Riccardo Ruggeri è un artista poliedrico e una persona sincera, che ama sperimentare e conquista il pubblico con le sue espressioni teatrali e la sua passione per l’arte, dal teatro alla musica alla letteratura. Nel suo modo di raccontarsi percepiamo la sensibilità di una persona determinata, un sognatore con i piedi per terra.
Il suo primo disco “Non Ci Aspetta Nessuno (se non miliardi di foto)” è disponibile su tutte le piattaforme da giovedì 14 aprile per Vina Records. Il suo stile è il risultato della sua attività in campo teatrale e della sua curiosità, del suo lavoro in quel di Torino quindi della sua crescita formativa, professionale e emotiva.
Riccardo Ruggeri è cantante, autore, performer, ha all’attivo una decina di pubblicazioni distribuite nel mercato internazionale. Ha partecipato ad importanti festival internazionali e concorsi come “Premio Tenco”, “Heineken Jammin Festival”, “Premio Bindi”, “Premio Demetrio Stratos”, “Gouveia Art Rock”, “Veruno Prog” e “Prog-Restite”.
Per tutto il resto continua a leggere l’intervista di Riccardo Ruggeri. L’intervista in versione video la trovi a questo link!
Chi è Riccardo Ruggeri in 3 aggettivi?
Curioso, leale e molto disordinato!
Quale stile e quale sound ti rappresentano?
Non credo ci sia soltanto uno stile perché tendo, spesso, a incasinare le cose. Lo stile che mi rappresenta è quello di mescolare gli stili. Non ho un unico sound. In alcuni brani mi piacciono le sonorità acustiche, in altri sonorità sintetiche-elettroniche.
Com’è nata la tua passione per la musica?
Penso sia nata in me piccolino grazie ai tanti dischi che mio nonno, mio papà, mi facevano sentire le canzoni che mia madre mi cantava la sera prima di addormentarmi. Questa passione è sbocciata platealmente durante il liceo, quando ho messo su la mia prima band, “I Morrigan”.
Quali dischi/artisti/band ti hanno ispirato per la scrittura dei brani del tuo nuovo album “Non Ci Aspetta Nessuno (se non miliardi di foto)“?
Nella vita mi ispira una rosa di artisti. Tra i grandi nomi ci sono Jeff Buckley, Jimy Hendrix, Snarky Puppy, Rino Gateano, Vasco Rossi, Leo Ferré. Nel contemporaneo ci sono tanti altri artisti che mi piacciono e che seguo come i Serp with feet, Cosmo… diverse realtà nel contemporaneo che in qualche modo hanno dato qualche influenza al disco.
Riccardo quali sono i tuoi riferimenti artistici negli altri settori? teatro, letteratura, cinema…
Nel cinema le pellicole di Tarantino, di Fellini, di Kubrik, sono tra i miei registi preferiti. In campo teatrale da una parte c’è il grande maestro, inarrivabile, Giorgio Gaber con il teatro canzone che lui ha identificato e reso immortale. Dall’altra parte c’è tanto di teatro che mi piace. Quest’anno mi sto anche occupando di regia teatrale presso il Conservatorio di Torino con il maestro Ricagno quindi di teatro se ne fa e mi appassiona molto. Sono tanti anni che lavoro con una compagnia di Torino “Stalker Teatro”, in cui si fa un teatro partecipativo, spettacoli di strada legati all’arte visiva e con la partecipazione del pubblico all’interno delle performance. In questi spettacoli mi occupo del sound design di quello che accade in scena.
Nel campo della letteratura salto di palo in frasca tra i vari saggi che mi possono interessare sulla musica popolare, Jodoroski, la poesia italiana del ‘900 (Pavese, Sandro Penna…)
Quali sono gli obiettivi che hai raggiunto fino ad ora nel campo della musica? E quali quelli da realizzare?
In campo musicale, passate un po’ le spinte adolescenziali di fama e di successo, l’obietto, forse più importante e che penso di aver raggiunto, è quello di vivermi la musica in modo sincero, come un modo per stare bene e far star bene. Faccio musica perché ne ho la necessità. Far musica mi fa aprire e sfogare la mia creatività nei suoni di parole, strumenti e melodie.
Un obiettivo da realizzare parlando di fame è arrivare a fare una vita dignitosa lavorando con lamusica, facendo il musicista che, in quest’Italia, è cosa non semplice. Qualcosa sembra che si stia muovendo anche in campo fiscale, di sostegno alle attività artistiche.
Salutaci con un motto che ti motiva!
Cari amici di Indielife vi ringrazio per questo spazio che mi avete dato e vi saluto con 2 motti che a me piacciono in particolare
- Tutti lo conosco, una citazione del grande poeta De Andrè: Dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior
- L’altro è: La vita è breve, l’arte è lunga quindi amate chi dovete amare qui e ora, dite quello che dovete dire qui e ora, godete qui e ora perché poi là non ci aspetta nessuno, come dice il titolo del mio disco. Bisogna fare tutto quello che si può e che si deve fare qui e adesso.
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