Giulia Pratelli ci racconta “Tutti i santi”

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“Tutti i santi” è un piccolo EP homemade, che contiene due brani inediti e una nuova versione di “Nodi” (già contenuta in TUTTO BENE, 2017) interpretata qui in duetto con Setak, cantautore abruzzese e amico di Giulia. I tre pezzi sperimentano sfaccettature diverse dello stesso tema: la distanza.

Il lavoro, prodotto e arrangiato da Luca Guidi, è breve ma intenso e in esso le canzoni di Giulia si affidano a sfumature nuove e atmosfere sospese, che ruotano attorno alla chitarra, elettrica e acustica.

L’illustrazione e l’artwork sono opera di DISEGNACCI (Riccardo Pratesi), amico e artista meraviglioso che, giocando con il titolo del lavoro, ha preso spunto dall’idea di una vetrata medievale per rielaborarla in chiave laica e moderna. A fianco e attorno alla figura centrale della cantautrice, infatti, si notano vari elementi che raccontano il lavoro e le canzoni che lo compongono, come il microfono, la casa, i nodi.

Com’è nata la tua passione per la musica e quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato il tuo percorso artistico?
La passione per la musica è sempre stata con me e crescendo si è fatta più concreta. Gli artisti e le artiste che mi hanno maggiormente influenzata credo siano quelli che sanno coniugare musica e parole al meglio, valorizzando entrambi gli elementi.

Quale messaggio vuoi trasmettere e qual è stata la molla che ti ha spinto a produrre il nuovo EP “Tutti i santi”?
Avevo voglia di ripartire con una nuova produzione, anche piccola come questo EP, e dare voce a canzoni nuove e concretizzare nuove idee. Non c’è un messaggio particolare se non il desiderio di condividere un punto di vista e la ricerca di una qualche bellezza anche in situazioni non semplici.

Qual è la canzone che ti sta più a cuore?
In questo momento, guardando a questo nuovo lavoro, direi che “Tutti i santi” è la canzone che più ho voglia di far ascoltare e cantare.

Cosa puoi dirci dell’illustrazione e l’artwork di “Tutti i santi”?
E’ un progetto realizzato da Disegnacci (Riccardo Pratesi), che ha pensato di giocare con la tradizione delle vetrate medievali, inserendo elementi che descrivono il lavoro come la casa in cui è stato registrato, i microfoni, i nodi ripresi dal titolo del terzo brano… un’idea che mi ha stupita e una copertina di cui sono davvero felice.

Parliamo dell’omonimo singolo. Qual è la storia dietro questa canzone?
Questa canzone è nata dalla perdita di una persona cara e dalla necessità di trovare una chiave per imparare a convivere con questa assenza irrimediabile e pesantissima.

Come artista, quanto è importante la ricerca e la sperimentazione di nuove sonorità?
E’ sicuramente importante e molto interessante nel percorso di ogni artista. Stavolta per farlo ho chiesto aiuto a Luca Guidi, che ha arrangiato e prodotto l’ep, in modo da avere uno sguardo esterno e nuove ispirazioni date anche da riferimenti e ascolti diversi.

Qualche novità che vuoi condividere, in anteprima, con i nostri lettori?
Nei prossimi mesi ci saranno molte cose da condividere, prima di tutto un nuovo spettacolo che sta per debuttare, pensato e realizzato insieme ad Andrea Kaemmerle di Guascone Teatro e Luca Guidi.

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