LE BELLE ANIME DI URANIA

Music Factory
La prima piattaforma di Project Management Musicale ti aspetta! Scopri di più

Che vi devo dire, con Urania è scoccata subito la scintilla: e in tempi come questi, in cui l’arsura emotiva ha reso sterpaglia e deserto quella voglia di cose belle che un tempo popolava i nostri cuori (ah, come adoro essere prosaico e pomposo!), una scintilla basta a far scoppiare incendi, e ben vengano!

Dopotutto, il progetto Urania possiede radici antiche, che affondano le mani, i piedi e la testa in un qualcosa di ancestrale come il cielo (il moniker del duo è in realtà derivato dalla composizione giocosa delle tre lettere finali dei nomi Laura e Stefania, ma il riferimento agli astri, nel loro caso, trovo sia tutt’altro che casuale) e di profondo come la terra: c’è della sana rabbia generazionale, sia in “Anime” che in “Orbita Lunare”, una voglia matta di costruire sulle macerie del presente qualcosa che non sfiorisca con la primavera, ma che piuttosto sia capace di resistere alle difficoltà dell’inverno, ai tormenti del gelo.

Perché quella che stiamo attraversando altro non è che una nuova glaciazione sentimentale, una paralisi delle emozioni necessaria all’auto-difesa da qualcosa che non riusciamo a respingere: ovvero, la sensazione tutt’altro che latente che qualcosa si sia guastato definitivamente, e irreversibilmente, nel nostro modo di concepirci “umani”. Forse, lo stesso concetto di “umanità” sta cambiando.

Ecco perché, allora, diventa ancor più impellente la necessità e il desiderio di musica come quella di Urania, che vibra forte rimbalzando sulle pareti del cuore e risalendo l’autostrada che dallo stomaco porta alla testa e viceversa: un moto perpetuo che non accetta soluzioni di continuità e che nel turbinio dei suoi malumori e desideri di rivoluzione trova le parole giuste per diventare condiviso, proprio di tutte le “Anime” che sappiano ancora riconoscersi.

Lo so, alla fine vi ho detto poco e niente sul duo che venerdì scorso ha pubblicato il suo secondo singolo, “Anime”. Ma non temete: delle cose importanti, quelle che valgono ben più di due colonne su un giornale, ne parliamo direttamente con loro.

Ciao Urania, bentrovate su Indielife! Allora, come state all’alba di questo ritorno discografico e come vi sembra che sia stata accolta, fin qui, la vostra “Anime”?

Laura: Ciao! Sono super emozionata e ancora incredula che stia uscendo questo brano perchè fra tutti quelli scritti è quello che più mi tocca interiormente e musicalmente. Finora “Anime” è stata accolta bene, ho ricevuto vari feedback anche diversi fra loro il che mi fa pensare che io sia riuscita a conciliare più pensieri e più storie che bene o male toccano molti come hanno toccato me mentre la scrivevo. C’è a chi piace più il ritornello, a chi le strofe, a chi lo special e questo mi rende davvero davvero felice.

Stefania: Abbiamo ricevuto diversi feedback in cui è arrivato chiaramente il nostro messaggio. Sono sicura che tanta verità troverà il giusto spazio e non averla fatta soffocare in un cassetto per noi è un grande traguardo. Condividerlo con gli altri poi è stato come l’estensione di un abbraccio. 

Certo che si tratta di un brano impegnato, che racconta una condizione spirituale che in qualche modo appartiene un po’ a tutti, oggi più che mai: vite che si toccano, treni persi che sfrecciano via e un’incapacità di prendere spesso consapevolezza di ciò che siamo. Ecco, allora partiamo da voi: chi e cos’è Urania, e quali sono le vite che avete sfiorato, prima di “incastrarvi” nel vostro duo!

Laura: URANIA è l’incontro di due mondi, due teste e due anime che si incontrano nel fare musica e creare nuove sonorità. E’ metaforicamente un pianeta in cui convergono parole, pensieri e suoni diversi che lasciano spazio ad una grande creatività. Prima di fondare il duo mi sono sempre dedicata alla scrittura e alla mia musica, alla mia band ascolana A.Z.I. con cui lavoro ancora e allo studio. Mi sono diplomata al CET di Mogol come compositrice ed autrice e dopo queste esperienza ho deciso di iscrivermi al corso di composizione pop/rock al conservatorio di Pescara che mi permette di sviluppare la mia passione contemporaneamente agli studi.

Stefania: URANIA è viversi senza paura, accettando e custodendo anche le proprie fragilità. E’ un mondo estremamente intimo in cui siamo anime che corrono verso l’evoluzione, che continuano ad esistere e resistere. Prima di iniziare questo progetto ero alla ricerca di un contatto profondo con me stessa, che avevo perso. Facevo un lavoro frenetico, gestivo tante cose nella confusione più totale e questa situazione aveva tolto il sapore ad ogni cosa. Mi ero persa in un labirinto che avevo costruito in parte io stessa, mi ero chiusa in una stanza e gettato la chiave tra mille. Poi ho scelto di fermarmi, di rispettarmi, di riconoscermi e darmi la possibilità di riabbracciare la mia vera natura. Ho scelto di fare questo progetto con Laura perché sentivo che avevo bisogno di iniziare nuovamente a fare musica e crederci più di prima, perché ero tornata ad essere ciò che volevo e ho trovato un’anima pieno di valori sani e sempre pronta all’ascolto.

“Orbita Lunare” aveva aperto le danze qualche mese fa, prima di “Anime”: sembra che in qualche modo esistano tematiche ricorrenti nella vostra scrittura; se doveste enucleare gli elementi portanti della vostra poetica, in cosa li individuereste?

Laura: Se dovessi individuare degli elementi portanti della nostra poetica sceglierei l’amore in tutte le sue forme, la cura nello scegliere determinati suoni, l’energia delle melodie e il bisogno di emozionarsi ed emozionare coinvolgendo tutto ciò che c’è attorno a me.

Stefania: l’amore, la crescita, la consapevolezza e il volersi mettere in discussione.
La musica è il mezzo per intraprendere viaggi con il nostro mondo interiore, sviscerare e santificare ogni emozione, anche quella più scomoda ma significativa per la crescita personale. 

La conclusione di “Anime” è forse la parte della canzone che più mi ha colpito, ricordami quel cantautorato alla Truppi che da alla parola più importanza che alla melodia, pur non perdendo di musicalità. Ma soprattutto, mi ha dato la sensazione che dietro “Anime” si celi in qualche modo uno sfogo ben più profondo… è così?

Laura: Wow, Truppi è uno degli artisti che stimo di più quindi intanto ti ringrazio tantissimo per la meravigliosa associazione. Sicuramente “Anime” è piena di immagini e parole che ho scelto accuratamente dopo essermi guardata molto dentro e aver osservato tutto ciò che stava accadendo attorno a me. Dietro questo brano si celano tanti pensieri e la mia intenzione era proprio dar valore alla parola nuda e cruda così come veniva. Infatti nell’ultima parte quasi urlo, mi sfogo, come per spingermi a reagire, a non fermarmi sulle scuse che il mio cervello trova per farsi andare bene tutto, a non rimare più fossilizzata sul passato ma ad andare avanti. Infatti dopo quelle strofe così descrittive e dirette avevo bisogno di staccarmi da tutto e rompere ogni schema facendo uscire le parti di me più soffocate, a qualsiasi costo; e così è nato quello special parlato e gridato in faccia senza filtri che ho scritto per me e per tutti quelli che a volte non si sentono all’altezza di ciò che li circonda.

Stefania: Grazie mille per l’accostamento! Dietro “Anime” si sente la necessità di reagire al loop infinito in cui tutto cambia ed assimiliamo ciò che viviamo.
Il brano vuole essere anche una difesa, un modo per reagire e raggiungere muri ma solo per abbatterli. Non assecondare il tempo ma viverlo fino in fondo, mantenere ben salde le emozioni e racchiuderle nelle nostre anime.

Quali sono le cose che vi fanno dire, ascoltando una canzone, “ok, questo è un bel pezzo”.

Laura: Per dire che un pezzo è bello devo poterlo vedere davanti a me e sentirlo dentro di me, che sia felice o triste. Deve raccontare qualcosa di vero, di vissuto o comunque comunicare qualcosa senza troppi giri di parole, che sia con il testo o con la melodia. Insomma credo che la musica sia comunicazione e dunque più questa è ricca di verità più arriva.

Stefania: Quando smuove qualcosa dentro di me. Quando mi trasmettere sensazioni ed emozioni a cui riesco a dare un nome. Quando riesce a farmi ricordare qualcosa di importante. La musica mantiene ben saldi i ricordi.

Immaginate un mondo a dimensione di Urania: come sarebbe fatto, e quale musica si ascolterebbe. 

Sarebbe un mondo sulle tonalità del violetto e del blu in cui tutti sono leggeri e ognuno può vedersi attraverso l’anima, essendo se stesso. Si ascolterebbe la musica che viene dal cuore. Sarebbe un mondo in cui si collabora e si raggiungono insieme traguardi, in cui si condivide la felicità per amplificarla ancora di più. Un luogo dove regna empatia e solidarietà, in cui non ci sono bandiere che ci differenziano ma solo tanta umanità, unione e sguardi colmi d’anime. 

Iscriviti alla nostra newsletter

Iscriviti per rimanere aggiornato su tutte le nuove uscite e per non perderti nemmeno un articolo dei nostri autori! Basta solo la tua mail!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Music Factory
La prima piattaforma di Project Management Musicale ti aspetta! Scopri di più