Ripetersi “ok ok ok” con i Bar Ponderoso per non perdere la calma

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Qualche giorno fa, mi è capitato di inciampare in qualcosa che aveva la stessa consistenza del metallo e sembrava ben intenzionato a non piegarsi di fronte a niente: non lo sfiorava il vento del pop, né la sete di playlist, neanche il borbottio di un mercato sempre più intenzionato a mettere le ganasce al buon vecchio rock, traducendolo in nuove forme e contenuti che spesso nulla hanno a che fare con l’estetica e la poetica che al rock si addice. Certo, non siamo per i canoni ma nemmeno per la strumentalizzazione dei linguaggi: il rock’n’roll non si “fa”, perché rock’n’roll si è.

Tutto questo, per me, è il nuovo distopico singolo dei Bar Ponderoso, power trio ben deciso a riconquistarsi la scena con una formazione nuova e fresca di ritorno al fianco di Brutture Moderne dopo l’esordio con INRI/Metatron di qualche anno fa: un brano caustico, paranoico e pieno di tutte quelle cose che, agli appassionati (e non solo) del genere ricorderanno tante cose belle, che sembravano ormai destinate all’oblio e che i Bar Ponderoso riportano in auge a colpi di distorsore.

Per non farci mancare nulla, abbiamo fatto qualche chiacchiera con i tre ragazzacci, che ci hanno raccontato di loro e dei loro sogni, tutti rigorosamente “rumorosi”.

Benvenuti su Indielife! Allora, partiamo dall’inizio: chi sono i Bar Ponderoso, da dove vengono e sopratutto dove sono diretti, all’alba di questo secolo nuovo post- covid.

Siamo un trio rock’n’ roll, veniamo geograficamente dalla Sicilia ma viviamo da anni a Milano. Musicalmente invece veniamo da un disco in power-duo basso e batteria e siamo diretti verso nuovi brani assolutamente esplosivi e speriamo, nel nuovo secolo post covid di fare più concerti possibili.

Qual’è il primo ricordo che custodite di voi alle prese con la musica?

(Luca) Una mattinata in cui non ero andato a scuola, avrò avuto 12 anni, mi misi i Beatles sullo stereo e suonai (non sapendola suonare) la chitarra elettrica di mio fratello rompendogli il tremolo.
(Manuel) A circa 10 anni smanettavo con il basso di mio padre chiedendomi come le dita potessero riuscire a premere delle corde così spesse.
(Rosario) A 6 anni ho visto in TV uno di quegli spot per promuovere il turismo in Sicilia in cui c’era un brano con la chitarra classica che mi fece impazzire e in quel momento decisi che dovevo avere una chitarra.

In passato, avete collaborato con INRI sull’uscita del primo disco. Ora, avete deciso di rilanciare il progetto con una formazione in trio e il sodalizio con Brutture Moderne. Cos’è cambiato nei Bar Ponderoso, dal 2015 ad oggi?

È cambiato sicuramente il suono, prima eravamo in due e adesso abbiamo un chitarrista e in “Ok Ok Ok” ci sono anche tastiere e sintetizzatori. Possiamo dire che siamo più liberi di fare la musica che ci prende bene e che l’esperienza fatta in duo ci ha assolutamente formato sia dal punto di vista del live che della composizione.

“Ok ok ok”: più che un titolo, sembra un mantra e un “palliativo” auto-indotto alla voglia di distruzione e fall-out punk che il brano comunque non riesce a celare. Da cosa nasce il vostro ultimo singolo?

Esatto, è un mantra per non perdere il controllo. Il brano è nato durante il primo lockdown, ci è venuto naturale fare un pezzo paranoico e ansiogeno. Durante quel periodo eravamo presi dall’ansia, dalla paranoia di non sapere cosa sarebbe successo e soprattutto eravamo molto annoiati quindi avevamo tanto tempo per farci invadere la mente da pensieri negativi. Dovremmo abituarci a convivere con la noia più che con la paranoia.

Quali sono le cose che, nella vita, vi spingono ad autoripetervi “ok ok ok” per non perdere la calma.

Come dicevo prima: quando la noia ci pervade e si trasforma in paranoia, quando pulisci la moka e devi togliere il caffè vecchio e lo sbatti per sbaglio fuori dalla spazzatura. Quando ci sono i concerti con le sedie. Quando leggi post Novax:“chissà cosa c’è dentro” scritti da persone che si pippano le croste del muro ogni sera.

Regalateci tre dischi che salvereste dall’oblio dell’apocalisse.

(Luca) Qualsiasi disco dei Beatles.
(Manuel) White AlbumBeatles
(Rosario) Visto che Manuel ha salvato il “White Album” io salvo “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band“.

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