Il nuovo singolo di Maky, c’è da dirlo, è uno di quei brani che lasciano in qualche modo un segno. L’urlo di denuncia di “Haters” è qualcosa che non si appesantisce della retorica spesso fin troppo “populista” a cui un certo tipo di “canzoni d’impegno 2.0” ci hanno abituato; “Haters” è un inno alla vita, prima di tutto, e alla resistenza fatta a colpi di energia e, perché no, di danza. Maky è ormai artista esperta, e davanti alle nostre domande ha voluto mettersi a nudo, raccontandoci meglio come è nato il brano.
Ciao Maky, abbiamo ascoltato il tuo nuovo singolo “Haters”. Questo brano nasce da una tua esperienza personale. Quando eri più piccola sei stata vittima di bullismo. Se potessi tornare indietro e parlare con la Maky di quei tempi, cosa le diresti? Le faresti ascoltare il tuo nuovo singolo?
Grazie per questo spazio e complimenti per la domanda. Ho riflettuto moltissimo sull’argomento e continuo a lavorarci con la mia personal coach Ilaria attraverso un percorso che mi ha portata a tirare fuori ed affrontare gli scheletri che avevo nell’armadio. Ho preso per mano quella bambina e l’ho accompagnata e rassicurata, chiedendole di non sentirsi in colpa per quello che le veniva detto dai suoi compagni e che un giorno tutto questo l’avrebbe resa forte. Sicuramente le farei ascoltare le parole che adesso con la mia maturità sono riuscita a scrivere insieme all’autore Lorenzo Gioacchin, e spero che altri bambini tra cui i miei allievi, riescano ad essere più forti e determinati come lo sono io adesso.
“Haters” è uscita dopo un anno preciso dal tuo precedente singolo “Latte e biscotti”. Come mai hai aspettato così tanto per pubblicare nuova musica?
In realtà abbiamo iniziato a lavorare a questo brano a dicembre, ma sono sincera: la pandemia ha influito enormemente sulle varie scadenze! La Puglia si è ritrovata in zona rossa più volte e ho avuto difficoltà con le registrazioni, i vari shooting e la realizzazione del videoclip. Inoltre sono molto precisa, direi pignola, devo fare sempre tutto al massimo delle mie possibilità…ed ecco arrivato il 4 maggio!
Ultimamente gli artisti emergenti, e non solo, tendono a fare uscire quasi un singolo al mese. Che ne pensi di questa strategia?
Dico che se i prodotti sono ben fatti, perché no! Personalmente, non farei uscire tanta roba che non mi soddisfa tanto per pubblicarla…
Quali sono state le più grandi difficoltà che hai dovuto affrontare nella tua carriera?
Sono difficoltà che affronto giornalmente, gli artisti che si autoproducono devono pensare a tutto in maniera autonoma, dal lato economico a quello organizzativo. In più lavoro in 5 scuole situate in 5 paesi diversi, faccio tanti kilometri al giorno e conciliare tutto non è facile. Ma amo il mio lavoro, amo i miei allievi, e questo mi da la forza di spingere l’asticella sempre più in là.
Quali sono state le tue più grandi soddisfazioni?
Sicuramente il conseguimento della laurea in Canto Jazz e la possibilità di fare della musica il mio lavoro, ma ogni volta che porto a termine un’esibizione è un’emozione unica, che sia in sala di registrazione, ad un matrimonio oppure in piazza o in teatro oppure ancora in tv. Ogni volta ho una sana “ansia da prestazione” che mi tiene viva e che se non avessi, non avrei motivo di cantare.
Prossimi progetti?
A brevissimo uscirà il videoclip di “Haters” e poi non può mancare il singolo per l’estate!