Il primo progetto di Incompleto di cui abbiamo parlato anni fa, E Se…, partiva da un momento di crisi interiore prima della pandemia, da assenza di punti di riferimento e un senso di incompletezza. A distanza di due anni arriva invece Nuovi Orizzonti, un piccolo Ep di cinque tracce che mostra invece l’evoluzione personale del suo autore, nuove visioni del mondo e nuove prospettive. In questa intervista siamo partiti proprio da qui, per arrivare a parlare anche di futuro, aspirazioni e progetti.
L’ultima volta che abbiamo sentito parlare di te era uscito il tuo primo progetto E Se…! Cosa è cambiato da allora fino ad oggi? Artisticamente e nella vita privata.
Beh, innanzitutto sono passati due anni, quindi sono invecchiato un pochino! Artisticamente credo di aver capito di voler puntare sulla qualità invece che sulla quantità; infatti, mi sono preso un anno per registrare i 5 brani dell’EP. Dal punto di vista della vista privata, è tale ahahah. A parte gli scherzi, credo forse di aver trovato la mia strada, spero sia quella giusta!
I due dischi sono in qualche modo collegati?
Si, sono collegati dal fatto di essere contenitori di storie vere, vissute, autentiche. In entrambi ci sono frammenti di Incompleto, che nel corso dei due EP ha fatto un percorso, si è analizzato con i suoi brani ed ora ha le idee un po’ piú chiare su come è fatto e che cosa vuole o non vuole.
Nel nuovo disco troviamo una versione remix di Amore in Playback. Come mai hai deciso di riproporla con una veste sonora nuova?
Perché ho pensato che nella precedente versione non rendesse al massimo del suo potenziale. Quando ho iniziato a lavorare a questo EP, ho voluto ripescare un paio di brani dal passato: uno è “26”, perché è stato il brano che ha dato inizio ad Incompleto, l’altro è proprio “Amore in playback”. La trovo una bellissima canzone, con un ritmo che ti cattura e con un messaggio importante, profondo, soprattutto per le nuove generazioni. Per questo ho voluto rilavorarci, perché credo meritasse di più.
Quali sono i temi principali che troviamo in Nuovi Orizzonti?
Il filo conduttore di tutti e cinque i brani è l’amore. Ok, non è una novità assoluta, lo so, però l’EP è dinamico e i brani contenuti raccontano di fasi diverse dell’amore: dalla relazione appena finita, al volersi buttare in nuove esperienze senza pensare troppo a quello che si fa, sino ad una nuova scintilla.
Ascolta il disco Nuovi Orizzonti di Incompleto
Tempo fa parlavi del tuo nome d’arte, Incompleto. Hai trovato il segreto per completarti?
Credo di sì, almeno per ora, credo. Essendo una persona determinata, una volta che raggiungo un obiettivo ho quel breve istante in cui mi sento appagato, ma poi sento di nuovo che manca qualcosa. Ora diciamo che credo di aver accettato alcuni miei limiti; quindi, il fatto di non poter raggiungere o ottenere certe cose non lo vedo più come così traumatico. Sicuramente, poi, anche altri tasselli si sono sistemati e mi hanno aiutato ad avere un equilibrio, di cui ho dannatamente bisogno.
Se pensi alla tua carriera musicale, senti il desiderio di fare un salto? Di avere un contratto discografico o di raggiungere quelle che chiamano “le vette della notorietà”?
Diciamo che per la carriera artistica da grandi numeri sono già fuori tempo massimo in termini anagrafici ahahaah. Uno dei pochi che è esploso, ai suoi tempi, alla mia età, è stato Ligabue. Ma si parla veramente di rarità. Non nego che sarebbe un sogno incidere un disco con un’etichetta importante del mondo indie e girare l’Italia suonando e cantando i miei pezzi e vederli cantare a chi sta sotto al palco. Chissà, magari un giorno ci riuscirò davvero.
Ci sono dei generi musicali che vorresti esplorare?
Io nasco come anima rock, ma ho anche un amore per la dance. Chissà che nei lavori futuri non mi butti in uno di questi due campi (cercando, come sempre, di mantenere l’identità di Incompleto, che resta un artista indie-pop).
Quali sono i pezzi più riusciti di Nuovi Orizzonti? Quali caratterizzano meglio il progetto?
Credo siano “Amore in Playback” e “Cortocircuito”. Il primo, come dicevo poco fa, ha un sound accattivante una batteria ed un ritornello orecchiabile, una storia vera ed un’analisi dell’amore ai tempi delle app di dating: danno l’opportunità di scegliere la persona da vedere come fosse un qualunque oggetto, si esce solo con persone che hanno già un interesse nei nostri confronti. Questo riduce il rischio di un fallimento e riduce le capacità di relazione con le persone, si va a colpo sicuro (o quasi). Non si prende più il rischio ed il piacere di conoscere una persona dal vivo. Relazionarsi è l’ultimo baluardo che ci è rimasto per evitare di fare tutto con un’app; quindi, ci tenevo a porre l’accento su questa cosa.
Il secondo brano invece è una canzone d’amore che credo sia proprio ben riuscita: tutti gli strumenti hanno il loro spazio, la struttura del pezzo è dinamica, anche la voce guida i vari momenti, il testo ha delle belle immagini e dei begli incastri, tutto è al posto giusto. Credo che se l’avesse pubblicata Gazzelle o i pinguini tattici nucleari (entrambi mi piacciono molto), staremmo già parlando di un disco d’oro.
Non ci sono collaborazioni nel disco. Si tratta di una scelta voluta o, idealmente, avresti voluto che qualcuno ti accompagnasse con la sua voce?
Si tratta di una scelta voluta. Essendo la mia “opera prima” di livello, volevo che fosse mia e raccontasse solo di me, un po’ per scattare una fotografia e dire a tutti “ehi, questo sono io, senza contaminazioni”. Chissà che nei lavori futuri non chieda la collaborazione di altri artisti. Sicuramente ce n’è un paio nella mia città, Torino, con cui mi piacerebbe molto lavorare: Willie Peyote e Deertibo. Hanno davvero due belle penne e il loro flow mi piace molto.
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