Se a Leonardo piace Bruce Springsteen, la nebbia che fa salire la malinconia e la voglia di riscatto e i sabato sera che paiono non decollare mai, beh, è inutile dire che per noi intervistarlo è d’obbligo: troppi punti in comune per non andare fino in fondo nella scoperta di un talento da apprezzare, con attenzione.
Piacere Leonardo, come stai? A quanto pare suoni la chitarra ma il tuo nuovo pezzo è carico di synht. Come mai questa scelta?
Ciao! Scelta dettata dal bisogno di far sentire ciò che posso fare, senza trattenermi in nessun modo. La musica anni ‘80 è sempre stata una delle mie preferite. Inoltre, durante la stesura del testo, continuavo a cantare “Streets of Philadelphia” e “I’m on fire” di Bruce Springsteen. Decisi così di fare anche io un brano in quella chiave, perché legava benissimo con i brani rock che ho in testa. Grazie Bruce.
Hai pensato ad una versione alternativa, magari in acustico del pezzo?
Assolutamente! Più avanti pubblicherò varie session con la band in cui porterò i brani finora pubblicati, sia per come sono stati prodotti che in chiave acustica!
Quali sono i tuoi obiettivi da qui a 5 anni? Dove si vede Leonardo?
Leonardo si vede ancora innamorato della musica, anche più di adesso. Spera di vedersi davanti ad un pubblico che canta le sue canzoni. Spera di poterci lavorare, così da non lavorare nemmeno un giorno. Spera perciò che il suo tempo sulla Terra sia stato speso nella musica.
Abbiamo notato che suoni spesso per la tua associazione, che tipo di collaborazione hai con loro?
Ho studiato canto per 14 anni. Da un paio d’anni studio seriamente la chitarra e il pianoforte. Con loro ho potuto fare una grande gavetta (poco più di 6 anni) che mi ha permesso di fare mio il palco, imparare dagli errori e migliorarmi. Perché nei live o la va o la spacca, quindi bisogna sapersela cavare. Non smetterò mai di ringraziarli per questa opportunità.
Chi è il Leonardo di “Vieni con me” e chi invece troviamo in “Sabato Nebbia”?
In “Vieni con me” Leonardo parla di ciò che lo rende più felice, degli amici e delle cavolate fatte con loro, delle emozioni, ma anche di come scorre veloce il tempo. Culmina nel far capire l’importanza del vivere a pieno ogni momento che si vive.
“Sabato Nebbia” è invece il primo brano introspettivo che porto. E’ il brano che probabilmente ho sentito maggiormente durante la propria scrittura. Parla di un’esperienza passata, di circa 5 anni fa, che mi ha fatto toccare completamente il fondo. Mentalmente ed emotivamente non ero più lo stesso Leonardo, tanto da sentirmi come perduto in mezzo all’oceano, con sopra un cielo tanto grigio da farmi sentire impotente.
Ora questo passato lo guardo con dolcezza, non più con sentimenti negativi. Mi ha formato e mi ha reso il Leonardo di adesso. E per questo non potrei che essergli solamente grato.