra ed il basso e per me suonare era lo strumento, scrivere una canzone, cantarla e poi al massimo provarla a registrare. Tutto il resto era un qualcosa che non mi era ancora tanto chiaro. Invece poi mi é capitato di lavorare con degli amici che avevano l’approccio opposto: non suonavano gli strumenti ma erano tutto sulla produzione, sulle drum machine e sui suoni. Di base sono stati due mondi che si sono incontrati, loro hanno sposato il mio ed io ho sposato il loro. Poi ovviamente il tipo di produzione che intraprendo io é diverso, il mio rimane un discorso più da musicista che da produttore.

Social

Quanto é importante secondo te avere le giuste conoscenze nel mondo della musica?

É fondamentale. Se non hai un talento sconfinato, devi saper giocare le tue carte sicuramente. Avere solo delle conoscenze non basta, però aiuta in maniera abbastanza determinante. Il talento conta, tantissimo e se hai talento prima o poi arrivi, le conoscenze sono sicuramente il “prendere un’autostrada invece che una statale”. Secondo me anche e soprattutto nell’era dei social, dove comunque é tutto self promotion.

Per te é più facile o più difficile il fatto che ci siano anche i social media?

Per me é molto più difficile. Non mi reputo imbranato sui social media, però allo stesso tempo sento che dovrei fare di più e sempre di più. Mi interrogo continuamente sul quale possa essere il mio apporto a livello proprio di produzione personale, però ad un certo punto devi fare i conti anche con quella che é la tua personalità.

Live

Ti piace di più stare in studio o fare i live?

A questa domanda posso darti una risposta adesso che potrebbe cambiare tra qualche mese. In questo esatto momento forse preferisco stare in studio, ma semplicemente perché mi piace tantissimo la parte di scrittura e vedere il pezzo che viene fuori. Nei live per ora lavoro con Mecna che é una bomba, amo andare in tour con lui ed il resto della band, é come una seconda famiglia. Però in questo momento se dovessi scegliere tra le due cose ti direi che rinuncerei al tour. Mi riservo anche di darti una risposta più completa una volta che magari porterò le canzoni scritte di mio pugno con Lunedì Notte in un contesto in cui sono io il frontmen.

Festival musicali

Okay, allora ti re-intervisterò post tour ahahah. A livello di festival, ne hai uno preferito?

A livello nazionale ho il cuore al MI AMI, perché tutti gli artisti che ho sempre ascoltato sono passati da lì e mi piace molto l’atmosfera. Internazionali, guardando anche un po’ la line-up e l’ambiente, ti direi o il Primavera Sound o qualche festival in Inghilterra.

Influenze nella scrittura

Visto che sei un cantautore, le tue influenze nella scrittura quali sono?

Sono molto varie e proprio per questo penso che siano abbastanza chiare. A volte mi diverte sentire come certe persone leggano un certo tipo di reference ed altre diversissime. C’é chi mi ha accostato al mood di Ornella Vanoni degli anni settanta, chi agli ultimi Artic Monkeys e c’é chi ha fatto la similitudine con alcuni artisti R&B americani. Questa cosa mi gasa perché vuol dire che comunico su più livelli. Per quanto riguarda le mie reference direi da Gino Paoli, per passare a Battisti e per poi andare anche su de Andrè e Battiato. Mi piace anche molto la musica da film, che ho iniziato ad ascoltare da molto piccolo: Danny Elfman, le colonne sonore di Tim Burton, John Williams. Poi da lì ho un attimo affinato la conoscenza, mi piacciono i musicisti come Piero Montanari, Lalo Schifrin e tanti altri.

Musica e cinema

C’é la colonna sonora di un film che avresti voluto scrivere?

Difficile questa, forse qualcosa di Morricone. Anche perché comunque lui é entrato a gamba tesa in un momento in cui c’erano questi film western italiani che gli americani consideravano degli “sfigati” di base. La combo Ennio Morricone e Sergio Leone che dal nulla e con dei budget ridicoli rispetto ad Hollywood, ha creato un genere che non esisteva fu qualcosa di iconico che probabilmente superò anche il Western classico. Quindi sì avrei voluto fare quelli, chi non avrebbe voluto.

In effetti ora manca un po’, in Italia, quel connubio cinema-musicisti che c’era una volta. Almeno a me non viene in mente nessuno che subito accosto ad un regista, a te viene in mente qualcuno?

Effettivamente ci sono poche “combo”. Su questo però ci sarebbe da fare un discorso bello ampio, anche sul come vengono trattati i film italiani ultimamente e la politica che c’é dietro la produzione di un film. Purtroppo la fiaba del regista che incontra il musicista e tira fuori qualcosa di incredibile é sempre più rara.

Mi viene in mente Andrea Laslo de Simone, grandissimo cantautore che ha scritto colonne sonore ma che é dovuto andare in Francia per farlo.

Lunedì Notte

non ti ho ancora chiesto il nome

Lunedì Notte é l’esatto contrario del sabato o del venerdì sera, é un momento della settimana che non programmi mai. Di norma non fai nulla, stai sempre lì con te stesso, quindi va un po’ a ricalcare quell’attimo riflessivo e introspettivo del progetto.

Indolenza e Panico

Parlando del brano “L’Indolenza ed il Panico”, in questo pezzo si parla di decisioni difficili da prendere, quale é stata la più complessa che hai dovuto affrontare nella tua vita?

Direi l’argomento del pezzo, ovvero quella di decidere di lasciare il mio lavoro precedente di architetto full-time e di contratto per fare il musicista se non a tempo pieno quasi. Sicuramente non sarà la più complessa della mia vita, però forse una delle più difficili perchè chiaramente mi sono scontrato con pareri contrastanti. Bisogna guardarsi dentro e capire quale strada si vuole prendere assumendosene le responsabilità, rimanendo comunque contenti di aver preso una decisione e di averla portata a termine.

Percorso musicale

C’é stato invece uno sliding door nella tua vita?

Io direi che ne ho avuti due. Il primo quello di cui ho parlato, quindi quello di lasciare il lavoro, l’altro invece é stato quello di decidere se trasferirmi a Londra o se rimanere a Milano. Alla fine ho deciso di trasferirmi a Londra per tre anni, in un momento in cui comunque le cose musicalmente parlando stavano iniziando ad andare molto bene. Tutt’ora mi interrogo se sia stata una decisione buona o sbagliata, perché da un lato é stato molto formativo, dall’altro probabilmente mi ha fatto perdere qualche treno, non lo so. Però quello é stato uno dei momenti sliding door della mia vita.

Il Buio

Parlando del singolo ”Il Buio” con Sant’Angelica, come vi siete conosciuti?

Ci siamo conosciuti un po’ di anni fa, nel 2019/2020 in occasione di un’apertura ad un suo concerto con Ricordati di Rimini (vecchio progetto di Alessandro con Iamseife, ndr) al Circolo Ohibò a Milano.

Poi quando ho iniziato a scrivere questa canzone avevo in mente di volere una voce femminile sulla seconda strofa, ho pensato a lei ed é stata entusiasta di lavorarci, anche lei é un po’ in quel viaggio di cantautorato italiano anni ’70.

Lo-fi

Come é stato approcciarsi a sonorità lo-fi?

Il lo-fi é un tipo di sonorità che mi appartiene abbastanza. Anche alcune produzioni mie passate, come ”Interludio”, non si discostano tanto da ”Il Buio”. Sicuramente tra i tre brani usciti fino ad ora é quello più dichiaratamente vintage. Non che gli altri non lo siano, anzi la formula di Lunedì Notte in questo momento é proprio la combo tra una scrittura un po’ contemporanea con degli accorgimenti di produzione un po’ più vintage, come per esempio mettere i violini sui brani, che é una cosa che si fa sempre meno.

Il brano é un po’ un racconto tra due persone, é una storia vera? Come é nata l’ispirazione per questo pezzo?

Più che una storia mi piace definirlo un po’ come un mood. Io non sono sempre autobiografico quando scrivo le canzoni, e questo é uno di quei casi. Anzi, di norma parto da un mio stato d’animo. Al momento sto vivendo una relazione bellissima, però sono molto condizionabile dal fuori e a volte mi piace mettermi nelle scarpe altrui. In questo caso mi piaceva immaginare questo mood un po’ anni settanta, questi due innamorati che si stanno dicendo addio in un contesto milanese, fatto di pioggia. Era anche un periodo in cui stavo ascoltando tantissimo Ornella Vanoni, il disco “La voglia, la pazzia, l’incoscienza e l’allegria”. E lì c’era un pezzo, ”Semaforo Rosso”, che é molto dialogo e probabilmente é stato lui un po’ a smuovermi.

Musica e disciplina

Per te la musica é disciplina?

Sì assolutamente, vorrei averne di più, é davvero fondamentale

Secondo te come si riconosce che qualcuno ha il talento per fare questo tipo di mestiere?

Purtroppo io conoscevo tantissime persone con un talento sconfinato che non hanno mai fatto nulla perché mancavano di disciplina. Il talento lo riconosci subito, é abbastanza semplice, almeno secondo me. É quando una persona è capace di scrivere una canzone in cui affiora subito personalità, si pervepisce all’istante quel qualcosa in più. Io mi reputo abbastanza bravo nel saper capire chi sa scrivere delle canzoni e chi no. É molto più difficile capire chi ha la costanza e la mentalità e chi soprattutto la corazza, non é semplice rapportarsi al mondo musicale, dove molte volte ricevi un sacco di porte in faccia, tantissime volte ricevi anche delle critiche, personali molte volte.

Le case discografiche hanno però un po’ quel compito di trovare il talento, “incanalarlo” nella giusta via e “disciplinarlo”. Uno magari non ha dentro la disciplina, però può avere le persone giuste intorno che gliela impartiscono

Vero, la casa discografica molte volte si prende la briga di disciplinare l’artista. Spesso mi é capitato di conoscere degli A&R, che sono anche miei amici, il cui lavoro é “far stare dentro” gli artisti, accertandosi che si presentino in studio con costanza magari. Anche queste cose molto banali sono importanti, sempre per tornare al discorso della disciplina, che per me é il 50% della storia. Puoi anche avere meno talento, però se sei disciplinato, costante ed hai la personalità per andare avanti ci vai.

L’amore in dieci

Parlando dell’ultimo brano uscito con Cimini, c’è un motivo specifico del perché si utilizza la similitudine del fare l’amore in DIECI?

Il pezzo parla di fuga dai problemi e di quanto una fuga, seppure sbagliata, può anche essere bella e liberatoria in un primo momento. Al concetto di “amore in dieci” mi ci hanno portato le rime ma l’ho trovata subito una similitudine calzante, lo immagino come un momento di grande euforia iniziale che pian piano lascia spazio a un po’ di senso di colpa e di disagio. 

Perché l’esigenza o la voglia di raccontare un’evasione?

Mi piaceva l’idea di un brano dolce amaro, in cui si potesse trovare del bello e del positivo in una condizione frustrante come quella di voler fuggire e di volersi sollevare dai problemi.

Consigli per chi viene dalla provincia

Ultima domanda: un consiglio per chi come te viene da una realtà di provincia per entrare in questo mondo

Innanzitutto viaggiare. Anche se si é a Foggia o dovunque, se c’é il concerto a Roma o a Bari devi andarci. Perché comunque lì si incontrano tantissime persone che possono darti quel consiglio o quella parola che ti aiuta ad andare avanti e magari ad ispirarti. Poi ovviamente starci dentro tantissimo, da questo punto di vista i social aiutano tanto. Sicuramente anche la costanza ed il cercare di non perdersi. Allo stesso tempo però avere una fortissima cultura di base che può permetterti di proporre delle cose nuove, che non esistono e che quindi ti permettono di essere all’avanguardia

Chi secondo te é all’avanguardia oggi?

Domanda molto difficile. In Italia ti potrei i Thru Collected, che sono un collettivo campano. Hanno una grande personalità, sono tutti artisti sparsi che collaborano l’uno con l’altro, fanno un qualcosa di molto diretto e a ”fuoco”.

(Senza farlo apposta il 31 marzo suonano al FaFaFest Cicolella di Foggia tra l’altro, ndr)

In attesa delle sue date live vi consigliamo di ascoltarlo e potete trovarlo nei seguenti link:

https://www.instagram.com/lunedi.notte/

https://www.youtube.com/channel/UCBwEF4F_LeEWMMwt0zu0Ohg

https://music.apple.com/it/artist/luned%C3%AC-notte/1707876281

“El Barrio te mata”, fuori il nuovo singolo di Strikkiboy

El Barrio te mata” è il titolo del nuovo singolo dell’MC romano Strikkiboy, disponibile da venerdì 29 marzo in tutte le piattaforme digitali pubblicato da Time 2 Rap.

Con la produzione di Dr. Testo, “El Barrio te mata” è uno spaccato della vita nelle periferie. Luoghi senza spazio e senza tempo, dove l’artista senza elogi e senza prese di posizione dipinge con le sue rime la realtà che lo circonda. Una quotidianità della strada cruda e reale. Un senso di abbandono che dimostra come in certi contesti abbandonati cambino le prospettive e i valori.

S il quartiere da un lato ti insegna, ti fa crescere e ti forma, dall’altro ti uccide. Proprio in questi contesti abbandonati la rabbia e la voglia di riscatto ti forgiano il corpo e lo spirito, ma al contempo rischiano di metterti con le spalle al muro e imprigionarti nel quartiere stesso. Nelle barre del rap Strikkiboy trova la sua arma, con cui aspira ad una crescita personale attraverso una continua voglia di riscatto.

Il singolo è accompagnato dall’omonimo videoclip realizzato da Fralma. Suggestive immagini di contesto urban, realizzate anche con l’ausilio di un drone per le riprese aeree, fanno da sfondo al playback di Strikkiboy. Persone comuni, scorci del quartiere e auto di grossa cilindrata sono gli elementi scenici che accompagnano strofe e ritornelli.