In arte Agnese diventa LADY G

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Dopo il singolo CocaCola e Youporn, Agnese Conforti, meglio conosciuta come In arte Agnese, torna e ci investe di energia. Venerdì 21 maggio è uscito LADY G, secondo singolo della musicista toscana.

In arte Agnese ci avvisa in partenza su questo brano:

  1. Non ascoltatelo se siete sull’orlo di una crisi di nervi, potrebbe farvi perdere il controllo!
  2. Non ascoltatelo in un luogo dove non è consentito muoversi e divertirsi, pena probabile multa!
  3. Ma soprattutto, diffidate di panda incontrati per caso nella toilette di una festa, potrebbero farvi credere di esistere solo nella vostra testa!

Siete confusi? Beh, non vi biasimerei. Se volete che sia tutto un po’ più chiaro date un’occhiata al video musicale.

LADY G – In arte Agnese (OFFICIAL VIDEO)

Lady G

Il pezzo, ben più destabilizzante del precedente, viene scritto insieme a Diego Cavalletti, che ne cura anche la produzione artistica.

Copertina del singolo LADY G di In arte Agnese
Copertina di LADY G

Psichedelico e proibito, costruito su un electro swing per cui è impossibile rimanere fermi, In arte Agnese ci prende per mano e ci porta dove niente è più chiaro. Si perde la concezione di cosa sia vero e cosa no, ma non è qualcosa che sembra importare alla cantautrice e forse neanche a noi. Anzi, pare che sia tutto sotto controllo.

In LADY G siamo ad una festa e dopo un bel mix di…sensazioni discordanti, mi rinfresco la faccia ma qualcosa mi sfugge di mano e mi trasformo in “LADY G”.

E se escludiamo a priori che si parli di una nobildonna, In arte Agnese ci instilla volutamente un dubbio su quella G: parliamo di Lady Gaga o del punto G?
Forse entrambi, ma poco importa, perché in entrambi i casi quella G sta per libertà senza etichette, limiti o tabù.

La bellissima voce di In arte Agnese, che si sposa perfettamente col genere proposto, ci trasmette un mood ” positivamente menefreghista” e un po’ alla “carpe diem”, e ci fa pensare che sia ok essere noi, con tutti i pregi e tutti i difetti che abbiamo, fosse anche solo per una notte (fosse anche in compagnia di due panda che non siamo ancora ben sicuri che esistano).

In arte Agnese: musica non binaria per treni deraglianti

Era il 1994 quando Agnese, tra i colli toscani, si accorge di saper cantare, e anche bene. “Essendo uno scorpione e non potendo spiccare per simpatia, decide di scrivere canzoni”.

Inizia a studiare musica da bambina, chitarra e pianoforte, scrivendo a 7 anni – età sorprendente – il suo primo singolo. Ispirata dai più grandi – ma proprio i più grandi – nomi della musica, come Janis Joplin, i Led Zeppelin, Aretha Franklin, Nina Simone, i Queen ed Amy Winehouse, a 15 anni fonda una band rock dal nome Note Pollution, che riscuote un discreto successo.

Nel 2013 diventa frontwoman dei Laid Back, gruppo blues/jazz ed è solista del coro gospel i Servi della Gioia. Insomma, In arte Agnese non solo punta in alto, ma studia un sacco per arrivarci e non smette mai di cantare.

Due anni più tardi, nel 2015, collabora con Platinum Studio, partecipa a diversi concorsi e, nel 2016, arriva tra i 60 finalisti di Sanremo Giovani con il suo singolo Unda.

In arte Agnese

Trasferitasi a Torino per studiare psicologia e laurearsi, entra a far parte della scena musciale urban/pop, elettronica e it-pop  – di cui sentiamo ampiamente i richiami anche in LADY G – esibendosi in diversi locali della città.

È proprio a Torino che capisce di essere un mix di tante contaminazioni e influenze diverse – cosa che costituisce proprio il suo bello, oltre alla tecnica impeccabile – e di non amare le etichette. Così, presa coscienza di quello che voleva essere, dall’incontro con Apollo Records, nasce In arte Agnese.

E Indielife non vede l’ora di sapere quale sarà la prossima novità che ha in serbo per noi!

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