“Maharìa” è l’equivalente siciliano della macumba, una magia, un sortilegio come quello
che talvolta conduce all’innamoramento ed è anche il titolo del nuovo album del cantautore palermitano Alessio Bondì.
Uscito il 21 giugno “Maharìa” per l’etichetta 800A Records, il terzo album dell’artista è un’opera intensa e ispirata, un leitmotiv magico cercato nella musica, nei testi e negli arrangiamenti, un viaggio interiore in cui la lingua siciliana funge da chiave per l’inconscio, attraverso esplosioni di allegria, nostalgie solitarie, innamoramenti, eccessi di rabbia e
incomprensioni, disillusioni e soluzioni.
Ho fatto qualche domanda ad Alessio riguardo questo progetto, vi lascio qui le sue risposte.
Ciao Alessio, come stai? Ci hai regalato questo super lavoro discografico, come nasce? Parlaci un po’ del progetto.
“Ciao, sto bene grazie. Questo nuovo disco è nato intorno a un pugno di canzoni scritte negli ultimi anni e ad un’idea di fondo, quella della Maharìa. Io e la squadra con cui lavoro abbiamo sviluppato in maniera personale questo tema, arrangiando ogni canzone come se fosse un film, non come colonna sonora, ma come il film stesso per fare esplodere l’urgenza di ogni emozione in essa contenuta. Avevamo l’intenzione di non fare entrare tutto in un racconto lineare ma di utilizzare dei frammenti, quasi delle fotografie di momenti che possono essere costitutivi di una certa idea di amore o di magia. Non è un concept album anche se a guidarlo sono questi concetti cardine”.
“Maharìa” in Sicilia è un po’ come una macumba, perché questa parola? Ha un significato a te molto legato?
“Nella title track del disco si racconta in maniera ironica lo stregamento che segna l’inizio di un amore, la sensazione di non essere pienamente in controllo di sé. In fase di scrittura avevo usato questa parola inconsapevolmente anche se sapevo che esisteva il mondo sommerso della Magia popolare siciliana. La canzone mi ha dato la spinta per iniziare una ricerca su questo argomento. Difficile raccontarla in poche battute, perché fatta di entusiasmi, ripensamenti, corsi e ricorsi. Provo a riassumere grossolanamente: assumendo che la Magia è un insieme di strumenti per interagire con il mondo dell’Irrazionale, mi sono reso conto che il mio scrivere in una lingua profonda, negata e non accademizzata come il palermitano rappresenta un momento di confronto con la mia parte sommersa, proprio come chi si reca dal mago o interpreta i tarocchi”.
Il progetto è stato realizzato anche grazie al supporto di MiC e SIAE. Come hai trovato questi sostegni e quanto pensi possano influire nel mondo della musica, soprattutto indipendente?
“Negli ultimi anni ho partecipato a vari bandi del Mibact e della Siae e sono stato da loro premiato con fiducia e col mio nome in graduatoria più volte. Nel mio caso personale, l’unico di cui abbia contezza, questi fondi hanno sostenuto molte delle visioni che io e la squadra con cui collaboro abbiamo avuto, dalla pubblicazione di Sfardo in 10 paesi nel mondo al tour internazionale di Nivuru a quest’ultimo progetto discografico. Senza questo supporto sarebbe stato difficile realizzare questo progetti nella maniera in cui sono stati fatti”.
Finalmente, stiamo iniziando a prendere qualche boccata d’aria e stiamo iniziando a ritrovare tanti concerti. Porterai il tuo progetto in live per il resto dell’estate? Quanto hai sofferto lo “Stop”?
“Lo stop è stato duro per tutti. Sento che è cambiata la percezione generale nei confronti della musica e dell’arte in generale. Se ne capisce un po’ di più il ruolo fondamentale, l’importanza sociale. Ora che si riparte mi sento completamente ricostituito e le date del mio tour sono in continuo aggiornamento!”.
Come faccio con tutti, lascio carta bianca per l’ultima risposta. Salutaci come vuoi, io ti ringrazio a nome di tutti i lettori ed auguro a chi non l’ha già fatto di scoprirti. Ciao!
“Che la Magia sia con tutti voi!”.
Noi ce la prendiamo tutti la magia, d’altronde la musica è proprio questo.