Mark Olimpo: le divinità trap di Mark Deiana sono un po’ illusioni

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Mark Olimpo è l’Ep d’esordio di Mark Deiana

Torinese classe ’98, Marco “Mark” Deiana è un trapper dalle idee chiare: nonostante sia attivo in studio solo dal novembre 2020, vuole distinguersi dal resto della scena, che secondo lui è tutta uguale e ripetitiva.
Mark Olimpo Ep è la sua opera prima, prodotta da Tommygothewaves per Rekto Music; otto tracce (7+1 remix), non poche per un extended play, in cui il riferimento ai pianeti si incrocia con quello del Pantheon greco.
Un esordio determinato, ma forse un po’ grezzo.

Titoli planetari, ma testi terreni

La guerra di Ares (Marte), L’arte di Apollo (Astronave), Il messaggero Hermes (Mercurio), sono solo alcuni dei titoli del disco. La struttura testuale è chiara: un riferimento ad una divinità o comunque ad un ente mitologico greco si va ad incrociare con un elemento spaziale o astronomico. L’idea è interessante, sul piano narrativo. Però è anche, per così dire, una responsabilità.
Pensiamo un momento alla scena rap nel suo complesso: ci sono in giro autori come Murubutu e Claver Gold che hanno fatto album sull’Inferno di Dante, sulla tradizione del Lupo di Hokkaido, su racconti di mare, di vento e di notte; c’è Mezzosangue che ha tirato in mezzo concetti filosofici come il Nichilismo e il De anima aristotelico.
Titoli astronomici come quelli di Mark Deiana farebbero pensare ad un’ambizione testuale non si dica narrativa, ma almeno profonda. Invece, ci si ritrova davanti a un trapper che dichiara di voler variare, ma onestamente non lo fa particolarmente.
Certo, il comparto produzioni è buono, sia pure ottimo; ma ormai il panorama rap è fatto di basi eccellenti, quindi non è una grande novità e non basta a salvare un disco (a meno che tu non sia Kanye West o Drake, in quel caso il discorso è un po’ diverso).
Chiariamoci, Mark Olimpo potrebbe essere un discreto disco trap, non un capolavoro, d’accordo, ma è un esordio e ci sta. Però è lecito aspettarsi un di più da un cantante che dichiara (da ufficio stampa):

mi sento di spaccare più di molti emergenti del recente passato, che tali sono rimasti. Con questo non voglio assolutamente dire di essere il migliore, ma sento che posso diventarlo migliorando traccia dopo traccia

Certo, la consapevolezza di potere e voler migliorare c’è, e questo va bene, così come si può apprezzare l’idea di collegare la propria vita alle vicende mitologiche. Si può però dire che l’esperimento non sia riuscito.

Partigianato critico ed aspettative

Ripetiamo ancora una volta: è un discreto disco trap. Al di là del gusto riguardo il genere, il problema è la pretesa che c’è dietro. Ovviamente la musica non può essere tutta Murubutu e Claver Gold, si avrebbe un problema di monotonia in senso opposto, e inoltre sarebbe irreale chiedere ad un esordiente di toccare subito certe profondità testuali e metriche. Però Mark Olimpo è un disco che crea talmente aspettative, già solo con i titoli, che non gli si può mentire. La delusione è frutto delle aspettative che crea, prima ancora che da paragoni con altre frange del rap.
Ovviamente, il disco funziona nel genere di cui fa parte, e le attese restano. L’intento dirompente di Mark Deiana è chiaro e la speranza è che prosegua sulla strada innovativa a cui si sta dichiaratamente dedicando.
Vedremo nei prossimi lavori se la direzione sarà quella giusta.

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