Tiso è un musicista classe 1992. La febbre dell’oro è il suo nuovo singolo, un brano che racconta la nostalgia di qualcosa che forse non appartiene neanche al passato. Gli abbiamo posto qualche domanda per comprendere meglio l’immaginario evocativo creato dal brano.
Credi di essere legato ad un genere musicale in particolare?
Ciao, guarda è una domanda che ricorre spesso e la mia risposta è sempre che i generi musicali per me non esistono, servono solo alle playlist e alla nostra eterna mania di catalogare. Se “Bocca di rosa” avesse un arrangiamento metal sarebbe un pezzo metal o di cantautorato italiano? Non cambierebbe nulla, solo l’algoritmo di Spotify avrebbe qualche problema in più a collocarla.
La febbre dell’oro è un brano dalle sonorità contemporanee. Com’è andata la fase di produzione?
Il sound è una conseguenza della canzone, MyBestFault è stato molto bravo a cogliere il vestito giusto per il pezzo quando gliel’ho portato ancora grezzo, ma appunto la cosa è venuta dopo. Magari se avessi usato anche solo una parola diversa nel testo l’arrangiamento sarebbe un altro, il sound diverso.
Cosa vuoi raccontare con questo brano?
l brano parla di nostalgia, il mio sentimento preferito. Di due tipi: nostalgia di un passato mitico che non è mai esistito, e nostalgia del presente, che invece esiste, ma noi non ce ne accorgiamo se non quando ormai è già passato, e non c’è più niente da fare.
Quali sono le tue serie TV preferite?
Serie drammatica Mad Men, commedia indubbiamente Friends.
Quali sono gli artisti che hai ascoltato così spesso, da prenderne poi ispirazione?
Beatles, Dylan, Guccini, Battiato, Eiffel 65, Alberto Camerini, Baltimora, Alessandro Barbero, Tintoretto…
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Il futuro ce lo siamo inventato per poter fare progetti inutili e sentirci sicuri. Domani è troppo lontano nel tempo e non faccio mai piani così in anticipo.
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