Leano’ non trema più

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Dopo “Tremo” ecco che Leanò, ritorna con un nuovo singolo che sa di autodeterminazione, stiamo parlando di “Cicale”, brano uscito lo scorso 21 aprile per

Dopo “Tremo” ecco che Leanò, ritorna con un nuovo singolo che sa di autodeterminazione, stiamo parlando di “Cicale”, brano uscito lo scorso 21 aprile per Stazione Musica Records.

Con l’artista abbiamo colto l’occasione di parlare non solo della sua nuova uscita, ma anche di quelli che sono e sono stati i suoi sogni e le ambizioni che l’hanno resa chi è oggi. Da Leanò abbiamo imparato che non sempre a tutte le domande c’è una risposta razionale, per il resto non vi resta che scoprirlo andando a leggere l’intervista che ci ha rilasciato!

Ciao Leanò, benvenuta su Indie Life, come prima domanda di riscaldamento ti chiediamo qual è stato, se lo ricordi, il momento in cui ti sei approcciata alla musica!

Ciao a voi! È stato un incontro abbastanza spontaneo e naturale: in casa mia si è sempre ascoltata tanta musica, tant’è che a 4 anni volevo imparare a suonare il violino, ma alla fine ho iniziato con la chitarra qualche anno dopo (non appena mia sorella ha iniziato a prendere lezioni). Vedevo la musica proprio come un gioco, mi piaceva sfidarmi a imparare velocemente canzoni che sentivo spesso intorno a me.

Andiamo al tuo nuovo singolo: “Cicale” fuori per stazione musica Records. Qual è l’immagine è la metafora che accompagna la scrittura di questo singolo?

Questa canzone nasce da un bisogno di autodeterminazione e in un momento in cui mi chiedevo se avessi preso la strada giusta. Le cicale, infatti, rappresentano il posto in cui ho trovato un po’ la risposta alla domanda: non è importante avere sempre la certezza di fare la cosa giusta, quello che possiamo fare è ascoltare le nostre sensazioni, sentire cosa ci fa stare bene.

La nostra è una generazione molto più insicura e incerta di quella dei nostri genitori: qual è secondo te uno degli elementi scatenanti di questa malattia del nostro tempo?

Bella domanda! Sicuramente la società performativa in cui viviamo non aiuta a scegliere liberamente la nostra strada. C’è anche da dire che rispetto alle generazioni precedenti, abbiamo molta meno capacità di acquisto, ma molta più pressione nel raggiungere risultati in modo rapido e continuo. Ci dimentichiamo però dello stato in cui viviamo, dei nostri bisogni più intimi, basici, e soprattutto di contestualizzare le nostre reali condizioni. Dire da dove nasce questa condizione mi viene difficile, ma quando me lo sono chiesta, mi sono letta “il futuro come fatto culturale” di Appadurai per rispondermi. Non so se mi ha dato una chiave di lettura completa, ma sicuramente mi ha aiutato un po’ a decifrare il mondo intorno a me.

La musica immaginiamo che sia stata uno dei tasselli che ti ha permesso di costruirti la tua realtà oggi. Che consiglio daresti a chi, in questo momento, sta cercando il proprio un posto nel mondo?

Semplicemente di ascoltarsi senza giudizio e cercare di distinguere quello che vogliamo davvero dalle imposizioni che sentiamo dall’alto (che troppo spesso non coincidono). Poi questa è una mia lettura, ma ognuno credo che abbia il suo modo, ed è giusto ascoltarlo e rispettarlo.

Ci sono degli artisti a cui ti ispiri da un punto di vista musicale (e non)?

Musicalmente mi piacciono molto Giovanni Truppi, Dimartino, i Ministri, LRPDL (…). Anche Mariangela Gualtieri e Chandra Livia Candiani mi hanno ispirata molto.

C’è un collegamento magari tematico tra cicale e i tuoi ultimi singoli come ad esempio “Tremo”?

L’ascoltarsi, la crescita, l’affermazione di sé stessi.

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