“Tra le tue braccia io raccolgo le tue spine. Non impazzire, se fanno male. Devi soffrire, sono sincero, lo vuoi capire. Cosa farai se un giorno io non ci sarò? Bevi la vita con un po’ di whiskey”. Queste alcune lyric di Berna giovanissimo cantautore siciliano che, dopo l’esperienza ad Amici 2022 e la pubblicazione di “Re Artú” (che è stato oggetto anche di un’importante challenge su TikTok, lanciata dai più importanti Talent italiani), torna con una canzone ad alto tasso emotivo, prodotto da Shune con la collaborazione di Dibla. Il titolo del singolo “Bevi la Vita” arriva dopo il successo di “Re Artú” (oltre 430.000 streaming solo su SPOTIFY, con oltre due mesi di presenza nella playlist “Generazione Z”), che ha visto l’artista ventenne protagonista di due puntate di Battiti on Boat (prima serata su Italia1).
A proposito del tuo nuovo singolo “Bevi la vita”, canti: “Tra le tue braccia io raccolgo le tue spine. Non impazzire, se fanno male. Devi soffrire, sono sincero, lo vuoi capire. Cosa farai se un giorno io non ci sarò? Bevi la vita con un po’ di whiskey“. È una canzone su una perdita. Cosa manca davvero oltre ad una eventuale persona?
In queste barre racchiudo il mio essere protettivo, fare di tutto per assorbire i dolori altrui e renderli un punto di forza. Tengo tanto alle persone che amo anche se a dimostrarlo a volte faccio un po’ fatica, il mio intento è colmare un vuoto che in realtà è incolmabile, come un boomerang in loop, sento di avere un compito ed è quello di proteggere dalla negatività chi amo, non tutto il male vien per nuocere e bisogna trarre insegnamento da ciò che ci distrugge.
Scrivi solo per te o ti piacerebbe farlo anche per altri artisti?
Scrivo per me e anche per altri artisti, non è facile dividere i due lavori, bisogna scrivere sempre con costanza per mantenere il passo e nel mio caso è come sistemare la dispensa una volta fatta la spesa, finisco di scrivere un pezzo e lo conservo gelosamente, diventerà di tutti al momento giusto, con l’artista giusto.
C’è un metodo generale che usi quando ti approcci alla scrittura di un brano?
Faccio all-in sulle topline per poi concentrarmi sul testo, sviluppo tutto come fosse un albero con le radici. Cerco sempre di creare una visione di ciò che scrivo, così che l’ascoltatore possa essere già proiettato in un immaginario modellato in base alle esigenze di chi ascolta. In sostanza cerco di far entrare tutti nel mio mondo e dare l’opportunità di crearne uno proprio, attraverso i miei pezzi.
Come lavori su un nuovo progetto con produttori, arrangiatori, insomma con un team di lavoro?
Prima di tutto la presentazione del progetto è fondamentale per chi deve lavorarci, stabilire un buon rapporto con il team è priorità assoluta, non riuscirei a lavorare bene con qualcuno che non vuole concentrarsi sul progetto da sviluppare. Una volta trovato il feeling giusto divento una macchina che non smette più di accelerare.
Tre nuovi artisti che apprezzi particolarmente?
Nella mia lista di artisti “nuovi” che apprezzo ci sono: Frada, Joseph e Gianmaria. Sono tutti giovanissimi come me, e con tanta voglia di far musica.
Cosa pensi del momento che stiamo vivendo tra Covid-19 e questi mesi di guerra?
Siamo solo tante formiche dentro un grande formicaio, schiacciate da poteri che non possiamo controllare, dobbiamo solo attendere che tutto si sistemi con tanta pazienza e aiutarsi reciprocamente in questo periodo può farci scoprire lati di noi che non avremmo mai immaginato di avere, perché non sfruttare una cosa del genere?
Questa nuova canzone è il preludio di un nuovo album? Potresti offrirci qualche spoiler?
Adesso voglio solo farmi conoscere per ciò che sono attraverso la mia musica, dietro un album c’è un lavoro molto grande e una responsabilità immensa, bisogna mettere anima e cuore, per lo meno io la penso così. Detto ciò non si smette mai di lavorare e spero di darvi buone notizie al più presto.