Il ricordo di Stefano Cucchi cantato da Pezzini

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Stefano Cucchi rivive in Un ragazzo complicato

Il 22 ottobre 2010 Stefano Cucchi moriva ucciso dalle botte dei carabinieri che lo avevano arrestato in seguito all’ennesimo atto di microcriminalità commesso dal ragazzo. Un omicidio di Stato mascherato da “caduta dalle scale”, un simbolo della repressione e del bigottismo dell’Italia, un simbolo del perché opporsi all’oppressione delle forze armate.
Roberto Pezzini, ad undici anni dal delitto, ha pubblicato Un ragazzo complicato, canzone che ricorda il ragazzo e ripercorre la richiesta di giustizia della sorella, Ilaria Cucchi, che da quell’ottobre tremendo lotta per far emergere la verità sulla morte di Stefano.

Una lettera, un grido di rabbia e pentimento

Il brano di Pezzini non è solo una denuncia contro le forze dell’ordine. Un ragazzo complicato è scritto come una lettera di Cucchi alla sorella in cui, oltre al racconto della propria morte, il ragazzo chiede perdono per un comportamento in vita che ha causato dolore ai suoi cari e l’ha portato ad essere bersaglio del disprezzo dei carabinieri.

Mi chiamo Stefano, stefano cucchi,

i lividi sul viso li hanno visti tutti.
nella vita ne ha fatte di crude e di cotte,

ma non mi meritavo di morire di botte.

Nelle parole della canzone, Stefano chiede alla sorella di non arrendersi nella sua battaglia per la verità: nonostante i precedenti, nessun essere umano merita di essere pestato fino alla morte e di essere abbandonato ed escluso alla vista dei familiari come è successo a lui.

Una storia complicata e sbagliata

La vera storia di Cucchi è ormai di pubblico dominio, nonostante ancora ci sia chi nega, e la giustizia ancora deve fare il proprio corso.
La presa di posizione è evidente, da parte dell’autore, ed è importante commemorare determinati eventi, soprattutto se drammatici come quello al centro del caso Cucchi.
Un ragazzo complicato mette al centro il vero problema scatenante la tragedia, cioè l’incapacità istituzionale di gestire i dispositivi violenti di cui ha il monopolio e la difficoltà a far uscire le persone svantaggiate dall’emarginazione e dalla violenza in cui rischiano di cadere.
Al di là dei colori politici, è questa l’unica vera questione su cui focalizzarsi, e Pezzini la rappresenta con consapevolezza, precisione e passione allo stesso tempo.

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