Fiori di Cadillac: “Fuori dalla storia”, l’intervista

Progetti e suoni sintetizzati abilmente in un avvincente album firmato Fiori di Cadillac: “Fuori dalla storia” racconta una scelta, quella di mostrarsi finalmente per ciò che si è davvero, magari proprio di notte, quando ci si ferma ad ascoltare. Si tratta di un album che si racconta da solo, ogni brano è una narrazione che coinvolge anche chi si sente forse “Fuori dalla storia”. E così in un viaggio synth pop infiammato anche le cicatrici diventano fiori dipinti.

Noi di Indielife abbiam deciso di parlare di queste storie proprio con la band salernitana.

Ciao ragazzi, grazie della disponibilità! Innanzitutto, come state?

Ciao Michela, ciao Indielife, grazie per questa intervista. Stiamo passando le nostre giornate lavorando su nuove idee per nuovi brani e un po’ come tutti in questo periodo ci mettiamo alla prova in cucina (ridono, ndr)

Dunque, iniziamo dalla copertina del vostro album “Fuori dalla storia” , dove si può vedere “un volto che seppur in fiamme resiste”. Questa resistenza contro cosa si oppone?

Insieme a Simone Furlan, Vincenzo Memoli e Marta Marinotti, che hanno curato l’aspetto visivo del progetto, abbiamo scelto questo scatto di Marta perché rappresenta un po’ tutta l’anima del disco. Quel volto che resiste alle fiamme potrebbe essere il volto di ognuno di noi, con le proprie diversità, che si oppone ai luoghi comuni. Un volto che resiste soprattutto se messo duramente alla prova.

Fiori di Cadillac: “Fuori dalla storia”

Nel brano “Martini” si parla di solitudine. Potete descrivere questo stato d’animo con un colore?

Ci viene in mente un solo colore, il “grigio fucile”, oppure il nero tenebra, oppure il rosso glitterato. Oppure il verde che tende al grigio, fucile.

“La vita ci spinge dove non saremmo mai andati” (dal brano “di tutto ci si dimentica” ,ndr) a voi è già capitato?

Alfonso: “Da quando mi sono unito alla band, mi è capitato spesso di fare cose che voi umani non riuscireste nemmeno ad immaginare.”

Valerio: “Sì, da quando conosco Luigi, la vita mi spinge continuamente in situazioni disastrose.”

Luigi: “Sì, da quando conosco me stesso ho sempre deciso di non seguire la via maestra, così ho conosciuto Alfonso e Valerio.”

Che ruolo ha l’immagine per promuovere la propria musica, considerando il tipo di comunicazione legato ai social network?

Crediamo che l’immagine sia un aspetto importante per promuovere la propria musica. Il vero obiettivo è quello di rappresentare esteticamente se stessi portando in luce ed amplificando i propri pregi e difetti.

Qual è il momento più memorabile nella storia dei Fiori di Cadillac?

Di momenti memorabili ce ne sarebbero davvero tanti, la maggior parte di questi però, per oscene ragioni, non possiamo raccontarli. Poco tempo fa però abbiamo fatto un concerto, a Milano. Possiamo dire che è stato incredibile esibirsi dopo un bel po’ di tempo che eravamo chiusi in studio per la produzione del disco. C’erano tanti amici, ci siamo sentiti a casa, abbiamo dato tutto, è stato bello.

 Quali sono i vostri libri preferiti?

Altri Libertini di Pier Vittorio Tondelli

Lo Straniero di Albert Camus

Chiedi alla polvere di John Fante

Descrivete il vostro progetto musicale in tre parole. Anche quattro.

Ci hanno fatto questa domanda un po’ di tempo fa, abbiamo risposto così: TARDI, FAME, CESTINARE, BROTHERS. Oggi aggiungiamo: CE LA FAREMO.

Grazie!

Fiori di Cadillac: Fuori dalla Storia

Fonte: Foresta Promotion

Spigoli: il nuovo singolo di Carl Brave, Thasupreme e Mara Sattei

Tre voci nella notte: Carl Brave con Thasupreme e Mara Sattei hanno dato vita al singolo “Spigoli” per Island Records.

Cover di Spigoli

Un trio d’eccezione che ha scritto una pagina della musica indie con un brano che mette insieme rap, elettronica e una linea melodica ipnotica. Spigoli ha tutte le carte per diventare un tormentone da ascoltare a ripetizione nelle nostre playlist.

Le parole della strofe giocano un ping pong ritmico che ricorda il Futurismo. Onomatopee e neologismi del rap di Mara Sattei sposano la voce sintetica di Carl Brave che firma questo brano. All’ascolto ci si sente in in un ottovolante musicale, che vola più alto con la partecipazione di Thasupreme.

Un incontro musicale che fotografa una generazione di artisti sempre più riconosciuti da critica e pubblico, soprattutto grazie alle piattaforme streaming e il concept musicale corredato da uno storytelling ben preciso.

Tasto Spigoli

Intro
You need (x3)
Eh-eh-eh
Eh-eh-eh

Strofa
Ricordi? Eri leggera
Una libellula sotto la cera (Eh)
Ti ho persa ed era palese
Eri gocce di pioggia dentro una bufera
Siamo la scia di una stella cometa
Come una droga, ma solo la scesa
Una forchetta che infilza la presa
Ti tengo la mano, tu molli la presa
Sogno che mori e t’allungo la vita
Più ti vorrei fuori, più resti decisa
Tornare di nuovo, ma sei fuori moda
Non pijo la *sniff* che ci vai a rota
Borderline, allungo il gin col lime
Co’ uno sputo di Sprite
Chi nasce tondo può avere gli spigoli
Ti ho abbracciata e so’ pieno di lividi

Pre-Ritornello
E siamo soli a parte il cane
A parte il quadro, quello orrendo, di tua madre
La camicia sa di fumo, di catrame
Siamo attaccati, ma mi manchi come il pane

Ritornello
Non sopporto te, ehi
Quando metto apposto me
Spigoli, mi incastro ancora, nella testa ancora
Pensa un po’ al perché
Non sopporto te, ehi
Quando metto apposto me
Spigoli, mi incastro ancora, nella testa ancora
Pensa un po’ al perché

Strofa
Guardo il giorno controluce
Specchi appesi, facce stufe
Vetri scuri, stelle chiare
Luci accese, magnitudine
Di sette giorni ne ho già persi quattro
Per accontentarmi di ogni mia abitudine
Poi penso al mondo, a come ritagliarlo
E non lasciare i bordi sulle cose stupide
La testa mia in galleria passa
Ed è sempre pura follia
C’ho nodi in gola di mio e basta
Ma sembra una sartoria (‘Ria)
Gli stessi spigoli in cui io sbatto (Ehi)
Mentre la mente ha un fare distratto (Uh)
Sotto la giacca il mio cuore infranto (Ah)
Vicino all’anima mia

Strofa
Gli stessi spigoli in cui io sbatto
Mentre la mente ha un fare distratto
Sotto la giacca il mio cuore infranto
Vicino all’anima mia
Se sto con ho, senza mi accorgo
Di star bene senza tutta ‘sta merda intorno
Brotha, chiama ganja se l’acqua sfora sopra il bordo
Se rispondo, oh-oh-oh, non mi espongo, oh-oh-oh
Strilliamo, oh, ehi, un clacson
Nelle mie orecchie come si sente il torto, oh, eh
Wow-wow-wow, uh-uh, ultimamente stavo giù
Per sapere cosa fare parlo solamente alla mia moon

Pre-Ritornello
Non sopporto te
Quando metto apposto me
Spigoli, mi incastro ancora, nella testa ancora
Pensa un po’ al perché

Ritornello
Non sopporto te, ehi
Quando metto apposto me
Spigoli, mi incastro ancora, nella testa ancora
Pensa un po’ al perché
Non sopporto te, ehi
Quando metto apposto me
Spigoli, mi incastro ancora, nella testa ancora
Pensa un po’ al perché

Bridge
Spigoli, sì, spigoli mi (Sto correndo, sto correndo)
Cambiano i connotati (Spigoli dividono)
Spigoli, sì, spigoli mi (Sto correndo, sto correndo)
Cambiano i connotati

Ritornello
Non sopporto te, ehi
Quando metto apposto me
Spigoli, mi incastro ancora, nella testa ancora
Pensa un po’ al perché
Non sopporto te, ehi
Quando metto apposto me
Spigoli, mi incastro ancora, nella testa ancora
Pensa un po’ al perché

Outro
Non sopporto te
Yeah
Yeah
Mhm

Leggi anche: Carl Brave, Merci è il nuovo singolo tra Colosseo e Tour Eiffel

‘L’abisso’ – Il nuovo singolo di Francesco Bianconi

Francesco Bianconi, frontman del gruppo musicale Baustelle, nei giorni scorsi ha pubblicato il suo nuovo singolo, intitolato L’abisso.

Dopo Il bene, L’abisso è il secondo brano tratto dall’album inedito che il cantautore rilascerà il prossimo ottobre e che si intitolerà Forever.

“A risentirla mi sembra la voce di uno senza vestiti, o meglio di uno che aveva molta voglia di toglierseli. Senza troppi esibizionismi e invasamenti. Una confessione assai privata, in Schumanniano andazzo”. Così il cantautore descrive il suo nuovo singolo sul proprio profilo Instagram.

Forever sarà il primo album da solista di Francesco Bianconi. L’uscita dell’album era prevista per questa primavera, ma è stata ovviamente rimandata, assieme al tour.

Passare dall’essere il frontman di un gruppo come i Baustelle, caposaldo della musica alternativa italiana, a realizzare un progetto da solista non dev’essere una scelta semplice.

Il pubblico spesso può essere crudele. Raddrizza le orecchie per verificare se lui è sempre lui anche senza il gruppo, se si è venduto, se è rimasto sempre uguale o se ha cambiato del tutto genere.

Ma questo nuovo lavoro di Francesco Bianconi deve essere considerato, come di fatto è, un progetto a parte. Un momento nuovo nella sua carriera, un esporsi e un mettersi a nudo. Da solo senza la sua band, ma con la sua musica ed i suoi testi. “Per questo non voglio più scrivere, mi sta sul cazzo fingere, discendo nell’abisso finalmente dentro me”; così recita il nuovo singolo di Francesco Bianconi, L’abisso.

“Questo disco sono io senza filtri per la prima volta da quando faccio questo mestiere”.

Insomma, se i presupposti sono questi, Forever sembra essere un disco davvero promettente. Sicuramente un album intimo e riflessivo, e che finalmente ci permette di riascoltare la bellissima e profonda voce di Francesco Bianconi.

Abbiamo inserito L’abisso, il nuovo singolo di Francesco Bianconi, nella nostra playlist su Spotify dedicata alle nuove uscite.

ZIPTEN: Un “viaggio virtuale ed elettronico” per riflettere sul nostro futuro

Di recente uscita con il suo nuovo singolo (You Are) Encanto abbiamo incontrato Zipten, artista elettro-pop, di chiara matrice ambient, con cui abbiamo chiacchierato su tanti argomenti di attualità. Partendo dal suo video “virtuale-elettronico”, che rappresenta un vero e proprio inno alla vita, spaziando fino alle attuali problematiche che riguardano, l’emergenza sanitaria, ed il futuro di tutti noi. La musica come forma di intrattenimento, ma anche e soprattutto come spunto di riflessione per guardare oltre:

Buongiorno, per rompere il ghiaccio, raccontaci qualcosa di “Zipten”…

Il progetto Zipten nasce nel 2019 e l’obiettivo è quello di creare musica strumentale elettronica che possa guidare l’ascoltatore in un viaggio utilizzando la propria immaginazione e le proprie sensazioni. 

Vorrei che ogni traccia fosse un piccolo cortometraggio nella mente di chi ascolta.

Parliamo, ora, del tuo nuovo video “(You Are) Encanto”: ci ha colpito l’excursus di belle immagini dedicate alla natura unite alla tua musica. Come è nata l’idea?

Avevo da qualche mese l’idea in testa di produrre una traccia un po’ chill out e un po’ house con un mood ottimistico che potesse rappresentare una celebrazione della vita. 

Già nel 2019, avevo prodotto una traccia dal titolo Encanto che non è altro che la demo di questo singolo. 

L’ utilizzo delle immagini del video è invece scaturito con l’inizio del lockdown causa Covid; la brusca interruzione di ogni tipo di rapporto con le persone più care e la chiusura forzata in casa, sono sicuramente degli aspetti negativi, ma allo stesso tempo si possono vedere come un’opportunità per ognuno di noi di capirne il valore.

Rimaniamo sul videoclip: il “viaggio” parte dalla VR. Cosa vuoi farci intendere? Che in futuro si potrà godere di una tale bellezza solamente virtualmente? Oppure nel tuo singolo c’è un messaggio di speranza?

Attraverso le immagini, ho cercato di enfatizzare il bello che ci circonda. Spesso diamo per scontato ciò che abbiamo attorno, compresi gli affetti più cari.

Nel video, la ragazza, attraverso la VR, rivede e si immerge in ciò che oggi non ci è concesso a causa della quarantena e che fino a poco tempo fa era scontato e accessibile senza problemi. 

Il messaggio è di speranza e vuole sottolineare come nulla è scontato e che nella vita occorre apprezzare le piccole cose, specialmente nel momento in cui torneremo alla normalità.

L’elettronica è un genere che ha spopolato fin dagli albori negli anni ’80, e che ha avuto una sua evoluzione fino ai giorni nostri con tantissimi artisti di successo. Per non parlare dell’enorme business che smuove (o smuoveva almeno fino a prima dell’emergenza covid) l’elettronica a livello di intrattenimento nelle discoteche, con i Dj set, ecc… Tu hai dei punti di riferimento? Da allora ad oggi quali artisti di musica elettronica ti hanno più ispirato? E hai degli obiettivi che ti sei prefissato anche in termine di business e successo?

Ascolto musica da quando sono bambino; pertanto ho tantissimi artisti che amo e che in qualche modo cerco di prendere come riferimento;

Sicuramente i Pink Floyd con i loro intrecci di synth e chitarre sono gli artisti che più amo.

Nel genere elettronico mi sono sempre piaciute le trame elettroniche soundtrack di Junkie XL, la tech house di Eric Prydz e le atmosfere post-rock dei 65daysofstatic.

Per adesso non ho obiettivi specifici in termini di business; attualmente la musica per me è una valvola di sfogo e la mia più grande passione.

Spero che quanta più gente possibile possa ascoltare ed apprezzare i miei lavori e la mia voglia di sperimentare attraverso la musica.

Parlando sempre di music business, hai incontrato difficoltà componendo musica elettronica tout court?

Ho sempre avuto interesse nel mischiare per cercare di creare qualcosa di nuovo. Essendo appassionato di tanti generi anche molto diversi, tra loro, senza pensarci molto butto giù le idee e pian piano le definisco cercando di dare una chiave di lettura in ogni traccia. Come ho detto prima, l’obiettivo è quello di creare musica strumentale elettronica che guidi l’ascoltatore in un viaggio attraverso l’utilizzo di chitarre e sintetizzatori che creino melodie e atmosfere sognanti.

Oggi, con il mondo digitale, ogni persona può potenzialmente produrre una traccia anche dalla propria stanza, il che è una rivoluzione in termini di costi di produzione e registrazione.

Progetti futuri…?

Nell’immediato futuro mi piacerebbe realizzare un video concept su un altro brano già rilasciato dal titolo “Galaxy Journey”. È un brano più introspettivo con influenze jazz rock ma che mantiene ovviamente il dna electro ambient delle mie produzioni.

Intervista a cura di FML

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Ali bianche contro Ali nere

Soffiava solo il caldo vento del deserto ed il sole infuoca l’aria. In mezzo ad una vallata, un tavolo, due sedie ed una roulette. Erano secoli che tramite l’uomo e le sue azioni, andava avanti l’eterna lotta tra il bene e il male. Questa guerra aveva prodotto solo infinite battaglie, malattie di tutti i tipi e catastrofi naturali che avevano cambiato ed indebolito parecchio la terra,  da sempre  l’oggetto conteso tra le due forze.  Soprattutto lo erano tutti i suoi esseri viventi; piante, animali e uomini. Ma era ora di dare una svolta a questa guerra, i tempi erano maturi e così le due parti decisero di affrontarsi direttamente, uno davanti all’altro in mezzo al deserto. Scelsero un gioco inventato degli uomini, la roulette, così i loro poteri erano innocui e il tutto era affidato  alla sorte. Mandarono in campo i migliori soldati che i due eserciti potevano avere, due generali dalle enormi qualità intellettive e dalla grande esperienza. Ad un tratto, nella calma  del deserto, un grande rumore ruppe il silenzio, il suono di mille fulmini squarciò l’aria, il cielo si aprì ed un angelo biondo discese. Capelli lunghi, ali bianche e possenti, un corpo atletico. Il Signore, per l’ultima battaglia, aveva scelto il suo angelo più forte, il suo miglior generale, l’Arcangelo Gabriel. Si mise seduto e attese il suo avversario che non si fece attendere molto. Si sentì un altro boato, simile ai fulmini, ma questa volta veniva dal basso, infatti non fu il cielo ad aprirsi, ma la terra. Dalla voragine che si era aperta uscirono enormi quantità di fumo e fiamme, poi la voragine si richiuse e in mezzo al fumo che man mano si dissolveva nell’aria, s’intravedeva una figura scura, vestito di nero, con ali scure, c’era lui, l’angelo ribelle che in tempi remoti aveva sfidato il signore e divenuto il re degli inferi. Lucifero.

<< Ancora qui a combattere? Non ti è bastata l’ultima sconfitta e l’esilio in quel tuo regno di fuoco e disperazione ? >>

<< L’altra volta avete avuto solo fortuna ma non ti preoccupare, ho acquistato esperienza e vi darò del filo da torcere a te e al tuo padrone >>

<< Non cantare vittoria troppo presto e spera che la fortuna sia dalla tua parte questa volta perché in questo gioco te ne servirà molta >>

<< Inizia te mio caro Gabriel, visto che ti sta tanto a cuore il destino di questo stupido pianeta >>.

<< Come vuoi, ma dopo non piangere >>

Gabriel prese la manovella, fece girare la ruota e poi mentre tirava la pallina, puntò il suo numero,

<< Punto sul 12 rosso >>

La roulette girò sotto gli sguardi divertiti dei due angeli. La pallina si fermò sul 20 nero.

<< Ti dice male eh biondino ? >>

<< Vediamo cosa sei capace di fare tu >>

Lucifero fece girare la manovella, << Direi di puntare sul 33 rosso, come gli anni che ha compiuto il tuo principale nel suo ultimo compleanno HAHAHAHA !!!! >> la pallina girò all’interno della roulette, passò tanti numeri per poi rallentare la sua corsa e e fermarsi, per ironia della sorte, nel numero prima di quello scelto da lucifero.

<< Bravo, ci sei andato vicino, ma non basta prendere in giro il figlio del Signore per avere la fortuna necessaria caro il mio infuocato avversario >>

Lucifero lo guardava  infuriato ma non poteva replicare. Entrambi però non erano soddisfatti del gioco che stavano facendo. Fu Gabriel a proporre un nuovo gioco.

<< Sentì cambiamo gioco e facciamone uno in cui ci sia la giusta quantità di abilità e fortuna, giochiamo a black jack che ne dici? Ci stai ? >>

<< Aspetta un momento, tu l’angelico Gabriel, mi proponi di giocare ad un gioco diabolico che ha rovinato milioni di persone? Ahahah sei arrivato proprio alla frutta, ok ci sto, ma dobbiamo trovare un mazziere che non sia ne dei tuoi ne dei miei >>

<< Ho pensato anche a quello, potremmo chiamare la Morte, lei è neutrale, si presenta davanti a tutte le creature del pianeta, uomini, piante e animali, di tutte le razze, buoni o cattivi che siano, senza distinzioni. Che ne dici ? >>

<< Si lei mi sta simpatica, mi porta sempre tanta bella gente, non mi fa mai annoiare, mandala a chiamare e digli di portare le carte. >>

Gabriel annui con la testa e fece un fischio, una grande aquila venne in volo da lontano ad appollaiarsi sul suo braccio.

<< Gran bella bestia >> commentò ironico Lucifero,

<< Lei è molto importante per noi, ci porta sempre le preghiere degli uomini più buoni >>

<< Si, certo, è come dici tu >> rispose annoiato Lucifero, Gabriel lo guardò malissimo poi si rivolse all’aquila

<< Vai a chiamare la morte e digli di venire qui con le carte per il black jack >> l’aquila spiccò il volo e si allontanò nel’orizzonte.

Dopo alcuni minuti apparve dal nulla una figura, uno scheletro con mantella e cappuccio nero tirato su. Con una mano teneva una falce e nell’altra un mazzo di carte.

<< Mi avete fatto chiamare signori ? >>

<< Sono stato io >> rispose Gabriel

<< Tu che sei neutrale, devi arbitrare questa partita a black jack che deciderà il destino della terra >>

<< Ok signori >> rispose divertita la morte e iniziò a mischiare le carte. Ne diede due per uno, Gabriel aveva 11 mentre Lucifero partiva con un punteggio di 14.

Fu Lucifero a puntare mettendo sul piatto una nazione, << Per iniziare che ne dici di un paese dell’Africa ? >>

<< Ok, così potrò  sfamare i tanti bambini poveri che ci sono, visto che agli uomini, grazie al tuo intervento, pare importi più fare guerre che dare da mangiare ai loro figli >>

Lucifero rise compiaciuto a quello che alle sue orecchie, era suonato come un complimento. Entrambi chiesero una carta. A Gabriel entrò un 9 e sperò che il suo venti superasse il punteggio del suo avversario. Ma Lucifero ebbe più fortuna e con un 7 raggiunse il massimo. Scoprì ridendo le carte, mentre già pregustava i disastri che avrebbero fatto. Gabriel vide le carte del suo avversario, abbassò gli occhi e pregò scusandosi con il  Signore per quelle anime innocenti che presto sarebbero salite nei cieli.

In un villaggio in Kenya nei pressi del Kilimangiaro, una donna stava coltivando il mais quando  ad un tratto ebbe come la sensazione che la terra gli tremasse da sotto i piedi. In pochi secondi il terremoto aumentò d’intensità la donna cadde a terra ed un grande boato squarciò l’aria, alzò gli occhi e vide una grossa colonna di lava uscire dalla grande montagna e scendere dalla bocca principale e da alcune bocche laterali. La lava era un enorme fiume che veniva a gran velocità verso valle e minacciava non solo il villaggio ma tutta la regione. La donna iniziò a correre verso il villaggio, sentiva le grida di paura e i pianti dei bambini. Il terremoto distrusse non solo le case di legno e fango ma raggiungendo anche la città vicino, distrusse palazzi e uccise milioni di vittime. La lava raggiunse la valle incendiando tutta la regione e sorprendendo la povera gente del villaggio che cercava invano di scappare. Le nubi tossiche che salivano dalle bocche del vulcano, mischiandosi con l’atmosfera, diede origine ad una pioggia acida che colpì i superstiti che cercavano riparo o parenti tra le macerie, corrodendogli la pelle e asfissiando i polmoni.  Gabriel apprese la notizia da una colomba che si appollaiò sulla sua spalla e poi volò alcuni minuti dopo.

<< Ho appena saputo che ti sei divertito in Kenya. >> si rivolse arrabbiato a Lucifero.

<< Sì, solo un pochino, è ancora poca roba >>

<< Milioni di persone innocenti uccise ti sembrano poca roba ? >>

<< Ok signori vogliamo riprendere il gioco ? >>

intervenne la morte mentre mischiava di nuovo le carte. Le smistò e ne consegnò come prima, due a testa. Questa volta Gabriel ebbe più fortuna, lesse le carte e scoprì che gli era entrato un 21, il massimo punteggio. Lucifero aveva un 18 ma questo non cancellò quel suo ghigno dalla faccia.

<< Perché questa volta non alziamo il piatto e non puntiamo ad un intero continente ? >>

<< Sei sicuro di vincere ? a quale continente stavi pensando ? >>

<< Vorrei riparare i danni che hai fatto in Africa e migliorare le condizioni dei più poveri >>

<< Ti piace il continente nero è ? ok! >>

Gabriel non cambiò le care che aveva, gli era entrato un black jack e sentiva la vittoria in tasca. Lucifero fu costretto a pescare un’altra carta ma gli entrò un 4 e superò il massimo punteggio per un punto.

<< Hai appena vinto i tuoi preziosissimi bambini poveri>>

disse l’angelo nero guardando le sue carte ma senza cancellare il suo ghigno di sfida di chi poteva accettare di perdere una battaglia, ma era sicuro di vincere la guerra e se la stava giocando bene.

<< Una volta tanto non hai vinto tu con la cattiveria ma quei bambini affamati >>

Si riunirono in Africa i potenti del mondo, dopo il terremoto avevano deciso di riunirsi per risolvere i problemi sorti dopo il disastro e aiutare le popolazioni colpite. Dopo ore di discussioni, decisero di aiutare tutte le popolazioni africane. Il primo punto che decisero, era di annullare i debiti che le nazioni più povere avevano verso le nazioni ricche. Poi mandarono i loro eserciti e grossi aerei contenenti medicine, cibo e acqua potabile per le popolazioni povere. Ci fu un grosso traffico di aerei e militari che non solo si occuparono di bambini ma proteggevano la flora e fauna da speculatori e bracconieri. Improntarono un piano di finanziamenti per una decina d’anni, a turno le 8  nazioni avrebbero mandato dei soldi ad un incaricato scelto da loro, che avrebbe amministrato equamente i soldi smistandoli verso le nazioni e i villaggi più bisognosi. L’incaricato scelto era un prete francescano, un ragazzo nobile di 27 anni che da tempo aveva rinunciato a tutti i titoli e i soldi che aveva ereditato dalla sua famiglia. Aveva destinato tutto il patrimonio ai poveri per poi farsi prete francescano. Ora viveva da anni in Africa come missionario e abitava nella sua tenda che smontava e rimontava ogni volta che si spostava nei vari villaggi dove veniva chiamato. Lo scoprirono così i potenti, durante il loro tour di beneficenza che fecero in Africa. Quando seppero la sua storia decisero d’incaricarlo e farlo diventare responsabile dei  fabbisogni della popolazione africana. Quell’anno il ragazzo francescano vinse il premio Nobel per la Pace.

La morte tornò a mischiare le carte, Lucifero guardava furioso Gabriel che rispondeva divertito a quelle minacce lanciate dai suoi occhi in fiamme.

<< Allora ti è piaciuto l’intervento sull’Africa ? >>  chiese ridendo Gabriel,

<< Certamente, da morire, guarda >>,

<< Che cosa c’entro io adesso? >>

intervenne la morte che si sentì tirare in ballo.

Risero entrambi i giocatori ma senza distrarsi dai rispettivi compiti per cui erano stati chiamati. Proseguì Lucifero che continuò con le lamentele verso l’intervento che il suo avversario aveva fatto nel continente nero.

<< Senti non possiamo andare avanti così, vincere le partite e lavorare nei paesi per poi assistere ai salvataggi che tu e i tuoi soldati, fate subito dopo riparando i danni e distruggendo tutto il nostro lavoro. Passiamo il tempo a convertire e a cambiare intere popolazioni di uomini che prima distruggono e poi cercano di riparare >>

<< Hai perso una sola mano e già ti lamenti ? >>

<< Non è solo la mano persa in questa stupida partita, sono secoli che te il tuo capo rovinate i miei piani >>

<< mmmm potremmo dire la stessa cosa noi di voi, comunque hai ragione dobbiamo finirla una volta per tutte. D’altronde è questo lo scopo di questa partita, tu hai qualche idea ? >>

<< stavo pensando di alzare la posta in gioco, facciamo un’altra mano. Chi vince si prende la terra, tutta quanta e ci fa quello che vuole senza essere disturbato da nessuno. Ci stai ? >>

<< Vuoi giocare pesante ? ok ci sto. Chi vince la prossima mano vince tutta la partita e decide il destino del mondo senza che l’altro intervenga. >>

La morte, che nel frattempo aveva assistito alla conversazione, continuò a mischiare le carte e le mise sul tavolo davanti ai giocatori. Guardarono entrambi le carte, con stupore videro che nessuno dei due aveva pescato, ormai tesi e curiosi scoprirono all’unisono i propri punteggi. Avevano entrambi lo stesso punteggio, il 21, il massimo che si poteva raggiungere a quel gioco. Si guardarono entrambi increduli, non sapevano cosa fare, chi avrebbe vinto il mondo ?  In quei casi come si comportavano gli umani ? Intervenne la morte che diede alcuni informazioni che aveva sentito durante il suo lavoro,

<< Gli esseri umani quando giocano a carte giocano per soldi e in questi casi dividono in parti uguali la somma raccolta nel piatto, ma nel vostro caso non so come dividere il mondo >>

Dopo alcuni minuti a pensare, Lucifero ebbe un’idea che poteva risolvere il problema,

<< Forse ho la soluzione, voi vi prendete la terra compresi gli Animali e le piante e noi ci prendiamo tutta l’umanità lasciando il mondo senza esseri umani. So che ci sei affezionato e che il tuo capo ha cercato di farli a sua immagine e somiglianza, ma se ci rifletti non si stanno comportando bene con o senza il mio zampino. >>

L’arcangelo ci pensò su

<< A malincuore devo darti ragione sugli esseri umani, la tua proposta potrebbe essere interessante, mi dispiace per gli uomini ma meglio punire loro che perdere l’intero mondo. >>

Lucifero si girò verso la morte che attendeva i compiti da svolgere sicuro che adesso gli sarebbe toccato fare gli straordinari.

<< Vai per il mondo e portami le anime di tutti gli uomini ma consegna a loro le anime bianche dei bambini. È giusto che vadano in paradiso, loro non hanno fatto niente. >> Gabriel acconsentì soddisfatto, si alzarono insieme e si strinsero la mano. Non si sarebbero pestati i piedi per molti secoli, avevano entrambi molto lavoro da fare e volevano rispettare la tregua.

Passarono 10.000 anni da quando l’ultimo uomo era morto. una furiosa guerra nucleare, aveva sterminato l’intera umanità. La Natura riparò in fretta i danni subiti dagli uomini . In un mondo popolato da milioni di specie di animali, le uniche tracce della presenza di una passato umano erano le rovine della città che man mano si sgretolavano al passaggio del tempo e delle intemperie. Alcune specie di pappagalli stando a contatto con gli uomini avevano imparato alcune parole delle varie lingue che avevano sentito nelle loro case. Nelle città abitate un tempo dagli uomini c’erano i vari animali che prima vivevano nei circhi e parchi zoologici, ma che privi di controlli, scapparono dalle gabbie spinti dalla fame e contribuirono al ripopolamento del mondo creando nei secoli anche nuove specie. Il mondo era cambiato e senza l’uomo era migliorato, non c’erano più guerre, scavi o altre diavolerie per sfruttare le risorse di Madre Terra che ringraziava pulendo l’aria e regalando meravigliosi paesaggi.

Immagini prese da Google Immagini

Clementi Simone

“Come conchiglie”, il nuovo brano dei Fast Animals and Slow Kids

Si intitola Come conchiglie il nuovo brano dei Fast Animals and Slow Kids (Fask per gli amici), rilasciato venerdì 8 maggio.

Il difficile momento che stiamo vivendo ha colpito duramente tante realtà, e fra queste vi sono il mondo dello spettacolo e della musica. Il 7 maggio i Fask avrebbero dovuto suonare all’Alcatraz di Milano, nel pieno del loro tour primaverile.

Come conchiglie – Fast Animals and Slow Kids

Aimone Romizi, il cantante della band, ha annunciato l’uscita del nuovo brano Come conchiglie tramite un video IGTV, in cui parla a nome di tutto il gruppo. Ma se a prima vista può sembrare un semplice discorso montato per spiegare e giustificare un brano uscito in fretta “a discapito della qualità”, dietro c’è molto di più.

Prima di tutto, ci sono gli occhi spenti di Aimone. Lui che ai concerti era il primo a far casino, a saltare, a urlare e a tuffarsi sul suo pubblico per sentirlo più vicino e farsi trascinare. C’è il cuore della band che come un pendolo oscilla “fra la rabbia ed il dolore”. C’è la voglia di ritornare a calcare quei palchi che, forse, erano davvero la felicità.

Certo, in questo periodo assurdo, in cui il destino della musica resta incerto, quello di ritornare a suonare e a godersi dei concerti dal vivo è un desiderio comune. Ma chi abbia mai assistito ad un live dei Fask conosce benissimo la capacità che hanno di trasmettere al pubblico la propria passione per la musica. Passione fatta di grandi emozioni ma anche di sudore e momenti duri.

Come conchiglie è una carezza delicata, è un pezzo intimo e fragile, figlio di questo momento difficile. Ma non è un brano che parla di Covid e lockdown. È una canzone che parla dellacaducità dell’esistenza umana“.

In Come conchiglie c’è la voglia di tornare a fare musica, c’è il desiderio di non abbandonarsi per non abbandonare noi fan. C’è il bisogno di restare all’ascolto e dimenticare al più presto quello che sta succedendo, per tornare insieme a vivere la musica.

Avrò il mio guscio e sarà per sempre, perché l’ho costruito di musica“.

Non dimenticare di leggere il nostro articolo dedicato alla musica da ascoltare in quarantena.

Musica dai colori crepuscolari: intervista a Boreale

Alessandro Morini, in arte Boreale, è un cantautore romano dal passato un po’ punk ma sicuramente attento alle sonorità pop. Il nome del progetto solista e la sua musica dai colori crepuscolari, lasciano trasparire un nuovo modo di raccontare storie di vita e sogni che ti tengono sveglio.

Per cogliere le varie sfumature del progetto, abbiamo posto qualche domanda all’artista.

Ciao Alessandro, grazie per la disponibilità. Inizio con una domanda che suona banale ma anche obbligatoria. Come stai?

Bene! All’ inizio della quarantena è stata una situazione difficile, ma adesso mi sto abituando e sto scrivendo canzoni.

 Nel singolo “Meraviglia” parli di “una storia vissuta intensamente tra malinconia e stupore”, come hai affermato. Come si coniugano allora questi due stati d’animo?

“Meraviglia” è il quinto singolo che ha come tema una storia d’amore finita non proprio bene. Ho passato un periodo difficile per la  mia vita sentimentale. Ho unito i momenti più intensi di questa storia.

Vorrei chiederti allora, quando il filo dei sogni appesi si spezza, come si riparte?

 È difficile ripartire, ma necessario! Per esempio io son dovuto ripartire dopo un’esperienza con una band, i Mary in June. Bisogna trovare la forza ma col tempo ci si riesce.

Il brano Meraviglia è stato prodotto da Marta Venturini (Calcutta, Viito ndr), com’è andata?

Molto bene. In precedenza avevo collaborato con Giorgio Canali e anche quell’esperienza mi ha lasciato tanto. Poi Marta ha colto il mio cambiamento nel modo di scrivere e  ha saputo ricostruire sound e struttura del brano, sono molto soddisfatto. Stiamo lavorando anche per il disco, non vedo l’ora di tornare in studio. Probabilmente ci sarà un nuovo singolo molto presto…

A proposito di esperienze, mi racconti il brano”Maremoto“, in cui  parli di sogni che ti tengono sveglio?

Si parla di notti in cui non riesci a dormire, a causa di pensieri che ti tengono sveglio, di quei sogni nel cassetto un po’ difficili da realizzare.

Qual è l’album che ti ha segnato sin dal primo ascolto?

Pensandoci Ok Computer mi ha stregato e ho sentito i Radiohead più volte dal vivo.  Il primo disco di Jeff Buckley e vari dischi di Lucio Dalla. Allora ti racconto un aneddoto su Maremoto: un giorno stavo ascoltando com’è profondo il mare, mentre stavo lavando i piatti e ho interrotto, ho preso la chitarra e per assurdo il brano è nato così!

Qual è il traguardo nel percorso musicale a cui aspiri?

Al momento, poter suonare dal vivo i miei brani.  Purtroppo quelli che avevamo organizzato sono stati annullati…

Il tuo nome d’arte rimanda subito all’aurora e a una musica dai colori crepuscolari. Che ne pensi?

In realtà non ho mai visto l’aurora boreale, ma mi piace come risuona la parola boreale e il fatto che richiami a dei colori forti.

Un aneddoto improbabile per Indielife?

  Ok, per esempio traggo ispirazione anche dai libri che leggo. Infine, prima di un concerto, bevo tisane.

Grazie Alessandro, a presto!

Ciao, grazie a te!

Boreale e la musica dai colori crepuscolari
Boreale (e la sua musica crepuscolare)

https://www.instagram.com/borealemusica

Fonte: Safe&Sound comunicazione