“Sonnambuli”: il nuovo singolo della band Gli occhi degli altri

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É uscito da poco il nuovo singolo dal titolo “Sonnambuli” della band Gli occhi degli altri, un inno post adolescenziale che ci fa ripercorrere la strada all’interno dei ricordi. Un brano dalle note rock che ci invita dicendo: “Vieni via con me”! Una ripetizione costante, quasi ipnotica, che ci ha convinti. Siamo andati con loro, ci siamo addentrati nel loro mondo e nella loro musica e li abbiamo incontrati. I loro nomi sono: Alessandro, Pietro, Giorgio e Stefano.

Parlatemi di voi. Perché questo nome così particolare al gruppo: “Gli occhi degli altri”?

Alessandro: Stefano, il cantante, ha studiato filosofia e, dopo una lezione all’università in cui si parlava di questo concetto, ce lo ha proposto durante le prove. Da quel momento ci è piaciuto subito e ci è sembrato un nome giusto per la band. Lo abbiamo trovato interessante proprio perché noi siamo sul palco e quello che abbiamo di fronte e che vediamo sono gli occhi delle persone che ci ascoltano.

Con il nuovo brano “Sonnambuli” cosa volete trasmettere? Qual è il significato più profondo?

Pietro: É uno dei primi brani, scritto successivamente il disco scorso, in cui volevamo imprimere positività, intraprendenza e buoni propositi nei confronti del futuro, sia per volontà di tutta la band e sia per una questione di crescita personale data anche la nostra età compresa tra i 24 e i 26 anni. È un brano di passaggio con il quale siamo passati dall’essere un po’ più aggressivi, più presi male, un po’ più sfoganti nel suonare e nell’esprimerci, al tirare i remi in barca e cercare di prendere coscienza di noi stessi per ciò che siamo oggi, cioè non siamo più adolescenti, ma ragazzi che oltre alla musica stanno intraprendendo percorsi di vita che prevedono maggiori responsabilità.

A: Abbiamo messo via la rabbia adolescenziale che era un po’ fine e sé stessa, per cercare di trasformarla in qualcosa di più utile, di più positivo e di più costruttivo. Sì, c’è della malinconia, c’è della tristezza, ma comunque guarda ad un domani più positivo, rispetto a prima che era un “vedo nero oggi ma anche domani, vado avanti arrabbiato con il mondo”. Questo guardare il futuro con positività lo abbiamo trasmesso sia al testo che ai suoni.

P: Ci siamo concessi la libertà di provare ad usare melodie che non erano presenti nei brani precedenti del disco scorso, come ad esempio quelle che fuoriescono dall’utilizzo dei sintetizzatori.

A chi vi ispirate quando scrivete le vostre canzoni? A me avete fatto pensare, anche se siete leggermente più soft, un po’ ai Blink 182 o ai Finley, diciamo l’alternative rock degli inizi anni 2000.

(ridono)

P: Entrambe le band citate, così come i Green Day, sono passate ai nostri ascolti durante la pre-adolescenza, nel periodo in cui la musica costituiva un grande sfogo, pertanto, guardando la parte positiva del loro percorso, hanno lasciato una certa impronta. Nello specifico, nel pezzo nuovo, non sono stati i riferimenti più espliciti. Hanno sicuramente uno stile che ci si porta dietro di sponda, ma non abbiamo utilizzato dei richiami chiari.

Ho letto che avete condiviso il palco con Marta sui Tubi, Endrigo, band note al pubblico dell’alternative rock. Qual è la prossima band o il prossimo artista con cui vorreste condividere il palco e/o fare una collaborazione?

P: Tutte le volte che ci è capitato di condividere il palco con band conosciute, è sempre stato per circostanze varie e inaspettate. Capitava l’occasione, venivamo chiamati e, il più delle volte, ci veniva detto che avevamo un tempo limitato per poter far vedere chi eravamo e cosa eravamo capaci di fare. L’esperienza meravigliosa che c’è dietro all’aver suonato con gruppi aventi tanta esperienza alle spalle e che fanno musica che noi ascoltiamo e apprezziamo, è data dal fatto di scoprire che sono persone molto umili che hanno a che fare con te in maniera molto semplice. Inoltre è ancora più bello vedere band che hai visto partire insieme ora decollare e andare tanto, come ad esempio gli Endrigo, con i quali noi abbiamo suonato in svariate situazioni. É davvero una bella soddisfazione.

A: Ci piacerebbe puntare a band internazionali.

Quali sono i vostri progetti futuri?

A: Abbiamo un altro singolo già registrato che non sappiamo ancora quando uscirà data la situazione attuale di lockdown. Oltre ai concerti si è fermata la possibilità di girare un videoclip, registrare altri brani in uno studio, ritrovarsi a fare le prove. C’è un attimo di stallo momentaneo che stiamo sfruttando per lavorare ognuno da casa propria e vedremo cosa fare quando ripartirà tutto.

Il vostro brano risulta una ventata di freschezza, data dalla venatura rock, mista a malinconia, considerando che nel testo si parla di qualcuno che non c’è ma che si vorrebbe accanto. Ho interpretato il vostro brano come un accompagnamento nei ricordi che riaffiorano in ognuno di noi, soprattutto in questo periodo un po’ strano e difficile in cui siamo rinchiusi in casa. Non a caso l’inizio della canzone è: “Quanto riesco a stare chiuso in questa casa davanti alla finestra con tutt’altro in testa”, una frase perfetta per il momento che tutta Italia sta attraversando.

A: Tenendo conto che è una canzone scritta due anni fa, registrata un anno fa, senza minimamente sapere cosa sarebbe successo, si potrebbe dire che il periodo “emo” adolescenziale ci ha preparato alla quarantena. (ride) Ma ora basta, guardiamo al positivo.

P: Ci inorgoglisce molto la considerazione. Mi hai ricordato il momento in cui è stato registrato il brano a Milano nel luglio scorso. In quel periodo avevamo affittato un piccolo appartamento, in cui abbiamo vissuto tutti e quattro insieme per una settimana. C’è una circostanza che mi piace ricordare spesso e che mi rimase impressa, riguarda il momento in cui, la sera, eravamo sul balconcino insieme ascoltando un po’ di musica che era venuta fuori in studio come ispirazione rispetto ai suoni che volevamo nelle registrazioni. Era uno dei momenti conviviali dove apprezzavamo il fatto di essere lì come band e come amici. Tutto questo mi è rimasto dentro e credo che buona parte dell’energia che trasmettiamo insieme è dovuta alla convivenza di quella settimana.

Lasciamoci con un augurio!

A: Speriamo finisca tutto presto, così da tornare a fare casino ovunque con la nostra musica.

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