Attraverso le brecce nel muro di Caravelle, l’intervista

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Il 20 marzo è uscito un brano particolarmente interessante intitolato “Muro di Berlino”: l’artista in questione è CARAVELLE, il brano è stato prodotto da Zafa e distribuito da Artist First e noi di Indielife, da semper più che attenti all’emergente in emergenza, non potevamo non intervistarlo. Eccone il risultato: 

Descrivi “Muro di Berlino” in tre parole

Istintiva; per come è nata. Le emozioni/sensazioni provate dopo aver incontrato una persona importante sono uscite liberamente al ritorno in macchina e nel mix di felicità, consapevolezza, tristezza, cose dette, non dette, dette diversamente dal voluto ecc… già era presente all’interno “Muro di Berlino”.

Romantica; il testo accompagnato dalla produzione crea un’atmosfera molto romantica, soprattutto nelle strofe, dove la linea melodica riesce ad evocare anche un velo di malinconia.

Pazza; musicalmente parlando è una canzone un po’ pazza, nel senso che parte in un modo molto sospeso, quasi non si capisce dove vuole andare a parare; dopodiché prende forma e sembra stabilizzarsi su un ritmo soft, ma proprio quando pensi si sia stabilizzata che arriva il ritornello, invece molto più ritmato. Discorso analogo per quando subentra nella seconda strofa una parte più parlata. Insomma è caratterizzata da continui e non previsti cambi di ritmo.

Ci racconti la collaborazione con Zafa, produttore del brano, per questo singolo?

Con Giovanni ormai ci conosciamo bene, abbiamo lavorato insieme su diversi brani e con lui sento di potermi esprimere come voglio, perché c’è una grande intesa che parte dal mondo musicale e arriva a quella quotidiana. Per “Muro di Berlino” è stato comico il momento in cui abbiamo avuto l’idea di mettere la cassa dritta nel ritornello, perché eravamo completamente proiettati su un’altra tipo di canzone. Partendo appunto da un’idea e facendo piccoli cambiamenti abbiamo pian piano intravisto un’altra strada, cosi abbiamo iniziato a strafare per divertirci e fomentarci allo stesso tempo, solo che più lo facevamo per scherzo e più realizzavamo che non ci stava male. Così è nata “Muro di Berlino”. 

Un artista con cui senti di avere affinità?

In realtà spero che si senta, con il passare del tempo e in modo sempre più marcato, il mio stile, una mia “impronta digitale”. Delle affinità le vedo con Franco126 e Peter White, ma stiamo parlando di due mostri sacri per ora inavvicinabili. 

Secondo te la musica può aiutare davvero ad “evadere” da questo lockdown?

Ricordo una vecchia intervista dove mi veniva chiesto un consiglio da dare ai lettori, risposi: “Fatevi accompagnare sempre dalla musica, perché è il miglior modo per tenersi costantemente in contatto con la propria intimità”. Non credo sia una frase riconducibile ad un momento specifico, ma oggi più che mai, credo sia utile sfuggire per qualche minuto alla realtà e stare bene con se stessi…e la Musica è maestra nel farlo.

E ora cosa possiamo aspettarci da Caravelle?

Prossimamente usciranno altri due singoli, il primo rappresenterà un’introduzione all’estate, mentre il secondo l’estate inoltrata, o meglio l’estate nella sua pienezza. Dopodiché ragionerò su un possibile album, ma il percorso è ancora molto lungo. Grazie per le domande, un abbraccio a tutti!

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