I ‘Dejavu’ di Avanzi: esce il nuovo singolo dell’artista milanese

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Classe 1993, nato e cresciuto a Milano, Avanzi vive per la musica.

Inizia a suonare la batteria fin da piccolissimo, e fin da piccolissimo capisce che trasmettere e vivere sempre nuove emozioni è ciò che più lo fa stare bene, e non si ferma più.

Dal 2019 inizia a pubblicare una serie di singoli che esplorano tutti i tipi di sperimentazioni che tanto gli sono care: le sonorità e le tematiche spaziano tra tantissime sfaccettature differenti.

Ed è proprio grazie a queste sfaccettature che Avanzi si crea una fan base sempre più ampia, che ascolta e riascolta “Forse/Credo”, “Scarpe da ginnastica”, “Nina”, “Vertigini”, “Compasso” e “Ciao raga”: nel giro di un anno su Spotify i numeri salgono fino a più di 200.000 visite, l’ingresso in 3000 playlist, 5000 salvataggi.

I numeri non mentono: Avanzi sta andando avanti per la sua strada, mischiando sonorità pop, lofi, blues, e lo fa cercando di essere sempre attuale, e allo stesso tempo sempre, fortemente, vero.

Nel 2020 esce “Uma Thurman”, che cambia ancora il volto della sua musica: i riff freschi delle chitarre elettriche mixati con sonorità moderne lofi creano una traccia molto attuale, con lyrics ironiche e malinconiche allo stesso tempo.

Con le ultimissime release “Fuori tempo” e “Per finta” Avanzi porta avanti il suo progetto, che continua oggi, il 25 di Febbraio, con un nuovo, interessantissimo singolo.

E oggi siamo contenti di averlo qui con noi, a Indielife, a presentarlo in anteprima.

Ecco il nuovo singolo di Avanzi su Youtube
  1. Ciao! È un piacere averti qua con noi, per l’uscita del tuo ultimo singolo. Direi di partire da un elemento che accomuna tutto il tuo lavoro: un certo fil rouge, che potrebbe essere ricondotto alla notte. Tra diverse sonorità, quindi illuminata da diverse luci, la notte accompagna tantissimi testi dei tuoi pezzi. Ci racconti che ruolo ha nella tua vita? La preferisci al giorno per scrivere, per pensare, per ascoltare musica?

Ciao, piacere mio di essere qui!

Effettivamente non avevo mai ragionato su questa cosa, ma non posso che confermare questa osservazione.

La sera/notte è tendenzialmente la parte della giornata che posso dedicare maggiormente a me stesso e soprattutto dove posso essere me stesso al 100%, quindi sì, ha un ruolo fondamentale per me.

Sarà che siamo tutti più rilassati, sarà l’atmosfera diversa, ma, nel bene o nel male, la notte succedono spesso cose che durante il giorno non succedono, o quanto meno sono molte volte più interessanti, motivo per cui la maggior parte delle mie canzoni raccontano di eventi accaduti al calar del sole.

Al di fuori di questo, sicuramente la notte mi trovo più a mio agio, mi sento più ispirato, non so, ma raramente mi viene sonno ad un orario decente (cosa che ovviamente poi si ripercuote sul mattino, ma questo è un altro discorso).

  • C’è tanto nella tua musica. Veramente tanto. Di nuovo, di sperimentale. Pop, Lofi, Blues, cantautoriale. Ci sono chitarre elettriche, synth, una linea di basso sempre molto marcata. Qual è stato, per te, il genere più difficile da approcciare? E quale invece ti ha divertito di più?

Mi è difficile fare distinzione tra un genere e l’altro, per il semplice fatto che tutto quello che scrivo e produco (quanto meno per me) è un flusso di coscienza. In quei momenti non mi interrogo tanto su che suono, che bpm o che progressioni armoniche utilizzare, semplicemente mi metto lì e suono qualcosa, spulcio tra i milioni di suoni nelle librerie del mio computer. Poi nel momento in cui sento che c’è qualcosa di “magico”, qualcosa che difficilmente si può spiegare a parole, ma che si percepisce non appena i vari pezzi si incastrano tra di loro, allora è la strada gusta da seguire, ovunque essa porti. E, soprattutto, ogni volta che succede questa cosa, è un po’ come vedere il futuro.

  • Passiamo un attimo al tuo singolo: Dejavu, in uscita il 25 Febbraio. Si parla d’amore, di insicurezza. Di una relazione finita. Sembra quasi dettata da un momento di sconforto, e – a parer mio – è un lavoro molto, molto sentito. Molto personale. Che ruolo ha la musica per te di fronte a momenti così?

La mia musica, da sempre (o quanto meno da quando ho iniziato a scrivere canzoni), è la mia valvola di sfogo per eccellenza. Nella vita privata sono una persona che tende ad interiorizzare tutte le cose più tristi e dolorose, cercando di non mostrare al mondo insicurezze o fragilità, anche alle persone a cui voglio bene. Di conseguenza, scrivere è l’unico modo che ho per esternare tutto questo, senza sentirmi a disagio.

Un po’ mi fa ridere pensare che i miei pensieri più intimi siano in realtà alla portata di tutti.

  • Musica, ma non solo. Sono curioso di conoscere un po’ l’uomo dietro al cantante. Che cosa fa quando non suona e non compone Lorenzo? Cosa lo emoziona, da cosa si fa ispirare?

Allora, contando che circa metà delle mie giornate lavorative le passo a produrre canzoni per altri artisti, l’altra metà di solito la passo a girare video. Il cinema è stata la mia prima vera passione (e tuttora i miei brani sono stracolmi di citazioni), prima della musica e di tutto il resto. Con i miei fratelli mi divertivo a girare cortometraggi (rigorosamente improvvisati) da quando avevo 9/10 anni e, nonostante non fossi minimamente in grado di fare nulla di tecnicamente corretto, la cosa mi faceva impazzire.

Ricordo, poi, che durante i primi anni delle superiori, con gli amici avevamo l’abitudine di andare al cinema quasi tutti i weekend (spesso a vedere film a caso, ma probabilmente il mio inconscio li ricorda ancora tutti).

Quando ho “scoperto” la musica, in realtà, ho abbandonato tutto quel mondo. Avevo così tanto da scoprire e da imparare, che suonare e ascoltare dischi sempre nuovi mi assorbiva completamente.

Poi, quasi per caso, anni dopo ho comprato una videocamera su Amazon per girare dei video di cover che riarrangiavo. Mi sono subito preso bene come una volta e da lì è presto diventata una carriera lavorativa.

Come si dice di solito: “Scegli un lavoro (in questo caso due) che ami e non lavorerai un giorno in vita tua”.

  • Per chiudere, un piccolo anticipo sul futuro? Qualche indizio per i tuoi prossimi progetti? Hai in mente qualche data live ora che – sembrerebbe – stanno riaprendo tutto?

Stiamo lavorando su diversi fronti.

Dal punto di vista delle produzioni in studio, il fil rouge delle copertine dei nuovi singoli dovrebbe suggerire la meta.

Sarebbe anche molto bello poter tornare a suonare dal vivo come nel 2019, con la gente ammassata sotto al palco, il casino e tutto il resto, ma ovviamente, vista la situazione, è ancora tutto in forse, quindi è difficile fare programmi.

Per il resto non sono uno che fa progetti a lungo termine, la vita è bella solo se ti sorprende, quindi vedremo cosa salta fuori.

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