Bovarismo come tecnica di sopravvivenza: il manuale d’arte di Anna Castiglia

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Oggi ospitiamo Anna Castiglia, artista catanese di stanza a Torino, che ha pubblicato il suo nuovo singolo “Bovarismo” il 25 marzo per Tippin’ Factory e ADA Music Italy. Dal 30 marzo è online anche il video dell’artista, ambientato nella capitale parigina. 

“Bovarismo” racconta anche dell’alterego della Castiglia che tocca le caratteristiche della protagonista di Flaubert fino ad a vestire i panni di una drag queen. Noi l’abbiamo intervistata, ecco cosa ci siamo detti!

Ciao Anna benvenuta su Indie Life! Ci buttiamo a capofitto nel chiederti di raccontarci di più sul tuo nuovo singolo “Bovarismo”, come nasce questo singolo?

Ciao, grazie Indie Life!! “Bovarismo” è il grido d’aiuto di una secchiona insoddisfatta. Nasce tanti anni fa, durante la prima estate da fuorisede che rientra in Sicilia. Il motore della canzone è la mia esperienza personale con il primo amore, Madame Bovary è lo specchio di come l’ho vissuto. Anche nelle canzoni intime e personali mi piace inserire un personaggio esterno, un terzo incomodo, in questo caso molto comodo, tra me e l’altr* e molto spesso ho utilizzato un personaggio della letteratura. 

Abbiamo ascoltato anche l’Anna Castiglia dei brani precedenti: credi che con “Bovarismo” ci sia stata una svolta o comunque un cambiamento evidente rispetto al passato?

No! “Bovarismo” appartiene ancora a quel filone di canzoni del passato che voglio comunque pubblicare per rispettare la narrazione e l’evoluzione del mio autorato. Ho già scritto e suonato durante i concerti quelle canzoni che segnano il passaggio ad un’altra fase, ma prima di loro c’è ancora qualcosa del mio passato che voglio pubblicare. Non ho fretta!

Nella copertina vediamo la foto di una Drag Queen: in che modo riesci ad inserire questa immagine magari con quella del bovarismo e perché no anche di Madame Bovary?

Il bovarismo, l’eterna insoddisfazione, erano troppo parte di uno stereotipo femminile, ovviamente, anche nel libro di Flaubert, si evince che prima di diventare un luogo comune erano patologie e conseguenze di una vita oppressa, quella della donna dell’Ottocento. Ma adesso, nell’epoca del binarismo, della rivoluzione sessuale e della donna, non si può più limitare a questo. La Drag del video è proprio Madame Bovary, distrugge e allarga questo stereotipo a tutti e tutte e mi segue per tutta Parigi come se fosse la mia amica immaginaria. 

Volendoci soffermare sull’aspetto della fantasia e dell’istintualità: hai qualche ritualità o gesto che ti aiuta a stimolarle e quindi a creare?

All’inizio, quando scrissi la prima vera canzone (una che non fosse un regalo di compleanno per le amiche) avevo paura di non riuscire più a farlo, quindi provavo a riprodurre la stessa identica situazione e scenografia di quella volta in cui la scrissi. Ma era solo superstizione, in realtà, adesso, non decido io quando scrivere, vengo colta da un pensiero, un verso e sono costretta a farlo. Di sicuro, se si vanno ad analizzare i momenti di scrittura si può trovare un collegamento tra di loro, ad esempio, la maggior parte delle canzoni le ho scritte sui mezzi o di notte, ma non credo sia un rituale, più una condizione favorevole di solitudine in mezzo alla folla.

Sappiamo che sei anche già partita con il “Bovarismo Tour”: credi che la questione dei live stia volgendo alla normalità?

Assolutamente sì! In questi giorni ho dimenticato dell’esistenza del Covid. Sia per le dimensioni dei concerti che del viaggio. A livello di possibilità e condizioni siamo verso la normalità, ma a livello psicologico ci stiamo ancora riassestando. La gente è impigrita da questi due anni. Però, c’è da dire, che la normalità del nostro lavoro non è mai esistita, nemmeno prima del virus. Bisogna approfittare di questa rottura per ristabilire la nostra posizione e considerazione.

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