SCICCHI è uno dei nomi – almeno a mio parere – più promettenti dell’intera scena indipendente nazionale: giovanissimo cantautore laziale, SCICCHI ha esordito solo pochi mesi fa, ma nel giro di poco tempo ha saputo costruirsi intorno un appeal niente male per un emergente. Le motivazioni della cosa sono ben chiare, e lo appariranno anche a voi fin dal primo “play”: noi, per offrirvi qualche spunto utile all’ascolto, abbiamo deciso di fare qualche domanda all’artista sul suo percorso e sul suo EP di debutto.
Scicchi, che piacere poter accogliere così il tuo primo EP: un percorso che si è sviluppato nel modo giusto, aggiungendo ad ogni nuova uscita (l’ultima, solo una settimana fa) un gradino verso il debutto. Come stai vivendo questa nuova “prima volta”?
Ciao! Grazie mille. Me la sto vivendo davvero bene, sono contento di ciò che è venuto fuori e di come è venuto fuori, La Clinica Dischi ha reso tutto ciò che immaginavo, realtà. È il mio primo disco e non potrei esserne più soddisfatto.
Partiamo dall’inizio: da dove cominceresti, per raccontare “Occhi diversi stessi lividi”?
Beh diciamo che è il primo passo per una scalata, spero, in ascesa ahah. È diciamo una piccola raccolta di ciò che sono e di ciò che provo a essere, cambiando genere in ogni brano ma mantenendo quella chiave di lettura un po’ nostalgica, malinconica e a volte anche arrabbiata.
Ok, immagina di star ascoltando il disco con noi. Cosa ci dici, prima di premere “play”?
Vi direi di immaginare ogni brano come delle lenti a contatto di diverso colore, puoi cambiarle passando al pezzo successivo ma questo non cambierà il colore naturale dei vostri occhi, potrete solo illudere chi vi guarda da fuori, facendo finta di non avere lividi.
Partono gli archi sul finale di “4 su 4” e qualcuno dice: “wow! Sembri Morricone!”. Tu cosa gli rispondi?
Gli rispondo “Magari!” ahaha, è difficile se non impossibile riuscire a mettersi sulla sua stessa linea anche perché gioco in un campionato totalmente differente e anche se non fosse così non riuscirei comunque ad eguagliarlo, ma se qualcuno dovesse dirmelo accetterei il complimento e gli direi che in realtà gli archi li abbiamo registrati insieme a La Clinica proprio al Forum di Ennio Morricone!
L’ascolto scorre e parte “Mea culpa”. Qui torna fuori il tuo lato più “rap-pop”: quante sono le anime di Scicchi?
Non so quante, ma il bisogno che avevo e che ho di esprimermi e sperimentare nella musica magari ne creerà ancora molte altre.
Poi, “Fragile”, e la malinconia sale a bomba: alla fine, è da qui che tutto è cominciato, vero?
Eh si, “Fragile” è stato il primo pezzo registrato in casa Clinica, è quello a cui sono più affezionato per la storia che c’è dietro e anche perché è stato lo “start” di questo progetto.
Si rotola fino in fondo con “Grimilde”, singolo che hai pubblicato solo una settimana fa, e poi “Stanotte”: hai duettato con frambo su questo brano, ci racconti com’è andata la vostra collaborazione?
Con frambo porto avanti un bel rapporto, abbiamo fatto anche altri pezzi insieme un po’ per giocare e memare. L’idea del feat. in realtà c’è stata sempre, appena Clinica ha sentito il pezzo, ha subito avuto l’idea di buttarci dentro frambo. Pochi mesi dopo mi viene mandato su whatsapp un audio contenente le due nuove strofe di frambetto e io vado completamente in fissa.
Bene, e ora cosa succederà a Scicchi? Cosa c’è nel tuo futuro?
Chi lo sa? Si spera tante cose belle e tanta altra musica.