“Ristorante/albergo/croce” è la dimensione narrativa di problemidifase 

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“Ristorante/albergo/croce” è il nuovo EP di problemidifase, pubblicato il 10 marzo. Avevamo già conosciuto in parte il disco con “Porta vescovo” e “mascara”, a cui si aggiunge un ultimo singolo “Carmine”, che nella perfezione del trittico giunge a chiudere il cerchio iniziato mesi fa. 

“Ristorante/albergo/croce” è un ritorno alle origini e un inno alla solitudine per apprezzare la socialità. Noi abbiamo deciso di ospitare qui problemidifase per farci raccontare meglio questo viaggio alla scoperta di se stessi. 

Ciao, benvenuto su Indielife! Partiamo con le presentazioni, in modo particolare siamo rimasti affascinati dal tuo nome che in un certo senso descrive a pieno le nuove generazioni: chi si cela dietro problemidifase?

Ciao, grazie per le domande! Sono felice che il nome vi abbia colpito.

Una cosa che forse non dico abbastanza è che “problemidifase” non è il mio nome d’arte ma il nome che ho scelto di dare al progetto. Io faccio da portavoce, ci metto la faccia per l’immagine, ma continuo a vedere problemidifase come un contenitore, un qualcosa di esterno a me, nel quale posso scegliere di identificarmi oppure no.

Detto questo, a lavorare al progetto siamo in più persone, anche se c’è sicuramente una gerarchia di autorità (io ho l’ultima parola su tutte le decisioni, sono il project manager, insomma possiamo dire che pdf è il mio progetto).

Il nome è venuto fuori per caso, da un messaggio su WhatsApp di un mio amico che mi diceva che in una demo che avevo registrato c’erano dei problemi di fase. Era una questione puramente acustica e pratica, ma quel messaggio mi è rimasto impresso e ho pensato a tutti i significati che avrebbe potuto avere.

Il 10 marzo pubblichi il tuo EP “RISTORANTE / ALBERGO / CROCE”, titolo che si riferisce effettivamente ad un luogo reale: ti va di spiegarci il perché è stato scelto proprio questo titolo?

“Albergo Ristorante Croce” è un vecchio albergo chiuso per cessata attività che si trova molto vicino al luogo dove io e Cristian Volpato (produttore dell’EP) siamo andati ad arrangiare e produrre questi tre brani, ossia una casa sperduta nelle montagne della Lessinia. Non avendo campo, almeno una volta al giorno tornavamo nel luogo più vicino dove prendesse il telefono, che nel nostro caso era la contrada dove si trovava questo albergo. Un pomeriggio abbiamo associato in modo molto spontaneo ad ogni parola dell’insegna un brano dell’EP, ci siamo guardati e abbiamo capito quale sarebbe stato il titolo.

Ai due brani che conoscevamo già, ovvero “Porta Vescovo” e “mascara”, si aggiunge l’inedito “Carmine”: raccontaci di più su questo brano e come questo si incastra nel trittico dell’EP!

“Carmine” si incastra precisamente in mezzo agli altri due brani, sia visivamente nella tracklist, sia come sonorità e mood. “Carmine” è un brano piuttosto unico, scritto in modo molto spontaneo e senza pensare troppo al significato del testo. Nonostante ciò, penso che sia il mio preferito fra i tre.

Problemidifase è sperimentazione: quali sono quegli artisti che ti hanno fatto essere qui in questo momento e che ti hanno anche ispirato per la creazione della tua musica?

Per la scrittura di questo EP sono stati molto importanti vari artisti, fra cui citerei i Verdena, Bon Iver, Ben Howard, Subsonica, Gazzelle, Niccolò Fabi.

“RISTORANTE / ALBERGO / CROCE” è un po’ la chiave o, se vogliamo, il ponte di collegamento tra la società e l’isolamento: quali sono i luoghi in cui ti rifugi spesso quando hai bisogno di staccare dal tutto…e che magari ti hanno aiutato anche a scrivere?

Direi la mia cameretta, che rimane ancora il luogo in cui nascono tutte le mie canzoni, e poi ovviamente la casa dove siamo andati ad arrangiare l’intero EP. Quel luogo rimane tuttora quasi sacro per me e Cristian, un piccolo santuario della musica, (anche se c’è sempre il rischio che qualche campanaccio delle mucche finisca nelle registrazioni).

Consigliaci un posto che secondo te può fare da sottofondo perfetto al tuo nuovo EP!

“Porta Vescovo” e “mascara” sono ispirate da paesaggi urbani, mentre “Carmine” riflette un immaginario visivo tipico della campagna nella provincia veneta, quindi sono molto indeciso!

Mi piace pensare di fare musica da viaggio, quindi risponderei: ovunque vogliate, basta che vi stiate spostando da un posto all’altro. In treno, in macchina, in bicicletta, come vi pare. Enjoy the ride!

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