“Ogni canzone è una stanza, un posto dove succede qualcosa di irripetibile: la verità.” Questo scrive nella sua bio Mèsa, un’artista emergente che sta sbocciando nella scuola indie italiana.
Chi è Mèsa
Federica Messa, classe 1991, romana si può sintetizzare in tre oggetti: la chitarra, la penna e un cd dei Nirvana. Tre componenti che hanno influenzato le sue melodie che si ispirano al rock alternativo e folk ma che nei testi sprigionano la potenza comunicano delle parole della lingua italiana.
Ascoltando le tracce di Mèsa, vieni attirato dal suo canto che ti ammalia e confonde. Al primo ascolto siamo nel catapultati mondo della cantautrice che esprime la sua grazia con testi pindalici e accordi spesso psichedelici. Uno esempio è Oceanoletto, una titolo parola macedonia, un singolo che racconta e rappresenta la fusione di sesso e l’amore, in cui bisogna imparare a perdersi.
L’album
Touché, è l’ album d’esordio di Mesà, prodotto da Bomba Dischi, l’etichetta indie che ha portato alla ribalta artisti come Giorgio Poi, Pop X. Questa opera prima l’ha portata ad aprire i concerti di The National, Franz Ferdinand, Calcutta e Le Luci Della Centrale Elettrica.
Mèsa è la sirena dell’indie rock italiano, schietta e poetica, ci chiede: “come si fa a spiegare il vuoto a parole?”;vuot non è una domanda ma Canzone retorica, forse il brano che più rappresenta la cantautrice e che rimane nelle orecchie al primo ascolto.
Oh satellity
Oh Satellity è il singolo della consacrazione: suoni più dream pop e meno indie rock, un pezzo che narra di un problema che attanaglia in molti: il pensare troppo, dove ciò che è nella testa “si trasforma sempre in qualcos’altro”.
Scrive la stessa Mèsa: “Un pezzo nuovo che può essere descritto come la somma del fatto che mi sono messa a suonare la tastiera e che mi sono rotta i coglioni di stare a pensare le cose anziché farle. Viva la vita e la maionese”.
Nelle classifiche e playlist indie c’è una forte componente maschile, Mèsa, sarà sicuramente un’apripista della scuola indie femminile.