Luca Notaro è un giovane musicista partenopeo, con l’attitudine da bluesman. Il suo primo brano in italiano si intitola Blues #5 (Ubriaco di Autostima). Si potrebbe parlare di groove e di ritmi travolgenti, ma anche di vari significati inscritti in una struttura compositiva ben salda. Dunque, si tratta del concetto di self-confidence, a cui si deve l’atmosfera generalmente “ottimista” del brano. Non solo: i virtuosismi della chitarra di Luca Notaro rendono esplicito il concetto di blues come soluzione catartica ed evocativa, in situazioni che possono risultare anche poco piacevoli.
Abbiamo intervistato Luca Notaro per indagare la scelta anticonvenzionale di fare blues in un contesto prevalentemente itpop.
Sei un giovane appassionato di blues americano e rock inglese. Come e quando è avvenuto l’incontro con questi mondi?
Si tratta del primo approccio alla musica. Avevo uno zio che mi ha fatto crescere ascoltando musica di questo genere, uno fra tutti Eric Clapton. Ero inconsapevole di cosa stessi ascoltando, non sapevo neanche i nomi! Eppure sono cresciuto con questo tipo di musica.
Quindi per te, sostanzialmente, cos’è il blues?
Per non cadere nella definizione in sé per sé, il blues secondo me è un modo personale e profondo per esorcizzare il dolore.
Credi che sia difficile proporre un progetto come il tuo quando il blues sembra essere un genere di nicchia?
Probabilmente non esiste neanche la nicchia del blues in Italia! La situazione è difficile, non c’è un terreno molto fertile.
Domanda tecnica: che chitarra è quella che suoni nel video musicale?
È una chitarra (non mia). È bellissima, una Fender Stratocaster anni ’70.
I tuoi tre album preferiti?
Che domanda difficile. Dunque, Little girl blue di Nina Simone; Grace di Jeff Buckley e direi uno di John Mayer, Continuum.
Progetti per il futuro?
Usciranno dei singoli, in italiano. Proverò a conciliare le influenze blues con quelle pop e cantautorali. Ma sarà impossibile non sentire la vena blues! Ci saranno delle collaborazioni con altri artisti emergenti. Stiamo lavorando per unire le forze.
Grazie!