Cecco e Cipo sono il duo toscano che si è fatto notare alle audizioni dell’ottava edizione di X Factor con una performance irriverente e cliccatissima, che ha inaugurato un percorso discografico tutto da ascoltare: Cecco e Cipo giungono allora alla pubblicazione del quinto album in studio, dal titolo “Con permesso”. Si tratta di un lavoro discografico ricercato, autentico e peculiare, abbastanza coerente con la cifra stilistica che il duo ha raccontato negli anni. Ma in questa intervista doppia ci raccontano qualche aneddoto in più rispetto a questo disco.
Ciao Cecco, ciao Cipo. Dunque, “Con permesso” è il vostro nuovo album. Il titolo è molto interessante perché sembra chiedere appunto il permesso per essere qualcosa di nuovo. È così? Che significato ha questa formula nel titolo?
Cipo: In realtà è più arrogante come titolo, è come se volesse dire: “Fermi tutti, basta, siamo tornati, con permesso, Cecco e Cipo”. Potrebbe voler dire anche quella cosa lì che hai inteso tu, questo invece è il nostro modo di intendere.
Cecco: potrebbe voler dire anche che il disco sia inteso un po’ come un lasciapassare, per entrare nel nostro mondo. Infatti, guardando la copertina notiamo una porta semi-accostata in mezzo al cielo e attraverso questo spiraglio si vedono un sacco di immagini, che sarebbero un po’ la rappresentazione del nostro mondo pieno di cose. ecco, noi con questo disco vi vogliamo far entrare nel nostro mondo.
Si può dire che si tratta di un album un po’ più pop rispetto ai precedenti?
Cipo: Sì, sicuramente è stato lavorato in maniera diversa dai precedenti. Per quanto riguarda il pop, forse alcuni pezzi lo sono di più.
La cifra di Cecco e Cipo è sempre stata peculiare, autentica. In che modo si dovrebbe porre questo album verso il vostro pubblico più fedele?
Cecco: In effetti su questo album ci abbiamo lavorato per più tempo: è da due anni che ci stiamo lavorando, per ogni minimo dettaglio delle produzioni. C’è stata anche una fase di pre-produzione con il nostro chitarrista Federico Gaspari. Poi siamo andati in studio con i brani lavorati e li abbiamo registrati. Il nostro pubblico lo abbiamo cresciuto in precedenza, durante i live, quando ci siamo creati uno zoccolo probabilmente abbastanza duro che quando pubblichiamo qualcosa i fan sono sempre pronti ad accoglierlo con piacere. Almeno questo è quello che ci è arrivato.
Cipo: Sì, ma direi che bisogna anche spiazzare un po’, ogni tanto. Per spiazzare ci vuole qualcosa di diverso ma anche del tempo per riabituare il pubblico.
Cecco: comunque la nostra intenzione è chiaramente quella di fidelizzare i fan del passato ma anche di farci scoprire da nuovi ascoltatori.
Come avete vissuto il periodo pandemico, artisticamente parlando?
Cecco: I periodi di lockdown li abbiamo affrontati in maniera un po’ diversa. Cipo si è buttato molto sulla scrittura: diversi pezzi del disco sono nati durante questo periodo. Lui ha deciso di investire il tempo così. Io invece mi sono un po’ chiuso in me stesso, ne ho risentito un po’. Non ne potevo più e non vedevo l’ora di poter riprendere a suonare.
Vi vorrei porre una domanda pungente: come si fa a oscillare tra il serio e il faceto senza scadere nella banalità?
Cipo: Cerchiamo d parlare delle cose che viviamo e che vediamo, a modo nostro. Mantenere una certa ironia nei testi fa parte del nostro essere. Non proponiamo musica demenziale, ma facciamo pezzi seri con un velo ironico, diciamo così. Cerchiamo di non prenderci troppo sul serio, cerchiamo quindi di parlare di sentimenti, di emozioni e di vicende in maniera un po’ leggera e un po’ ironica, che sono cose che caratterizzano Cecco e Cipo. Per non essere banali? Non saprei. Forse basta parlare in modo vero e sincero.
Per parlare un po’ di attualità, andreste mai a Sanremo?
Cecco: Noi ci andremmo al volo, se fosse possibile! (ride, ndr). Ci abbiamo provato ma non è mai andato in porto il progetto. Forse non è ancora il nostro momento, continueremo a provarci, magari ci accoglieranno e noi ne saremmo felicissimi.
Cipo: Non l’abbiamo mai presa come punto cruciale della carriera, magari tanti artisti si concentrano prevalentemente su quello, perché Sanremo è un terno a lotto. Ci sono dinamiche molto particolari, che non dipendono nemmeno dall’artista. È una possibilità che va provata quando hai la squadra giusta e il brano giusto. ma non viviamo solo per quello.
Quali sono i vostri piani per il futuro?
Cipo: Il tour è il progetto principale che abbiamo in questo momento. Vogliamo portare in giro il disco; siamo un gruppo principalmente live e non da ascolti che macinano da soli su Spotify. Dobbiamo suonare in giro.
Concludiamo: qual è l’ultimo album che avete ascoltato per intero prima di questa intervista?
Cipo: Ho ascoltato “Disco d’oro” dei Nobraino, di un po’ di anni fa, così, perché mi garbava tantissimo.
Cecco: Credo di aver riascoltato il nostro album (ride, ndr). Vale?