Marāsma ci sa fare e una notte gli basta e avanza

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Appena ho ascoltato il nuovo singolo di Marāsma, “Mi basterebbe una notte”, ho capito che di fronte mi trovavo qualcosa di diverso dalla solita proposta del venerdì, qualcosa che, insomma, non sembrava affatto fabbricato solo per assecondare le nuove direzioni del mercato.

Qualcosa che, in definitiva, sa essere pop senza la pretesa a tutti i costi di sembrare, fin da subito, mainstream: un funambolico singolo in equilibrio tra ricerca poetica, afflato generazionale e ritornello da hit-parade che non scade in pose stantie di cose già sentite, ma che piuttosto prova a battere la via della sincerità per cavare dal buco un brano che arriva, eccome.

Ecco perché, per l’onestà intellettuale che da sempre guida il nostro volontario cercare, non potevo perdermi l’occasione di fare qualche domanda al talento capitolino di Formica Dischi, che mi ha risposto in modo direi piuttosto soddisfacente…

Marāsma, tre singoli all’attivo prima di “Mi basterebbe una notte”, il tuo quarto singolo: un percorso che parte nel 2019, per poi riprendere nel 2022 dopo uno stop di due anni; che impatto ha avuto, vien da chiederti, la pandemia sul tuo progetto? 

Il lockdown è arrivato in un momento in cui avevo grandi progetti in ballo e che, come puoi immaginare, hanno subito una battuta d’arresto. Nonostante la partecipazione a vari contest e festival online, raccolte fondi solidali ecc, sono stati mesi deprimenti e poco stimolanti dal punto di vista artistico e personale, tutto ciò ha lasciato un segno dentro me. Ma la voglia di ricominciare era troppa e piano piano ho cercato di riprendere da dove avevo lasciato.

Tra l’altro il tuo primo brano, “Falene”, ottenne anche un discreto successo: ti senti ancora di essere uguale ad allora, lo stesso Marāsma, oppure trovi che dai tuoi primi passi siano cambiate tante, troppe cose? Insomma, chi è oggi Marāsma?

Tutti cambiamo col tempo. Sicuramente mi sento una persona più consapevole e determinata.

Un percorso, il tuo, che è comunque andato avanti spedito: esiste un filo rosso che collega le quattro canzoni fin qui pubblicate? Un concept di fondo che, in qualche modo, permette di allineare le proposte?

Nessun filo rosso, se non quello di condividere per esigenza emozioni e sensazioni personali di vario tipo, che si trasformano in canzoni. Soprattutto per chi come me non riesce ad aprirsi troppo al mondo senza una chitarra tra le mani.

“Mi basterebbe una notte” è un brano pop che non manca di ricoprirsi di una nostalgia che, a suo modo, pare raccontare dolori comuni. Come si fa, quando non si riesce più a trovarsi, ad alzarsi dal letto e continuare a lottare? Esiste, insomma, una frase che ti ripeti nei “momenti no”?

Sicuramente penso che sia importante, in qualsiasi situazione di difficoltà, chiedere aiuto e non chiuderci in noi stessi scavandoci l’anima al buio. Il silenzio a volte è necessario, ma in generale credo che sia fondamentale relazionarsi e confrontarsi con le persone che abbiamo vicino e che possono tirarci sù anche solo con uno sguardo o una parola. Insomma, come canta il grande Vasco: “Vivere e pensare che domani sarà sempre meglio”.

Parliamo del brano: spiegaci chi l’ha prodotto, e raccontaci qualche retroscena che possa farci capire di più su cosa sia la tua vita in studio.

Il brano nasce la scorsa estate ed è stato scritto a 4 mani con Francesco, bassista e co-fondatore del progetto. La canzone, attraverso il racconto di una relazione arrivata al capolinea, parla della resa emotiva di una generazione, quando anche un sassolino nelle scarpe pesa come un macigno e ci impedisce di camminare. Vedendo ogni certezza crollarci addosso ci buttiamo stanchi morti sul letto. Ma basterà una notte per risolvere qualsiasi cosa? Il brano è stato prodotto da Manuel Finotti, in arte Gorbaciof, che ha saputo cogliere a pieno il mood del pezzo e a dare vita ad una sinergia sonora che ci riporta un po’a quel sound anni 80 che ricordiamo con gratitudine e nostalgia. Con Manuel c’è un bel legame, umano oltre che lavorativo, che ovviamente ha aiutato molto alla realizzazione del pezzo. Ho registrato il brano in un paio di giorni grazie anche al lavoro dei musicisti che mi accompagnano nei live, Francesco, Giacomo, Giampiero, Simone, Gianfranco. Squadra che vince non si cambia!

Hai già anche pensato ad una “declinazione live” del tutto? Insomma, ti vedremo in giro quest’estate?

Assolutamente sì, a brevissimo ci saranno molte novità!

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