Julia Mercedes Dąbrowska
Julia Mercedes Dąbrowska è una fotografa polacca di 22 anni i cui scatti più particolari sono caratterizzati da colori freddi e da atmosfere notturne.
Ho potuto parlare direttamente con lei della sua visione artistica e questo è il resoconto della nostra chiacchierata:

Perché nelle tue foto ci sono spesso dei colori lividi come il viola e il verde?
Questo dipende più che altro dall’ambiente perché mi piace tanto fare passeggiate di notte e scoprire luoghi che solitamente di giorno non sembrano speciali, ma che, con il buio, si illuminano e hanno un’atmosfera differente.
Sono sempre stata molto ispirata dal cinema e dalla concezione che tutto sia diverso di notte, che i colori rendano ogni cosa più intima.
È vero, i colori dipendono semplicemente dal posto che trovo, poi, però, è importante l’interpretazione che ne voglio dare.
Ad esempio, ho realizzato molte foto di stazioni di rifornimento ma quella con le luci blu e gialle è la mia preferita per ciò che trasmette: gli esseri umani vanno dai benzinai di notte, quando sono stanchi, quando c’è silenzio; questo crea un grande enigma e, durante un viaggio con i miei amici, vedendoli camminare, ho pensato di voler far intendere che uno stia andando e uno stia tornando, un po’ come il ciclo della vita.
E questo, unito ai colori, dava un forte contrasto emotivo.

Oltre alla sensazione di desolazione e solitudine, ho percepito anche l’alienazione della vita in città e un’atmosfera sospesa, di attesa. È quello che volevi trasmettere?
Assolutamente sì! A me piace lasciare le foto aperte all’interpretazione della persona che le guarda perché, decidendo l’inquadratura, io posso solo avvicinare gli altri a quello che ho sentito e dare in qualche modo inizio alle loro percezioni individuali.
Sicuramente, un aspetto che volevo trasmettere era il silenzio. Quella è la parola che mi viene subito in mente.
Non lo voglio intendere come un incubo, un dolore o una desolazione ma rimane comunque qualcosa a cui non siamo più abituati. Specialmente a Roma, dove ora studio, non si può avere silenzio nemmeno di notte!
Lo stesso concetto vale per gli scatti con le mani sui vetri.
In quel periodo ero molto ispirata dall’horror e questo sicuramente serviva a dare un’emozione, non tanto di spavento, ma un’immagine forte che nella vita quotidiana non si vede.

Abbiamo parlato dei colori ma la luce è forse ancora più importante nei tuoi scatti. Me ne puoi parlare?
Sono stata spinta a dare molta importanza alla luce nelle foto, dopo aver letto un’intervista a Giuseppe Lanci (il direttore artistico del corso di Fotografia cinematografica presso il Centro Sperimentale di Cinematografia)in cui definiva la luce come un’emozione; e per me è verissimo perché la fotografia, già dal termine, significa ‘scrittura di luce’.
Quindi la luce è indispensabile perché trasmette la vera illuminazione nel senso di dare risalto a qualcosa: per esempio un viso, lo sfondo, un simbolo.

Ho visto appunto che tra le opere che indichi come tue fonti di ispirazione, ce n’erano molte che avevano a che fare con i giochi di luce. Ad esempio, Elizaveta Porodina o Miles Johnston (che tra l’altro non è un fotografo ma un disegnatore).
Lui è una delle mie ispirazioni più grandi [mi sono addirittura tatuata un suo disegno sul braccio] perché rende le immagini non tanto oniriche ma fantastiche.
Si tratta del Realismo magico che, per me, è come dovrebbe essere la fotografia in generale perché non vogliamo costruire un mondo fantastico dove tutto è irreale ma vogliamo poterci immedesimare.
Non si deve comprendere e interpretare tutto, ma solo percepirlo.
È arte pura, è essa stessa un linguaggio: è tattile, è emozionale. Ed è così che voglio rendere le mie foto.

Se siete curiosi di scoprire tutti gli scatti di Julia Mercedes Dąbrowska, visitate il suo profilo Instagram o il suo portfolio.
English version: The Perception of Reality
Photo courtesy di Julia Mercedes Dąbrowska